28 novembre 2008

Social network per i belli. L'incubo continua...

Ho l'allergia ai social network. Dopo aver sentito parlare per mesi (che sono sembrati anni) di Myspace e dopo essere stata guardata dall'alto in basso perché ho osato denigrare Facebook, ecco qua pronto un nuovo strumento di assembramento virtuale (e forse l'ennesima miniera d'oro, sempre virtuale). Arriva il social network dedicato ai belli. Mi immagino già le scene in palestra. "Ti sei iscritto a Beautiful People?". "No, cos'è?". "Come sei antico...". E sull'autobus mi toccherà sentir parlare pure di quello. E vabbé.

Ansa, 2008-11-27 10:58 ROMA - Nel panorama dei 'social network' in Italia ne arriva uno solo per i belli. Si chiama "beautiful people.net", è nato in Danimarca nel 2002 e, forte di 120.000 membri in tutto il mondo, ora sbarca nel nostro Paese, "il che è ovvio - spiega Vittorio Sgarbi - visto che questo è il Paese della bellezza".

Il meccanismo è semplice: ci si registra caricando una foto sul sito: saranno poi quelli che sono già iscritti a decidere, votando sulla base dell'immagine e del curriculum, se si può restare o meno nel network, che promuove al suo interno relazioni private e professionali, eventi e viaggi, o se se ne viene espulsi. Dunque, una cooptazione in base al solo criterio della bellezza. Insomma, i brutti non possono entrare.

"Mi sa che Rosy Bindi non la accetterebbero...", dice Vittorio Sgarbi alla presentazione, ribadendo però che "il brutto ha comunque un suo valore: se non altro per affermare e far risaltare il bello". E il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, definisce "estremamente interessante il "sito dei belli, al quale io non posso iscrivermi. Il problema, però, e avere il tempo una volta iscritti di frequentare questi network".

Un video che riflette il mio pensiero su Facebook:

25 novembre 2008

Scritte capovolte e non solo

ǝʇloʌodɐɔ ǝʇʇıɹɔs ǝɹɐɹǝuǝƃ ǝɯoɔ. Per la gioia dei motori di ricerca (di cui me ne frego, visto il carattere "ludico" di questo blog) ho inserito un'apertura insolita. La traduzione "capovolta" del titolo. E non ci ho messo neppure molto tempo a generare la frase. Basta un semplice tool che troverete a questo indirizzo: www.fliptitle.com.
In quella stessa pagina è linkato anche un sito che vi permetterà di sapere l'età di internet. Mentre scrivo siamo a 25 anni, 10 mesi, 4 giorni, 9 ore... (tralascio minuti e secondi che cambierebbero prima che io finisca la frase, rischiando di entrare in un loop di ricorrezioni e aggiornamenti). Il sito è http://ageofinternet.net.
Sono più vecchia di internet. Buona a sapersi...

19 novembre 2008

Uno di voi ci tradirà. 150.000 volte l'anno


Ancora una volta un'immagine dell'iconografia cristiana viene presa in prestito per una pubblicità progresso. I commensali dell'Ultima cena di Leonardo assumono le sembianze di cani e l'unico a mantenere un volto umano è Giuda. Il messaggio è chiaro. "Uno di voi ci tradirà". 150.000 volte l'anno. A tanto infatti ammontano gli abbandoni degli animali. La campagna, affidata alle promocard, spetta alla Oipa, l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali

Agenzia: Remember +, Milano
Creative Director: Fabio Anzani
Copywriter: Massimo Mariottini
Illustratore: Stefano Delli Veneri

Vedendo i commenti in Rete ho scoperto che la campagna ha diviso le opinioni. Prevedibile, visto il simbolismo religioso a cui si ispira. C'è chi la trova di dubbio gusto e chi invece la trova efficace. Francamente apprezzo il tentativo di sperimentare nuove strade e linguaggi per affrontare un tema tristemente noto. E il messaggio è chiaro e - forse perché non proprio immediato - colpisce in tutta la sua forza. Che piaccia o meno, di sicuro spinge alla riflessione. Speriamo che spinga anche qualche padrone a non tradire il suo cane...

18 novembre 2008

"Citizen Kane" il film più bello


Visto il mio ultimo post, non potevo non riprendere quest'Ansa, pubblicata un'ora fa.
Ansa 2008-11-18 15:50
PARIGI - Al primo posto c'é 'Citizen Kane' (Quarto potere) di Orson Welles, il secondo è conteso da 'La morte corre sul fiume', dell' inglese Charles Laughton e 'La regola del gioco' di Jean Renoir, al terzo 'Aurora' di Friedrich Wilhelm Murnau. Primo italiano è 'Il gattopardo' di Luchino Visconti, in 14/a posizione. E' la classifica dei 'Cento film piu' belli del mondò stilata da una settantina di esperti, tra critici, registi, responsabili di cinema, riuniti dalla rivista 'Les cahiers du cinema', pubblicata oggi dal quotidiano Le Figaro.

Altri film di registi italiani in classifica, oltre a 'Il gattopardo' sono: 'L'Avventurà di Michelangeo Antonioni, 'Otto e mezzo', 'Amarcord' e 'La dolce vita' di Federico Fellini, 'Roma citta' apertà di Roberto Rossellini, 'Ladri di biciclette' di Vittorio de Sica, 'C'era una volta l'Americà di Sergio Leone. Di Visconti c'é anche 'Senso'. Tra gli altri, rientrano nella top ten di questa classifica anche 'L'Atalanté di Jean Vigo, 'M - il mostro di Düsseldorf' di Fritz Lang, 'Cantando sotto la pioggia' di Stanley Donen e Gene Kelly, 'Vertigo di Alfred Hitchcock, 'Les enfants du paradis' di Marcel Carné. I 'Cento film piu' belli del mondò saranno proiettati da domani fino al 6 luglio prossimo nella sala parigina del Reflet Medicis.

La classifica è apparsa sul Figaro. Non credo la classifica tenga conto del doppiaggio italiano di "Quarto potere"...

17 novembre 2008

"Quarto potere" e gli scempi dei traduttori

Ieri ho visto la versione rimasterizzata di Citizen Kane, noto in Italia come "Quarto potere". I doppiatori italiani, soprattutto del passato, sono inappuntabili. Tutti all'altezza del compito (divertente Gino Cervi nella sua interpretazione del cinegiornale, grandiosa la doppiatrice dell'insopportabile seconda moglie "cantante" del protagonista, con una voce così squillante che ad alto volume perforava i timpani).
Promossi i doppiatori, molto meno i traduttori.
Ma è un problema diffuso, soprattutto quando si devono rendere giochi di parole.
Partiamo dal titolo. Orson Welles aveva pensato a "Citizen Kane", ovvero "Il cittadino Kane". Il film è incentrato sulla sua vita, sulla vita del famoso e brillante uomo pubblico e, dopo la sua morte, sulla vita del vero Kane, quello fragile, egocentrico, incoerente e dai difficili rapporti interpersonali. In Italia si è optato per "Quarto potere" ma francamente per tutto il film (che ricordo incentrato sulla vita di Kane più che sul suo ruolo di editore e sul suo potere sui mass media) viene spontaneo domandarsi perché non siano rimasti fedeli al titolo originale. Che aspettative genera un titolo del genere? Di sicuro non ci si aspetta di vedere un'opera incentrata sulla vita (pubblica e privata) di un uomo, ma piuttosto un'analisi del potere della stampa. E vabbé...
Ma non è l'unica traduzione forzata che mi ha fatto storcere il naso. E da qui in poi attenzione agli SPOILER!
Una delle intuizioni più interessanti del film è di aver ripercorso la vita di Kane come se si trattasse di un giallo da risolvere. Prima di morire, il magnate ormai solo e sconfitto, aveva lasciato cadere una palla di neve e pronunciato la parola "Rosabella". Per tutto il film un giornalista improvvisatosi investigatore domanda alle persone che lo hanno conosciuto in vita se conoscessero Rosabella. Si dava per scontato fosse una donna. Eccerto, con un nome simile o si cerca la "femme" o un personaggio di Topolinia. Il giornalista (che non andava di sua sponte ma spedito quasi a calci dal capo che voleva uno scoop) alla fine non scopre nulla. Conclude dicendo che quel nome forse non era importante e che non poteva essere la chiave per interpretare la vita di Kane. E qui il pubblico sobbalza sulla sedia: "se lo dice con quel tono e quella musica di sottofondo, è ovviamente una cosa importantissima!". A quel punto la telecamera lo abbandona, si sposta nelle stanze piene di oggetti preziosisissimi finiti all'asta (Kane non aveva eredi, il figlio era morto in un incidente con la prima ex moglie) e passa alla stanza della "cianfrusaglie", dove gli oggetti meno preziosi finiscono nel camino. Zoom della telecamera ed ecco riapparire lo slittino della sfortunata infanzia di Kane(interrotta a 6 anni quando la madre per dargli un futuro migliore lo affidò a una banca). La telecamera indugia sulla scritta "Rosebud" impressa sullo slittino, ormai divorato dalle fiamme. La voce del protagonista accompagna la scena con un "Rosabella".
Ecco quindi svelata la chiave per interpretare tutta la sua vita. E uno spettatore italiano si domanda "E quindi? Qual è la spiegazione? Gli mancava la sua infanzia, gli mancavano le sue origini, gli mancava la madre...?". Tra l'altro in una delle prime scene di vita con i banchieri, Kane riceve da loro un nuovo slittino. Si presume che la sua infanzia non fosse del tutto interrotta. In effetti manca un dettaglio. "Rosebud" in inglese significa "bocciolo di rosa" (e non "rosabella"), ma è anche usato per indicare una persona incompleta, irrealizzata. A quel punto assume un valore diverso anche lo scontro fisico tra il piccolo Kane e il banchiere che doveva condurlo lontano dalla famiglia: per difendere la sua infanzia aveva usato lo slittino come arma. Il doppiaggio italiano non gli ha reso onore. Nella versione estesa che io ho visto, poi, per l'impossibilità di ridoppiare per intero il film, le parti inedite in inglese si alternavano a quelle in italiano. Un effetto abbastanza fastidioso per chi capisce i dialoghi originali, insopportabile per chi non mastica l'inglese.
Da Wikipedia un'interpretazione alternativa:
Numerosi critici (cfr. Bertetto) hanno ipotizzato che, dietro la vicenda dell'uomo-Kane, ci sia una intenzione metaforizzante: il magnate che ha iniziato la sua fortuna grazie all'oro di una miniera per poi franare nell'impossibilità di amare a seguito della sua caduta nelle spire degli interessi economici rappresenterebbe l'America e la sua "caduta" dalla condizione di grazia di "giovane nazione". Significativo, al riguardo, sarebbe il parallelismo tra la vecchia slitta (Rosabella) e la corrispettiva slitta nuova ricevuta da Kane dopo l'affidamento al tutore.


Per i giornalisti e gli appassionati di comunicazione, ci sono alcune chicche
L’editore Orson Welles e il caporedattore Erskie Sanford
Dunque signor Carter, c'è un titolo di tre colonne in prima pagina del Chronicle. Perché l'Inquirer non ha un titolo su tre colonne?
La notizia non era importante.
Signor Carter, se il titolo è grande, la notizia diventa subito importante.

Altre frasi celebri le trovate qui. Qui invece c'è una bella analisi filmica.

14 novembre 2008

Donna crocifissa... non scherziamo!

Lo stupro non è un problema. Non fa notizia. Il nuovo manifesto di Telefono Donna non indigna per quella verità sconvolgente che urla al mondo (ovvero che solo il 4% delle donne denunciano il violentatore) ma per la forma. Per chi ancora non lo sapesse, il crocifisso non si tocca. Mai. Neppure per una campagna sociale, neppure se il legame col martirio non è neppure poi così gratuito. In caso contrario è scandalo, si incappa nella censura, perché si è offeso un simbolo della cultura cristiana. Riassumendo: se esponi una donna anoressica nuda per una marca di abbigliamento non è grave (anzi, ottieni anche il patrocinio del Ministero della Sanità), se attribuisci a due bambini nudi comportamenti sessuali sei un grande comunicatore, se fai assumere a una donna una posizione crocifissa ti arrivano badilate di polemiche.
Ecco il manifesto dell'infamia.

Nella stessa giornata in cui la Chiesa e alcuni parlamentari danno degli assassini ai giudici che hanno garantito il diritto alla libertà e alla vita (intesa in senso pieno) di Eluana, mi domando se non ci sia qualcosa di strano in tutto questo...
Ansa, 2008-11-13 21:45
MILANO - Una donna nuda stesa su un materasso bianco nella posa della crocifissione. Per la giornata mondiale contro la violenza sessuale, il Telefono Donna ha scelto un'immagine shock che a Milano, pero', rischia di restare nei magazzini invece di finire sui pannelli di affissione. L'assessore all'Arredo Urbano del Comune, Maurizio Cadeo, ha infatti annunciato che cerchera' in tutti i modi di impedire che il manifesto di Telefono Donna finisca sulle strade.

''Faro' tutto quanto e' in mio potere - ha affermato - per evitare l'affissione del manifesto, di cui contesto il messaggio, che lede il sentimento religioso dei cittadini''. La donna raffigurata nel manifesto, che dovrebbe finire su 500 spazi di pubblica affissione del Comune, ricorda inequivocabilmente il Cristo in croce e sopra il drappo che le copre le parti intime campeggia la scritta: ''Chi paga per i peccati dell'uomo?''. ''Chiediamo all'associazione di ritirare il manifesto - ha attaccato Carlo Fidanza, capogruppo di An a Palazzo Marino - perche' una giornata cosi' importante non deve essere svilita da una provocazione del genere''. Ma lo spettro della censura ha subito agitato la classe politica milanese.

''Roba da medioevo - ha ribattuto Pierfrancesco Majorino (Pd) - se dovessimo applicare il metodo Cadeo in tv, dovremmo oscurare il 70% delle trasmissioni di Rai e Mediaset''. La nuova polemica riporta il clima politico al settembre dell'anno scorso, quando, durante la settimana della moda, un marchio di abbigliamento affisse per Milano numerosi poster, firmati da Oliviero Toscani, che raffiguravano il corpo nudo di una ragazza, martoriata dall'anoressia. Allora fu il sindaco Letizia Moratti in persona a tuonare perche' il manifesto fosse rimosso. ''Chi censura e' sempre un mentecatto - ha rievocato le polemiche di oggi e di allora, Oliviero Toscani - e se gia' oggi c'e' qualcuno che ride di lui, domani tutti lo derideranno, perche' la censura e' sempre passata per imbecille nella storia''.

Se c'e' qualcuno che invece preferirebbe stare lontana dalle polemiche e' Stefania Bartoccetti, presidente dell'associazione Telefono Donna, che dopo un primo via libera degli uffici comunali, aveva gia' fatto stampare i manifesti con la donna in croce. ''Da cattolica - ha affermato - non ci vedo nulla di offensivo ne' di blasfemo. Abbiamo scelto un'immagine forte per spingere le vittime delle violenze a uscire dal silenzio''. Resta ora da capire quale messaggio scegliera' il Comune per la giornata mondiale contro la violenza, visto che l'assessore Cadeo e la responsabile dei Servizi Sociali Mariolina Moioli hanno deciso di realizzare un nuovo manifesto per occupare gli spazi di affissione pubblica a Milano il 25 novembre. ''Sull'odioso problema della violenza sulle donne - ha spiegato Cadeo - non dobbiamo abbassare la guardia e l'amministrazione si impegnera' in prima persona, anche sul fronte della sensibilizzazione, con un suo manifesto''.

11 novembre 2008

Un anno con Greenpeace

Potrei scrivere un intero post tessendo le lodi del nuovo calendario di Greenpeace "Standing up of the Earth" per il 2009. Belle foto, ambienti da sogno, animali per cui vale la pena di lottare. Potrei anche lodare l'iniziativa (è stampato su carta riciclata sbiancata senza cloro) e invitare ad acquistarlo. Ma mi sembrerebbe di contaminare un'iniziativa in cui credo con una pubblicità smaccata (per la quale non me ne viene neppure in tasca niente, salvo la soddisfazione di aver aiutato l'associazione).
Mi limiterò a inserire l'immagine che più mi ha colpita.

Una famiglia di orsi, serena nonostante lo scioglimento dei ghiacci. In effetti le foto del calendario sono splendide, soprattutto perché rappresentano il pianeta vivo, non quello in agonia. Come a dire "ecco cosa possiamo ancora salvare". Meglio iniziare l'anno con immagini di speranza.
Per vedere i 12 scatti del calendario (più la copertina) e scoprire l'intera inziativa, ecco il link alla pagina di greenpeace: calendario-2009

10 novembre 2008

Come una rosa blu...

A breve gli innamorati potrebbero regalarsi una rosa blu. Complice la manipolazione genetica, il fiore "utopia" per eccellenza sarà a breve realtà. Ma ne vale davvero la pena? Non c'erano abbastanza fiori splendidi? Dovevamo per forza metterci lo zampino?
Ansa, 2008-11-09 16:10
ROMA - Diventa possibile ottenere fiori geneticamente modificati in modo da avere i petali blu ed è già scattata la corsa per brevettare la prima pianta di rose di questo colore. E' stata clonata infatti la proteina che colora i fiori.

Era nota da tempo, ma solo adesso un gruppo dell'università olandese Vrije di Amasterdam, coordinato dall'italiana Francesca Quattrocchio, è riuscito a localizzare il gene che produce questa proteina nell'epidermide dei petali. La ricerca, pubblicata nell'ultimo numero della rivista Nature Cell Biology e condotta in collaborazione con le università italiane di Lecce e Perugia, dimostra che è possibile manipolare il gene che produce la proteina chiamata PH5: applicata sulle petunie, la manipolazione del gene ha modificato il colore dei petali da rossastro a blu. "La cosa importante - spiega Quattrocchio - è controllare il livello di acidità nei vacuoli".

Come accade in una cartina di tornasole, se l'ambiente nei vacuoli è acido, i petali sono rosa o rossi; se invece il livello di acidità è basso i petali diventano blu. La proteina che permette di controllare questo meccanismo si chiama PH5 e funziona come una pompa, producendo un ambiente acido nei vacuoli. Mutare il gene che la produce significa poter ridurre, oppure aumentare, il livello di acidità. Se quindi il funzionamento della PH5 viene spinto al massimo, si otterranno fiori di un rosso acceso; se invece viene rallentato, il rosso di spegne per lasciare emergere il blu.

La ricercatrice che ha scoperto come manipolare geneticamente i fiori per farli diventare blu, Francesca Quattrocchio, ha lasciato l'Italia da circa venti anni per lavorare in Olanda. La nostalgia del suo Paese c'é, "ma so che non tornerò prima della pensione".

"Intanto - prosegue - non ho mai smesso di avere collaborazioni con l'Italia, come nel caso della ricerca pubblicata oggi". Ma certamente considera improponibile tornare a lavorare in Italia in un momento come questo, "quando i tagli ai fondi delle università rischiano di compromettere seriamente l'attività di ricerca. E' una situazione drammatica, che sto seguendo con il cuore in gola".

A lungo la rosa blu è stata considerata il simbolo di qualcosa di unico e diverso, e proprio per questo prezioso. A me questa notizia non molto poetica ha fatto venire in mente una poesia di Gerda Klein, che conosco da quando ero piccola. Dopo che la rosa blu sarà messa in commercio e diventerà la nuova moda di turno, non avrà più lo stesso sapore.

La rosa blu

Jenny è una bambina...
Un’adorabile bambina.
I suoi occhi sono color nocciola,
i capelli un po’ più scuri.
Se i capelli
le cadono sugli occhi,
li scosta.
Ma la mano
non va dritta alla fronte.
Prima
Si curva come un fiore
al primo schiudersi
dei petali.
Poi
scosta
i capelli dagli occhi.
Jenny è diversa.
Per me Jenny è come una rosa blu.
Una rosa blu?
Avete mai visto una rosa blu?
Ci sono rose bianche
e rose rosa
e rose gialle
e un’infinità di rosse rosse.
Ma blu?
Un giardiniere sarebbe felice
di avere una rosa blu.
Una Rosa Blu
La gente verrebbe da lontano per
vederla.
Sarebbe rara,
diversa, bella.
Anche Jenny è diversa.
Ecco perché, in qualche modo,
è come una rosa blu.
È come se Jenny
Vivesse dietro uno schermo
uno schermo
che non riusciamo a vedere.
Forse ha colori magnifici.
Forse quei colori
a volte distraggono Jenny
dal prestare attenzione
a quel che diciamo:
o forse ascolta una musica
che noi non possiamo sentire.
Jenny è come un uccellino
Un uccellino dalle ali molto corte,
mi capita di pensare.
Per un uccellino così, volare è difficile:
ci vuole più forza, più fatica, più tempo.
Per un uccellino con le ali normali
volare è una cosa scontata.
Ma un uccellino con le ali corte
deve impegnarsi molto per imparare.
Deve essere più bravo degli altri.
È per questo che dobbiamo capire
Che conquista è per Jenny imparare.
Non importa cosa.
Jenny è come una rosa blu,
delicata e bellissima.
Ma le rose blu sono così rare
che ne sappiamo poco, troppo poco.
Sappiamo solo che hanno bisogno
di essere curate di più.
Di essere amate di più.

9 novembre 2008

La ballata della moda

Questa sera a Crozza Italia hanno presentato un pezzo non molto conosciuto di Luigi Tenco.

Il testo:
Era l'autunno e il cameriere Antonio
servendo a un tavolo di grandi industriali
sentì decidere che per l'estate prossima
sarebbe andata di moda l'acqua blu.
Lo dicevano che bastava fare una campagna di pubblicità
mettere in ogni bar un po' di bottigliette ed il successo non poteva mancare.

Antonio fra se' rideva Ah AH AHAHAH
diceva ME NE INFISCHIO DELLA MODA
IO BEVO SOLO QUELLO CHE MI VA

Venne l'inverno e Antonio vide al cinema
cortometraggi con bottiglie d'acqua blu
fotografie sui muri e sui giornali
di belle donne che invitavano a provarla
In primavera già qualcuno la beveva e pure lui un giorno
a casa di un amico
dovette berla perchè quello imbarazzato gli disse:
"Scusa ma non m'è rimasto altro".

Antonio però rideva Ah Ah AH AHAHAH
DICEVA ME NE INFISCHIO DELLA MODA
MA IN MANCANZA D'ALTRO BEVO QUEL CHE C'E'

Venne l'estate ed in villeggiatura
Antonio aveva sete non sapeva cosa bere
in ogni bar dove chiedeva un dissetante
manco a farlo a posta gli servivano acqua blu.
Le prime volte lui si era opposto ma poi pensò:
"Ma chi me lo fa fare!" e da quel giorno a poco a poco si abituò
un mese dopo non beveva altro.

Antonio però rideva AhAhAh, AHAHAHA
diceva ME NE INFISCHIO DELLA MODA,
MA BEVO QUESTA BIBITA PERCHE' MI VA.

Ora è autunno e Antonio è all'ospedale
intossicato perchè beveva troppo
e per servire quel tavolo importante
si è fatto sostituire dall'amico Pasquale.
Stan decidendo per la prossima moda un pantalone a strisce gialle e nere
basterà fare una gran pubblicità,farlo indossare a qualche grande attore

Pasquale fra se' sorride AHAHAHAHAHAH
e dice ME NE INFISCHIO DELLA MODA
IO PORTO SOLO QUELLO CHE MI VA
Ma io vedo già Pasquale AHAHAHAHAH
Chissà come starà male con i pantaloni a strisce gialle e nere!

Decisamente ci aveva visto lontano...

7 novembre 2008

Obama, bello ma soprattutto "abbronzato"

La premessa è nota. Il premier Silvio Berlusconi ha dichiarato che Obama - il nuovo presidente degli Stati Uniti, mica il primo pirla di passaggio - "è giovane, bello e anche abbronzato". Dare dell'abbronzato a un uomo di colore è sembrata una presa per i fondelli in piena regola. Ed è scoppiata la polemica.
Corrado Giustiniani, sul suo blog su La Stampa, ci è andato giù moderatamente pesante:
In quante lingue è rimbalzata ieri in ogni angolo del mondo la gaffe di Silvio Berlusconi: “tanned”, “bronzé”, gebraunt", “bronceado”...Non c'è giornale, non c'è sito Internet, non c'è televisione che non abbia ripreso l'uscita infelice del nostro Presidente del Consiglio. Ci rimarranno impresse a lungo quelle immagini televisive, con Silvio che allarga gioiosamente le braccia già pregustando la battuta che sta per fare: Obama «è giovane, bello e anche abbronzato» e poi ci ride su, compiaciuto, volgendo la testa intorno in cerca di consensi. Fosse stata una frase sussurrata su un palco italiano, davanti al taccuino dei giornalisti, avrebbe potuto dire di essere stato frainteso. E, per il buon nome del paese, qualche collega avrebbe magari accettato di sobbarcarsi tacitamente una colpa che non aveva. Ma qui c'è un evento internazionale, il presidente russo Medvedev che ascolta, l'interprete che traduce, l'audio tv che giunge forte e chiaro.

L'uso del termine “abbronzato” al posto di nero, spiega il linguista e critico letterario Massimo Arcangeli, è la spia «di un razzismo subdolo e insinuante». Penso che sia ancora peggiore di “negro”, perché contiene una sua carica ironico-derisoria, dal momento che da quell'abbronzatura non si torna indietro. Averlo usato per dare il benvenuto al presidente degli Stati Uniti ci lascia semplicemente senza parole. Immaginiamo l'imbarazzo fra gli animatori di quel Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali (Unar) che ha sede proprio presso la Presidenza del Consiglio e che, per sua missione, da anni promuove campagne contro il razzismo

La Repubblica, in modo velato, segnala che abbiamo fatto una figuraccia mondiale.
Il suo viso impazza sulle home page dei siti di mezzo mondo. Le sue parole su Obama, "bello e abbronzato", fanno il giro del pianeta. Ma non è una gaffe, giura il presidente del Consiglio da Mosca. Anzi, è tutto il contrario. "Ad Obama io ho fatto un gran complimento".

E allora perche nulla o quasi compare - 15 ore dopo - sulla home page del Popolo delle Libertà?

La domanda sorge spontanea dopo il nuovo rilancio del premier, che dalla Russia definisce "imbecilli" quelli che lo hanno criticato o semplicemente messo in evidenza le sue parole. Così come sorge spontaneo cliccare sul sito web del partitone berlusconiano credendo di trovare, in bella mostra, la "carineria assoluta" del Cavaliere.

E invece poco o niente. Grande titolo sulla fine dell'"assalto alla diligenza" per la Finanziaria, e sottopancia vari tra Gelmini e petizioni di Libero anti-occupazioni nelle scuole. Dell'intero viaggio in Russia, "abbronzatura" alla Casa Bianca compresa, c'è traccia solo in un trafiletto, occupato da Giorgio Stracquadanio, "sicuro che Obama non si è affatto offeso". Insomma, la faccenda è semioscurata. C'è solo il commento, non la notizia. E poco importa se su internet nessuno, o quasi, in Italia e nel mondo, la nasconde.

Questione di tempi? Forse. Ma allora come mai le parole sulla legge Finanziaria, pronunciate dopo quelle sul colore della pelle del nuovo presidente americano, campeggiano su quella home page con tanto di foto formato maxi?

Forse il Cavaliere, tanto attento alla disinformatia nazionale, al ritorno in Italia darà una tiratina d'orecchi ai responsabili del sito del Pdl: "Ma come, io faccio una carineria, un gran complimento al presidente Usa e voi nemmeno un titolo?". O forse no. Forse lascerà correre tanta negligenza. E comincierà a guardarsi, anche in casa propria, dal regime imperante e tetro della sinistra.

E Berlusconi, come ha reagito? Si è cosparso il capo di cenere? Non proprio... Mentre i suoi alleati accusano la sinistra di essere tetra e di non capire le battute (ma in quello sono in buona compagnia, quella degli esseri pensanti del Paese), lui replica (fonte Ansa):
"Li conoscevamo gia' ma non pensavamo fossero cosi' tanto imbecilli". Cosi' il premier Slvio Berlusconi, lasciando lasciando Mosca, diretto a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario, ha risposto ai cronisti italiani che gli chiedevano il suo stato d'animo dopo la lettura dei giornali e le tante critiche piovutegli addosso per le sue parole su Barack Obama.

Di fronte alle critiche, ieri Berlusconi ha contrattaccato assegnando la "laurea del coglione" a chi, come il Pd, ha sparato a zero su quel suo "abbronzato" rivolto al presidente eletto degli Stati Uniti d'America.

Per Rainews24 le cose stanno diversamente.
Dire che il vincitore delle ultime elezioni statunitensi Barack Obama è "abbronzato" è, "un gran complimento", una assoluta "carineria"... Il presidente del Consiglio nega con forza la gaffe. E aggiunge: "Se hanno anche il torto di non avere sense of humour peggio per loro".

E all'estero, che figura ci abbiamo fatto? La Reuters India, ad esempio, ha commentato lapidaria che
Berlusconi, who himself sports a year-round tan, is famed in diplomatic circles for making sometimes inappropriate quips
.
Basta farsi un giro sulla stampa e sulle agenzie internazionali per capire che quel "tanned" è stato letto non come una carineria, ma come l'ennesima gaffe del premier italiano. E in molti hanno colto l'occasione di dedicargli un intero pezzo e ripercorrere, almeno in parte, la sua ricca carriera di figuracce. In effetti la sua battuta non è stata capita da parecchia gente, in Italia e all'estero. Ma si sa che gli imbecilli sono sempre in maggioranza...

6 novembre 2008

Dance of birds

Da piccola mi affascinavano le danze dei moscerini. All'arrivo del tramonto loro si riunivano in forme pulsanti. Delle vere e proprie nuvole in frenetico movimento. Qualche mese fa, di ritorno dall'ufficio, ho alzato gli occhi al cielo. Quelle stesse nuvole, ma di dimensioni maggiori, stavano attraversando i palazzi di Milano. Sono rimasta a fissarli finché non me li sono lasciata alle spalle. E lo stesso ho fatto anche nelle sere successive. Per mesi. Ero in moto (ovviamente passeggero) e mi forzavo di lasciarli perdere per timore, alla prima frenata improvvisa, di tornare a casa con un colpo di frusta da manuale. E invece non riuscivo a lasciarli perdere.
Ormai le giornate si sono accorciate e mio malgrado devo rientrare a casa coi mezzi pubblici. Non so se gli uccelli stiano ancora sfrecciando attorno al Pirellone (sarei curiosa di ammirarli da quelle finestre), ma quelle immagini mi mancano parecchio. Non avendo modo di registrarle dal vivo, le ho cercate in Rete.
Meglio di niente. Anche perché ho scoperto che la mia passione è condivisa da parecchia gente... Tutti fanatici delle danze dei moscerini?

Ecco quello che mi rallegrava al ritorno dall'ufficio:


Da Roma arrivano molti più video di uccelli in volo sulla città. Forse l'anima romantica dei milanesi non è così marcata come nella Capitale, forse non hanno tempo di alzare gli occhi al cielo oppure nessuno si è preoccupato di caricarli su Youtube. Però in questo caso Roma batte Milano 40 a 1.

Splendide riprese di storni in volo


Un filmato impressionante con milioni di uccelli in volo (peccato per la pessima risoluzione)

5 novembre 2008

Dell'Utri pensiero

Oggi non si parla di altro che della vittoria di Obama. Un nero alla Casa Bianca in effetti si era visto solo nei film di fantascienza, accompagnato ad aggressioni aliene e calamità di ogni tipo. Sperando che la sua presidenza non sia costellata da colpi di sfiga globali, non posso che congratularmi con lui. In realtà mi sarei congratulata quasi con chiunque, visto che Mc Cain e la terribile Palin mi facevano tremare per il futuro ambientale mondiale (ma vogliamo dare il potere a una tizia che sostiene la caccia a orsi e lupi DALL'AEREO? manco sporcandosi gli stivali a cercare le prede, il massimo della sportività!).

Mentre il mondo è con gli occhi puntati sugli Stati Uniti, io li metto nel cortile di casa. In fin dei conti, anche se là c'è aria di cambiamento, a Milano - complice l'umidità - si respira una certa aria di stagnazione. Ma forse è l'economia in crisi...

L'Ansa mi ha regalato un rotolone di Dell'Utri pensiero. Non mi sorprendo neppure più quando sento definire pubblicamente Mangano un eroe. E neppure quando qualcuno dice che la P2 è stata strumentalizzata (al punto che Licio Gelli si è guadagnato un programma su Odeon Tv). Penso sia sacrosanto cambiare gli anchorman del Tg3 perché non sono abbastanza gradevoli. Propongo di mettere due veline, magari straniere. Se sono sufficientemente svestite, nessuno si accorgerà che non parlano una parola d'italiano.
Basta davvero con l'antifascismo, che è obsoleto e detto tra noi ha anche un po' rotto i ***. Parliamo invece di pericolo comunista - quando i veri comunisti sono ormai morti di vecchiaia, di depressione o espatriati - e ricordiamoci che l'anti-mafia non rende, puzza di politica al punto da prendere di mira innocenti giusto per "farli fuori". Guarda il caso Dell'Utri.

Bevetevi il suo intervento in un sorso.

ROMA - Il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri ribadisce, come aveva già fatto qualche mese fa, che lo stalliere di Arcore, Mangano, pluricondannato e accusato di reati di mafia, era "un eroe". E lo fa conversando con Klaus Davi a 'KlausCondicio' la trasmissione politica su 'YouTube'. "Tra le tante persone assunte ad Arcore - spiega Dell'Utri - c'era anche Mangano, che io conoscevo e sapevo bravo nella conduzione degli animali, perché lì c'erano soprattutto cani e cavalli. Mangano fu scelto per stare ad Arcore come stalliere e si comportò benissimo".

"Mangano, malato com'era -prosegue - sarebbe potuto uscire dal carcere e andare a casa, se avesse detto solo una parola contro di me o contro il presidente Berlusconi. Invece non lo ha fatto. Per me è un eroe, a modo suo. Un conto è dire così, un conto dire che è un eroe in senso assoluto". Il senatore, inoltre, respinge le voci di una presunta raccomandazione di Mangano da parte sua. "A parte il fatto che parliamo del 1974 - osserva - cercavamo semplicemente del personale adatto per la tenuta della casa di Arcore con i suoi 100 ettari di terreno".

ANTIMAFIA? RAPPORTO COSTI-BENEFICI SPROPORZIONATO
"L'Antimafia non è finita. C'é e ci sarà finché esiste la mafia ed è un bene. Credo, tuttavia, che, allo stato attuale, il rapporto tra costi e benefici sia assolutamente sproporzionato, soprattutto quando alcuni procuratori antimafia 'fanno politica'". Dell'Utri replica a Gian Carlo Caselli che aveva sostenuto l'impossibilità per i giudici di processare i politici collusi con la mafia. "E' giusto - aggiunge - che l'Antimafia faccia il suo lavoro e si impegni. Certamente tra le tante richieste e accuse che ha lanciato, alcune sono finite nel nulla. Ad esempio, io ero certo dell'innocenza di Calogero Mannino. Antimafia sì, insomma, ma evitando di fare politica. Questo per me è un must. In un Paese civile deve essere così. Purtroppo spesso non lo è stato. Non solo l'Antimafia, quanto piuttosto i procuratori di Palermo hanno usato molto e a sproposito lo strumento dell'aggressione politica. Io me ne sento in assoluto una vittima". "Non ci sarebbe stata l'accusa nei miei confronti - conclude - se non ci fosse stata la grande affermazione di Forza Italia in Sicilia nel 1994".

ANTIFASCISMO? E' OBSOLETO
L'antifascismo è "un concetto obsoleto. Ogni qual volta si tocca questo tasto - aggiunge Dell'Utri - succede un'insurrezione poiché questa situazione non è mai stata chiarita del tutto e la verità non è mai venuta a galla. Credo che ci sia ancora da lavorare da parte di tutti". "C'é anche da dire che il concetto di antifascismo, di per sé obsoleto - conclude - ritorna puntualmente in auge perché mancano nuovi argomenti seri di discussione e si finisce con il rivangare sempre gli stessi".

GOMORRA?NON E'GRANDE PUBBLICITA' PER ITALIA - "Penso che Roberto Saviano abbia ragione a voler andarsene dall'Italia. Il libro che ha scritto é un libro denuncia e in quanto tale oggetto di tante attenzioni poco piacevoli. Quindi capisco che possa avere paura, non ci vedo niente di male". "Certamente - aggiunge - non è una gran pubblicità per il nostro Paese anche se il male, purtroppo, esiste e quindi non possiamo negarlo. Forse però non dovrebbe essere enfatizzato in questo modo. Tuttavia non possiamo neppure negare che non ci siano questi problemi. Ad esempio il premier Berlusconi è andato a Napoli per affrontare il problema della monnezza ed è riuscito a toglierla dalle strade, ma la camorra non è altrettanto facile da estirpare". "Saviano - conclude Dell'Utri - è un fenomeno che è scoppiato dal punto di vista letterario: il successo di vendita del libro travalica qualsiasi critica. Il messaggio che dà alle future generazioni, anche se dovesse espatriare? Quello di essere delle persone oneste, che fungono da stimolo affinché lo Stato combatta la criminalità con tutte le forze e con correttezza".

INTERCETTAZIONI: DELL'UTRI, ORA CI SONO ALTRE PRIORITA' - "Una legge la si fa quando anche all'interno della maggioranza ci sono degli accordi". "Penso che in questo momento ci siano altre priorità - aggiunge - comunque una legge sulle intercettazioni che consenta alla magistratura di poter svolgere delle indagini è difficile da farsi, quindi bisogna lavorarci con grande attenzione".

P2 STRUMENTALIZZATA PER NON PARLARE D'ALTRO - "La P2 è una cosa che è stata montata per non parlare d'altro. Certo, esisteva per fare affari, ma è stata sempre strumentalizzata, da 40 anni a questa parte. Non si è mai voluto mettere la parola fine. Non c'é niente da fare. E' il costume del nostro Paese: prima di cambiarlo ci vorranno generazioni". Così il senatore del Pdl commenta il programma Tv condotto dal capo della P2 Licio Gelli. Dell'Utri rende noto di non essere "mai stato invitato". "Mi hanno fatto un'intervista - racconta - parlando dei diari di Mussolini che so che entrerà dentro. Gelli non lo conoscevo neanche ai tempi...".

CAMBIARE GLI UOMINI, AL TG3 SONO TROPPO DARK - "Negli ambienti della Rai ci sono ancora oggi dirigenti che sono stati messi dalla sinistra e che quindi rispondono a logiche di sinistra. E' difficile cambiare la televisione se prima non si cambiano gli uomini. E' difficile pensare che migliori la qualità della comunicazione quando a guidarla c'é gente che alimenta una visione negativa della vita". E' quanto afferma il senatore del Pdl Marcello a 'KlausCondicio' commentando la dichiarazione del premier Berlusconi secondo la quale la Tv è deprimente. "Qualcosa si sta già facendo - aggiunge - Berlusconi in prima persona continua a diffondere ottimismo. Io penso che qualcosa per forza dovrà cambiare, non so cosa, con la nuova Rai, ma comunque qualcosa cambierà". Come? Partendo da un nuovo approccio stilistico. "Le notizie, certo, bisogna darle - prosegue Dell'Utri - sennò si torna al fascismo, ma c'é modo e modo di comunicarle. Magari con conduttori più gradevoli di adesso". "Io - conclude - guardo il TG3, ad esempio, e vedo che ci sono degli anchorman che hanno già una faccia un po' gotica, un po' dark. Sicuramente, ce ne sono più in Rai che sugli altri network. Credo che il direttore del telegiornale dovrebbe dimostrare un maggiore 'esprit de finesse' in queste cose. Farle, dirle lo stesso, ma magari con un'altra espressione...".

3 novembre 2008

Tremonti oscurato dall'Onda


Dal sito di Repubblica del 2 novembre.
Onda anomala travolge il sito di Giulio Tremonti: il sito web del ministro dell'Economia è stato hackerato dagli studenti che protestano contro la riforma Gelmini. E' stato "defacciato" (termine che indica la sovrapposizione di una pagina su quella originale). Accedendo alla homepage appare una schermata nera dove si legge: "Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo i loro siti". In calce la firma: ondanomala, 01.11.2008. E sotto ancora: non ci fermerete.

Anche un sito di sostegno alle iniziative del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini sarebbe finito sotto attacco. La notizia, riferita su alcuni blog online, fa riferimento a Carlo Saffioti, un consigliere di Forza Italia, che la avrebbe confermata dicendo che diversi messaggi sono spariti dal sito e quella in linea attualmente è una versione non aggiornata. I messaggi visualizzabili sul sito si fermano alla data del 24 ottobre.

Nel weekend mi disintossico da internet e quindi la notizia l'ho letta solo pochi minuti fa. Il sito di Tremonti era già tornato alla normalità. Accontentiamoci dello screenshot