3 ottobre 2010

Mi Japan Festival!

Mi Japan
Questo adorabile gonfiabile ci ha dato oggi il benvenuto al MI Japan Festival, la tre giorni dedicata alla cultura e ai prodotti giapponesi, a Milano dal 1° al 3 ottobre all'Umanitaria in via San Barnaba.
Di cose da dire ce ne sarebbero molte. Come al solito mi faccio aiutare dalle foto scattate con l'orrenda ma fidata fotocamera del mio cellulare.

MI Japan
Una fontanella con le carpe proprio davanti all'ingresso. Non potevo non dedicarle almeno uno scatto (se non fossi stata a corto di memoria, sarebbero stati almeno il quadruplo): per me la carpa koi (la carpa ornamentale, per capirsi) è il simbolo stesso del Giappone. M'immagino che ogni fontana e laghetto artificiale ne ospiti almeno una dozzina. L'inizio, con il gatto gigante stile maneki-neko e le carpe koi, mi aveva già ripagata del viaggio.

All'interno di tutto un po': stand di origami, vestiti tradizionali e non, furoshiki (una rivelazione!), collane, cibarie varie. Non mancavano neppure i grandi marchi: in pole position Sanrio e Tokidoki (il primo ha decorato le unghie di quasi tutte le donne presenti, il secondo ha distribuito ventagli facendo forse la migliore campagna di marketing della giornata). La tecnologia nipponica era fieramente rappresentata da Nintendo (le 3 postazioni Wii sono state monopolizzate da alcuni bambini, con malcelata invidia degli adulti presenti), Panasonic col nuovo schermo 3D (ma c'è davvero gente che vuole mettere gli occhiali per guardare la tv?) e Mitsubishi (come non citare il marchio del mio climatizzatore? Abbiamo tutti un po' di Sol Levante in casa).

Ovviamente c'erano anche loro:
MI Japan
Il "nonno" era quello che si intravede a destra (150 anni circa). Il giovanotto immortalato nella foto dovrebbe averne 65 (se non ricordo male).

Niente accademia manga: nella sala non c'era spazio per tutti e il televisore posto all'esterno per far seguire la lezione anche ai meno fortunati era senz'audio (e nessuno dei presenti sapeva leggere il labiale). Pazienza. Fortunatamente le lezioni di origami sono state spostate all'esterno, con grande gioia di tutti.
Ed eccoci arrivati alla cerimonia dei ciliegi.
Mi Japan 2010
In una città a corto di alberi come Milano, c'è da ringraziare il festival per il sostegno al progetto Sakura Momiji:
Una parte dei proventi della manifestazione MiJapan Festival verrà infatti utilizzata per la donazione alla città di Milano di alcuni spazi verdi caratterizzati dalle piante giapponesi più significative: il ciliegio e l'acero rosso.
Un progetto che si inserisce perfettamente nella nuova visione urbanistica della città.
Per approfondimenti trovate tutto sul sito del MiJapan.
Una nota. Il progetto non deve il suo nome a una persona, anche se verrebbe da pensarlo (ok, confesso, io l'ho pensato): Sakura è il nome del ciliegio giapponese, Momiji è (a questo punto è facile) il nome dell'acero giapponese. Diciamo che se esistesse una giapponese con questa combinazione di nome e cognome, non potrebbe che andarne fiera.

Al pomeriggio spuntino giapponese: onigiri (uno con semi di sesamo e uno con umeboshi), pollo fritto e frittatina. Niente foto, ci ho pensato quando ormai ci eravamo spazzolati tutto...

A seguire, dimostrazione di scrittura giapponese (shodō, ovvero "via della scrittura"). Purtroppo dove la luce scarseggia, la mia cellu-fotocamera rivela tutti i suoi limiti:
Mi Japan 2010

La massima soddisfazione della giornata? Io, che non ho mai imparato a fare una barchetta di carta, sono tornata a casa con due origami fatti con le mie manine. Ovviamente il merito non è mio ma delle pazientissime maestre (davvero brave, non è mica facile seguire una classe di un centinaio di studenti imbranati!)


Dal Mi Japan Festival sono uscita con due buoni propositi: imparare a fare gli origami e diventare maestra nell'arte dei furoshiki. Mi riprometto anche di provare i Fagolosi con il sashimi.

Concludo col momento clou della giornata: la foto con la guest star del Mi Japan (qui in posa solitaria):
Mi Japan
Un duro colpo per la mia autostima: Hello Kitty è molto più alta di me!

1 ottobre 2010

Che si dice in via Solferino?

Ormai ne sono più che convinta: i programmi è bene farli, ma senza illudersi di poterli rispettare.
Oggi sono uscita dall'ufficio con l'idea di seguire Mimi Ito alla mediateca di Moscovoca e non sono riuscita a trovare posto (evidentemente come progetto per il venerdì sera non era neppure così originale). Poco male: c'è stato più tempo per l'aperitivo. La serata si è poi conclusa con una passeggiata in via Solferino.
Capitava a fagiolo: nel gran giorno della lettera (anzi, la Lettera) di De Bortoli. Mi ci vorrebbero ore per sintetizzare i pareri e i commenti della giornata. Mi affido a questa foto, che per gli altri sarà solo una brutta immagine scattata col cellulare e che invece è per me una sintesi perfetta dell'atmosfera e delle riflessioni dela giornata: