27 gennaio 2008

Pillole di Fede

L'altro giorno, cercando video su Youtube, ho scoperto un frammento particolarmente succoso del Tg4 che mi ero francamente persa. Mentre al Senato si banchettava a mortadella e spumante, Emilio Fede ha contattato Renato Schifani per avere un bilancio dell'accaduto. Con sua grande sorpresa, a rispondere è stato Silvio Berlusconi che ha di fatto gestito il collegamento telefonico per l'evidente commozione dell'interlocutore.

Dal punto di vista della comunicazione politica, Emilio Fede dà sempre grandi soddisfazioni. Ogni notizia può essere data in infiniti modi diversi. La sintesi di argomenti complessi, la selezione dei dati da presentare, l'accurata scelta dei termini ("comunista" non ha la stessa accezione di "uomo di sinistra"), tutte operazioni così importanti e necessarie nel giornalismo, non sono mai casuali.
Ascoltate ad esempio l'annuncio dato dal Tg4 del malore avuto da Silvio Berlusconi, "caduto" nel momento in cui si rivolgeva ai giovani, "chiamati in futuro a essere gli eredi dei principi democratici della libertà".

24 gennaio 2008

Muore per infarto, la messa deve continuare

Mentre al Senato si decide del futuro del Governo Prodi, una notizia che ha ben poco a che fare con la politica ha catturato il mio interesse. A Trento, durante una celebrazione liturgica, un uomo è morto d'infarto. Il parroco ha deciso di continuare la messa, senza sentirsi in dovere di abbreviare il rito. I Queen avrebbero detto "Show must go on" ma la religione è una cosa ben più seria. Scontata la grandinata di polemiche.

Non entro nel merito della sua scelta. Non essendo credente, mi ritengo la meno adatta a parlare di fede e di riti da portare a termine. Magari il parroco si sentiva di interpretare in questo modo la volontà del defunto, estremamente devoto. Magari è dell'idea che la messa è così sacra che nulla la può fermare. Non è un po' quello che avviene nel film Mission? Le persone vengono uccise, ma i sopravvissuti continuano a professare la loro fede.

A farmi riflettere è stata l'immagine che ho visto al tg, di cui riporto una copia rimpicciolita. La gente seduta, spalle al cadavere abbandonato sul pavimento con uno squallido lenzuolo a coprirlo, ha continuato a seguire la messa. Perché? Perché non se ne sono andati? O altrimenti, perché non si sono riuniti a cerchio attorno al loro compaesano morto? Per loro non era accaduto nulla, solo un imprevisto da raccontare ad amici e parenti?
Penso che un luogo di culto dovrebbe sostenere la sacralità della vita e della morte. Questa immagine non solo manca di sacralità: manca di umanità.

22 gennaio 2008

I ladri imbranati diventano gli idoli della Rete

Non tutti i furti vanno nel verso giusto. In alcuni casi il ladro si può ritrovare con ai polsi un paio di scintillanti manette o, peggio ancora, ricoverato in un ospedale. È successo al 25enne Derrick Kosch, che è stato arrestato dalla Polizia dell’Indiana dopo un maldestro tentativo di rapina mano armata.

Il giovane era entrato in un minimarket e con una pistola aveva intimato al commesso a consegnargli l’incasso e qualche pacchetto di sigarette. Dopo aver ottenuto il bottino, Kosch si è bruscamente infilato la pistola in tasca, lasciando scappare un colpo. La Polizia l’ha facilmente identificato sulla base di una profonda ferita al testicolo destro. Mentre il maldestro ladro attendeva di essere operato, è quindi scattata la denuncia per rapina mano armata.

Con questo episodio Kosch si è guadagnato un posto nella classifica dei ladri più imbranati di tutti i tempi, che potrebbe essere tranquillamente vinta dal protagonista di questo video.

Benjamin Jorgensen, 38 anni, e Donna Hayes, di 36, sono stati descritti dai poliziotti come "una coppia di folli". Durante una rapina in un ristorante di Melbourne, Jorgensen ha rubato quella che pensava fosse una borsa piena di denaro. Forse aveva vistro troppi film in cui il malvivente scappa con un grosso sacco di iuta strabordante banconote. Nella vita reale però le cose vanno diversamente: la sua borsa era piena di panini. Come se non bastasse si è fatto scappare un colpo, che ha ferito la sua complice. La donna si è guadagnata così un mese di ospedale.

Anche l’Italia ha i suoi fulgidi esempi di “imbranataggine applicata al furto”. Al cinema hanno fatto storia le imprese dello sgangherato gruppo dei Soliti Ignoti, capaci di sfondare la parete sbagliata e fare irruzione in una cucina anziché nella stanza della cassaforte. Ma a volte la realtà supera l’immaginazione.

A Senigallia cinque rapinatori hanno fatto saltare il bancomat usando l'acetilene. La tecnica non è delle più innovative, ma i malviventi dovevano essere alle prime armi: non si spiega altrimenti come possano aver bruciato quasi l’intero bottino, di oltre 17 mila euro. Per loro solo cenere e pezzetti carbonizzati di banconote ormai inservibili.

A Grosseto, nel 2004, due giovani poco più che ventenni hanno rubato il camioncino di un panificio. La loro guida non doveva essere delle migliori: si sono infatti prima scontrati contro un palo poi, con danni più seri per il furgone, contro un muretto. Alla fine sono fuggiti a piedi, dimenticando addirittura un telefonino sul luogo del delitto. La Polizia, già sulle loro tracce per alcune segnalazioni ricevute, non ha avuto grosse difficoltà ad arrestarli.

Ad Andria (Bari), un ladro si è calato nel comignolo di una villa rimanendo incastrato. A liberarlo, del tutto increduli, sono stati gli agenti della Polizia, avvertiti dal complice che si è dileguato prima del loro arrivo.

A Lecce l’arrivo delle forze dell’ordine ha messo in fuga tre ladri che stavano depredando gli arredi da cucina di un ex ristorante. Con la mente di certo assorta in altri pensieri, uno degli uomini in fuga non si è accorto di una piscina vuota. Le fratture causate dalla caduta non gli hanno permesso di rimettersi in fuga.

A Pistoia, nel maggio 2007, un uomo ha rapinato per la seconda volta la stessa banca. In tutti e due i casi, l’esito è stato lo stesso: arresto immediato.
Medesima conclusione anche per una coppia di ladri che hanno pensato di derubare un negozio di telecamere di sicurezza a volto scoperto: le loro infrazioni sono state registrate da 17 occhi meccanici contemporaneamente.

21 gennaio 2008

Attenzione ai combattenti delle aiuole!

Dalla Rete un tam tam sotterraneo ha lanciato un nuovo movimento sovversivo: quello dei Guerrilla gardening. C'è di che averne paura: un gruppo di amanti del verde, armati di piantine e badile, scivolano tra le vie della città con il favore delle tenebre per... risistemare le aiuole incolte e abbandonate a se stesse.

La prossima volta che al mattino, a sorpresa, trovate agghindato a festa lo spartitraffico davanti a casa, non date per scontato che sia stata un'accortezza della vostra Giunta comunale.

Sorge spontanea, a questo punto, una domanda: perché?

La risposta sul sito Guerrillagardening.it è molto chiara: un'aiuola è molto di più di quello che appare a una rapida e superficiale occhiata.



"E'insegnare educazione civica in un modo nuovo e divertente ai bambini che vedranno i colori delle vernici sulla pietra.
E' regalare un po' di nuova meraviglia agli anziani che attraverseranno il nostro piccolo vialetto.
E' autofinanziare il nostro diritto al benessere.
E' mandare nuovamente un segnale nei fatti, ben fatti, a quella classe politica che non rappresenta i propri bisogni. Anche quello di vedere qualcosa di bello intorno a sè".

Se volete aderire al movimento dei Guerrilla gardering, ecco il link

20 gennaio 2008

Cerchi lavoro? Internet non sempre fa al caso tuo...

Internet è un bazar. Con un click puoi disporre di tutto. Anche di lavoro.
Ma non sempre le offerte che circolano in Rete meriterebbero di essere prese in considerazione. E quelle degne di nota sono così poche, così rare, che il più delle volte trovarle è solo una questione di fortuna o di determinazione.
Che cosa offre internet a chi è rimasto senza lavoro o, peggio ancora, deve cercarlo per la prima volta? Offre principalmente annunci che non prevedono retribuzione o che ne prevedono una così bassa da risultare ridicola.

Qualche esempio?
C'è chi cerca giornalisti con esperienza perché forniscano articoli corredati da foto per un compenso da pelle d'oca: 70 centesimi al pezzo. Il caffè che prendo al mattino per svegliarmi ne costa 85, di centesimi.
C'è chi cerca webdesigner che progettino un intero sito web in cambio di visibilità.
Questi anni difficili sotto il profilo lavorativo, soprattutto per i giovani, hanno creato una nuova, inarrivabile moneta di pagamento: la firma a fondo pagina, il proprio nome tra i titoli di coda.
A che serve? Temo a molto poco: parecchi supermercati non accettano gli autografi al posto degli euro.