Mentre il mondo è con gli occhi puntati sugli Stati Uniti, io li metto nel cortile di casa. In fin dei conti, anche se là c'è aria di cambiamento, a Milano - complice l'umidità - si respira una certa aria di stagnazione. Ma forse è l'economia in crisi...
L'Ansa mi ha regalato un rotolone di Dell'Utri pensiero. Non mi sorprendo neppure più quando sento definire pubblicamente Mangano un eroe. E neppure quando qualcuno dice che la P2 è stata strumentalizzata (al punto che Licio Gelli si è guadagnato un programma su Odeon Tv). Penso sia sacrosanto cambiare gli anchorman del Tg3 perché non sono abbastanza gradevoli. Propongo di mettere due veline, magari straniere. Se sono sufficientemente svestite, nessuno si accorgerà che non parlano una parola d'italiano.
Basta davvero con l'antifascismo, che è obsoleto e detto tra noi ha anche un po' rotto i ***. Parliamo invece di pericolo comunista - quando i veri comunisti sono ormai morti di vecchiaia, di depressione o espatriati - e ricordiamoci che l'anti-mafia non rende, puzza di politica al punto da prendere di mira innocenti giusto per "farli fuori". Guarda il caso Dell'Utri.
Bevetevi il suo intervento in un sorso.
ROMA - Il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri ribadisce, come aveva già fatto qualche mese fa, che lo stalliere di Arcore, Mangano, pluricondannato e accusato di reati di mafia, era "un eroe". E lo fa conversando con Klaus Davi a 'KlausCondicio' la trasmissione politica su 'YouTube'. "Tra le tante persone assunte ad Arcore - spiega Dell'Utri - c'era anche Mangano, che io conoscevo e sapevo bravo nella conduzione degli animali, perché lì c'erano soprattutto cani e cavalli. Mangano fu scelto per stare ad Arcore come stalliere e si comportò benissimo".
"Mangano, malato com'era -prosegue - sarebbe potuto uscire dal carcere e andare a casa, se avesse detto solo una parola contro di me o contro il presidente Berlusconi. Invece non lo ha fatto. Per me è un eroe, a modo suo. Un conto è dire così, un conto dire che è un eroe in senso assoluto". Il senatore, inoltre, respinge le voci di una presunta raccomandazione di Mangano da parte sua. "A parte il fatto che parliamo del 1974 - osserva - cercavamo semplicemente del personale adatto per la tenuta della casa di Arcore con i suoi 100 ettari di terreno".
ANTIMAFIA? RAPPORTO COSTI-BENEFICI SPROPORZIONATO
"L'Antimafia non è finita. C'é e ci sarà finché esiste la mafia ed è un bene. Credo, tuttavia, che, allo stato attuale, il rapporto tra costi e benefici sia assolutamente sproporzionato, soprattutto quando alcuni procuratori antimafia 'fanno politica'". Dell'Utri replica a Gian Carlo Caselli che aveva sostenuto l'impossibilità per i giudici di processare i politici collusi con la mafia. "E' giusto - aggiunge - che l'Antimafia faccia il suo lavoro e si impegni. Certamente tra le tante richieste e accuse che ha lanciato, alcune sono finite nel nulla. Ad esempio, io ero certo dell'innocenza di Calogero Mannino. Antimafia sì, insomma, ma evitando di fare politica. Questo per me è un must. In un Paese civile deve essere così. Purtroppo spesso non lo è stato. Non solo l'Antimafia, quanto piuttosto i procuratori di Palermo hanno usato molto e a sproposito lo strumento dell'aggressione politica. Io me ne sento in assoluto una vittima". "Non ci sarebbe stata l'accusa nei miei confronti - conclude - se non ci fosse stata la grande affermazione di Forza Italia in Sicilia nel 1994".
ANTIFASCISMO? E' OBSOLETO
L'antifascismo è "un concetto obsoleto. Ogni qual volta si tocca questo tasto - aggiunge Dell'Utri - succede un'insurrezione poiché questa situazione non è mai stata chiarita del tutto e la verità non è mai venuta a galla. Credo che ci sia ancora da lavorare da parte di tutti". "C'é anche da dire che il concetto di antifascismo, di per sé obsoleto - conclude - ritorna puntualmente in auge perché mancano nuovi argomenti seri di discussione e si finisce con il rivangare sempre gli stessi".
GOMORRA?NON E'GRANDE PUBBLICITA' PER ITALIA - "Penso che Roberto Saviano abbia ragione a voler andarsene dall'Italia. Il libro che ha scritto é un libro denuncia e in quanto tale oggetto di tante attenzioni poco piacevoli. Quindi capisco che possa avere paura, non ci vedo niente di male". "Certamente - aggiunge - non è una gran pubblicità per il nostro Paese anche se il male, purtroppo, esiste e quindi non possiamo negarlo. Forse però non dovrebbe essere enfatizzato in questo modo. Tuttavia non possiamo neppure negare che non ci siano questi problemi. Ad esempio il premier Berlusconi è andato a Napoli per affrontare il problema della monnezza ed è riuscito a toglierla dalle strade, ma la camorra non è altrettanto facile da estirpare". "Saviano - conclude Dell'Utri - è un fenomeno che è scoppiato dal punto di vista letterario: il successo di vendita del libro travalica qualsiasi critica. Il messaggio che dà alle future generazioni, anche se dovesse espatriare? Quello di essere delle persone oneste, che fungono da stimolo affinché lo Stato combatta la criminalità con tutte le forze e con correttezza".
INTERCETTAZIONI: DELL'UTRI, ORA CI SONO ALTRE PRIORITA' - "Una legge la si fa quando anche all'interno della maggioranza ci sono degli accordi". "Penso che in questo momento ci siano altre priorità - aggiunge - comunque una legge sulle intercettazioni che consenta alla magistratura di poter svolgere delle indagini è difficile da farsi, quindi bisogna lavorarci con grande attenzione".
P2 STRUMENTALIZZATA PER NON PARLARE D'ALTRO - "La P2 è una cosa che è stata montata per non parlare d'altro. Certo, esisteva per fare affari, ma è stata sempre strumentalizzata, da 40 anni a questa parte. Non si è mai voluto mettere la parola fine. Non c'é niente da fare. E' il costume del nostro Paese: prima di cambiarlo ci vorranno generazioni". Così il senatore del Pdl commenta il programma Tv condotto dal capo della P2 Licio Gelli. Dell'Utri rende noto di non essere "mai stato invitato". "Mi hanno fatto un'intervista - racconta - parlando dei diari di Mussolini che so che entrerà dentro. Gelli non lo conoscevo neanche ai tempi...".
CAMBIARE GLI UOMINI, AL TG3 SONO TROPPO DARK - "Negli ambienti della Rai ci sono ancora oggi dirigenti che sono stati messi dalla sinistra e che quindi rispondono a logiche di sinistra. E' difficile cambiare la televisione se prima non si cambiano gli uomini. E' difficile pensare che migliori la qualità della comunicazione quando a guidarla c'é gente che alimenta una visione negativa della vita". E' quanto afferma il senatore del Pdl Marcello a 'KlausCondicio' commentando la dichiarazione del premier Berlusconi secondo la quale la Tv è deprimente. "Qualcosa si sta già facendo - aggiunge - Berlusconi in prima persona continua a diffondere ottimismo. Io penso che qualcosa per forza dovrà cambiare, non so cosa, con la nuova Rai, ma comunque qualcosa cambierà". Come? Partendo da un nuovo approccio stilistico. "Le notizie, certo, bisogna darle - prosegue Dell'Utri - sennò si torna al fascismo, ma c'é modo e modo di comunicarle. Magari con conduttori più gradevoli di adesso". "Io - conclude - guardo il TG3, ad esempio, e vedo che ci sono degli anchorman che hanno già una faccia un po' gotica, un po' dark. Sicuramente, ce ne sono più in Rai che sugli altri network. Credo che il direttore del telegiornale dovrebbe dimostrare un maggiore 'esprit de finesse' in queste cose. Farle, dirle lo stesso, ma magari con un'altra espressione...".
Nessun commento:
Posta un commento