Internet è un bazar. Con un click puoi disporre di tutto. Anche di lavoro.
Ma non sempre le offerte che circolano in Rete meriterebbero di essere prese in considerazione. E quelle degne di nota sono così poche, così rare, che il più delle volte trovarle è solo una questione di fortuna o di determinazione.
Che cosa offre internet a chi è rimasto senza lavoro o, peggio ancora, deve cercarlo per la prima volta? Offre principalmente annunci che non prevedono retribuzione o che ne prevedono una così bassa da risultare ridicola.
Qualche esempio?
C'è chi cerca giornalisti con esperienza perché forniscano articoli corredati da foto per un compenso da pelle d'oca: 70 centesimi al pezzo. Il caffè che prendo al mattino per svegliarmi ne costa 85, di centesimi.
C'è chi cerca webdesigner che progettino un intero sito web in cambio di visibilità.
Questi anni difficili sotto il profilo lavorativo, soprattutto per i giovani, hanno creato una nuova, inarrivabile moneta di pagamento: la firma a fondo pagina, il proprio nome tra i titoli di coda.
A che serve? Temo a molto poco: parecchi supermercati non accettano gli autografi al posto degli euro.
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