Die Zeit non ha pubblicato per intero il suo intervento, che è disponibile sul suo blog.
Ecco la parte riportata:
L’Italia lancia un appello ai fratelli tedeschi. Dichiarateci guerra. Ci arrenderemo volentieri. Ogni giorno vi inviamo i nostri rifiuti dalla Campania in treno. I nostri politici sono rifiuti tossici. Posso rassicurarvi anche sui titoli di Stato: non faranno parte del compenso. L’Italia ha il debito pubblico più grande di Europa, circa 1.626 miliardi di euro. Se dovesse rimborsare tutti i BOT e i CCT lo Stato italiano dichiarerebbe bancarotta e la gente sparerebbe per le strade. Prendete anche loro per favore. Vorrei suggerirvi qualche nome per i passeggeri dei vagoni piombati. Molti li conoscete, sono famosi anche all’estero come Berlusconi che ha offeso un vostro rappresentante alla Comunità Europea dandogli del kapò. Un uomo che si è fatto da solo con un piccolo aiuto da parte degli amici. In Italia l’amicizia è sacra e se gli amici si chiamano Bettino Craxi, morto latitante in Tunisia, o Marcello Dell’Utri, condannato per frode fiscale e false fatturazioni e creatore di Forza Italia, o Licio Gelli, condannato per aver infiltrato la sua organizzazione, la P2, in tutti i settori dello Stato italiano, si può chiudere un occhio. Gli amici non si tradiscono mai, soprattutto se ricambiano. Craxi, ad esempio, gli ha permesso con un decreto legge ad hoc di disporre di tre canali televisivi nazionali con cui fa propaganda politica per il suo partito e Gelli lo ha iscritto alla sua organizzazione di delinquenti. Berlusconi possiede anche la Mondadori, il più importante gruppo editoriale italiano. Se lo è aggiudicato grazie alla corruzione di giudici del suo avvocato di fiducia, Cesare Previti, poi finito in galera. Se la Merkel possedesse tre televisioni e 40 tra giornali e settimanali non avrebbe bisogno di fare la Grosse Koalition. Alle elezioni avrebbe l’80% dei voti.
La Ryanair ci sbeffeggia per i rifiuti di Napoli (la pubblicità "dell'infamia"). Mike Jagger, il frontman dei mitici Rolling Stones, ha ammesso la sua totale ignoranza sulla musica nostrana. Cosa conosce dell'Italia? Le scene del banchetto a spumante e mortadella improvvisato al Senato. Lo hanno fatto molto divertire. Peccato che fossero immagini che provenivano dal nostro Parlamento e non dal palcoscenico di Zelig.
Poco tempo fa l'orgoglio nazionale era stato messo a dura prova da un pezzo del New York Times che ci descriveva come un popolo triste. Anzi, peggio: come il più triste d'Europa. Ancor prima, nel luglio del 2007, l'Inghilterra guardava ai nostri programmi televisivi e s'indignava: "le donne sono solo oggetti" ci aveva bacchettato l'autorevole inserto patinato del Financial Times.
Dall'estero è facile scherzare sui nostri, innumerevoli problemi. Ben più grave, anzi, del tutto allarmante, è che il Censis nel suo ultimo rapporto annuale abbia definito la nostra società "una poltiglia".
Chissà come racconterebbe oggi la nostra Italia Giorgio Gaber, lui che qualche anno fa cantava:
Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.
Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.
Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
2 commenti:
E' ora di concludere l'esperienza unitaria. Il Nord torni all' Austria o alla Germania, il Sud vada per conto suo...
Io nato a Trieste, mi sento austriaco e non voglio avere nulla a che fare con i Latini. Noi del Nord siamo Germani, la mentalità mediterranea non ci è congeniale.
C'è da vergognarsi a parlare italiano, quando sono all'estero mi faccio passare sempre per tedesco....
Mi dispiace non potermi rivolgere a Lei chiamandola per nome. Vede, Sig. Anonimo, di gente come Lei proprio non ne abbiamo bisogno.Ma, quando si fa passare per tedesco, non avverte una seppur vaga sensazione di ridicolaggine, la stessa, per intenderci, che io ho patito leggendo le sue righe?
Indubbiamente, se Lei non sente alcun legame con la mia Patria, c'è poco da fare.Sono qui ad incoraggiarla a trasferirsi in Austria.Dopo un pò, potrebbe anche richiedere la cittadinanza. Peccato che i suoi documenti dichiareranno per sempre: nato a Trieste. Italia.
Carmen Biangardo
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