27 maggio 2009

The Faeries of Blackheath Woods

Sempre da Qoob, un nuovo corto che ho trovato estremamente interessante.
Si intitola "The Faeries of Blackheath Woods" (di Ciaran Foy) e si è meritato una scheda su imdb. Dimenticatevi le delicate fatine dei boschi.

22 maggio 2009

Il purgatorio dei Precari

I precari in Italia sono in continuo aumento. Non hanno voce perché praticamente nessuno li rappresenta, ma i lavoratori con contratto a/in scadenza sono ormai milioni e milioni. In un Paese dove si è preferito rispondere alle sfide della concorrenza globale con la precarietà e non con la flessibilità, i lavoratori senza posto fisso non solo hanno meno rassicurazioni sul futuro, ma ricevono anche meno di quello che danno. Molto ma molto meno. E non solo in termini di riconoscimenti professionali, di carriera, di retribuzioni e di regolarità retributiva. Le cifre che li riguardano fanno indignare: i precari versano contributi per 9,3 miliardi di euro, ma ne vedrebbero ritornare solo 350 milioni di euro in pensioni pagate. Non basta lo sfruttamento intensivo e brutale da parte delle aziende. Ci si mette perfino lo Stato, che vessa fino allo sfinimento una categoria già di per sé debole. E' questo il precariato made in Italy: una massa zittita e ignorata di milioni di lavoratori che sognano di uscire dal loro purgatorio lavorativo con un'assunzione a tempo indeterminato.

21 maggio 2009

Wikipedia: "Quelli di Facebook sono dei bastardi"

Se ieri aveste guardato in Wikipedia la pagina su Facebook, avreste notato delle strane dichiarazioni dall'italiano zoppicante.

Notate niente alla fine dell'introduzione?
Oggi la frase incriminata ("L'inventore di facebbok e tutti i suoi collabboratori sono grandissimi bastardi.") è sparita. Wikipedia è una garanzia, da questo punto di vista: un'informazione falsa o provocatoria non vi rimane mai a lungo. Uno dei limiti e uno dei pregi dell'enciclopedia libera.
Ringrazio Annamaria per la segnalazione!

20 maggio 2009

I am Bob


Mentre guardavo "I am Bob" continuavo a ripetermi "Non può essere davvero Bob Geldof quello che recita nel film". Invece era proprio lui.
Il mediometraggio di Donald Rice ha molti pregi: è originale, ha dei tempi perfetti, una sceneggiatura molto intelligente e c'è un Bob Geldof inarrivabile per autoironia e capacità di mettersi in discussione.
La trama è semplice: Bob - la rockstar, sir Bob Geldof - viene lasciato involontariamente dal suo autista in un locale sconosciuto nella più profonda periferia inglese; senza soldi e senza documenti cerca di convincere gli avventori che lui è Bob Geldof. Peccato che proprio quella sera ci sia un festival dei sosia. Il finale poi è molto divertente. E il film in generale è davvero imperdibile.

Nel video che segue Donald Rice spiega il suo corto in occasione del London film festival.
Per i pigri, ecco alcuni dettagli interessanti. Rice ha faticato trovare una star in grado di interpretare il protagonista del film: gli serviva qualcuno di famoso, molto originale e caratteristico, per essere facilmente riconoscibile anche in mezzo a tanti sosia. La scelta della star era determinante per il successo del film. Ecco quindi la scelta di Sir Geldof, volto noto (oltre che inconfondibile) per il suo impegno umanitario. Inoltre, a differenza di altre star, Bob - a detta di Rice - è alla mano e molto disponibile. Peccato solo avesse un'agenda troppo piena che mal si sposava con le riprese.

7 maggio 2009

Emanuele Filiberto, "velina" per l'UDC

Nella puntata di Tetris del primo maggio (curiosamente non dedicata al lavoro ma al velinismo in politica), è stata presentata un'intervista al nostro "potenziale" re, Emanuele Filiberto di Savoia. L'intervista è abbastanza imbarazzante, per vari motivi.
Al Savoia manca quella furbizia "politica" (ma anche quel buonsenso) necessari per superare vivi un'intervista non concordata. Perché, ad esempio, non mentire rispondendo "L'UDC è il mio partito preferito" invece di lasciar intendere che gli dispiace che il PDL non l'abbia candidato, ma per il futuro chissà...
Perché proporsi agli italiani, che mal hanno digerito la richiesta di danni avanzata da lui e da quel genio di suo padre, ipotizzando una guerra nucleare in grado di far svanire l'articolo 139 della Costituzione? Ma fatti furbo, dì "Assolutamente no, l'Italia è una repubblica e nessuno la vorrebbe diversa!".
Mi domando come sia venuto in mente all'UDC di candidare questo brillante stratega solo perché ha vinto "Ballando con le stelle"...

5 maggio 2009

Tra moglie e marito... La politica nel divorzio Berlusconi-Lario

Resto stupita dall'atteggiamento dei mezzi di comunicazione italiani nei confronti della notizia della richiesta di divorzio di Veronica Lario (che da brava donna dello spettacolo è nota col suo nome d'arte, all'anagrafe Miriam Raffaella Bartolini), seconda moglie di Silvio Berlusconi. Ora, tralasciando gli screzi familiari che sempre accompagnano un divorzio (lei che non gliele manda a dire, lui che esige scuse pubbliche senza essere certo di volerle accettare "E’ la terza volta che in campagna elettorale mi gioca uno scherzo di questo tipo" e lascia cadere una "velata" minaccia di citarla per diffamazione), quanta eco ha avuto questa storia sui mezzi d'informazione? Non è che qualcuno ha ubbidito al comandamento di "Queste sono cose private, privatissime, che non dovrebbero finire sui giornali"?
Le televisioni generaliste quasi non ne hanno fatto cenno. E questo fa riflettere. Perché una stragrande maggioranza degli italiani si informa solo attraverso la televisione. Si sono sorbiti scandali e processi televisivi di ogni tipo (di Sarcozy e Carla Bruni sbaglio o si era parlato? e dello scandalo Clinton? E che dire del divorzio Al Bano, dello scandalo Lapo Elkann e via dicendo... Non erano "faccende private"?). I giornali fortunatamente ne hanno parlato, tanto che alcuni si sono sentiti in dovere di ringraziare il Cielo che in questo Paese esistano ancora i giornali. Leggete L’informazione su Veronica e Silvio. Senza la carta stampata
gli italiani non avrebbero saputo niente
. Certo, alcuni hanno trattato la vicenda in punta di fioretto. Altri hanno pensato bene di dare una stoccata all'"ingrata". E' il caso di Libero che ha dedicato un'umiliante (per lei, per loro, per tutti noi) copertina alla moglie del premier.

Qui trovate un post sulla Libertà di stampa: l'Italia retrocede, ora è paese parzialmente libero. Da leggere, giusto per trarne qualche riflessione.
Ho apprezzato il suo atto di coraggio. Avrebbe tranquillamente potuto continuare a fare la separata in casa, vivendo nel lusso e continuando a sospirare alle esagerazioni del marito che si fa fotografare con il suo "harem". Forse è stato anche un atto d'amore, per fargli capire che stava superando il limite (cosa che forse non è in grado di capire da solo). Di certo si è messa in una situazione difficile. Ha schiacciato i piedi a un potente. E in Italia si sa bene come tutti siano pronti a salire sul carro del vincitore e ad abbandonare (quando non cercano di smontarlo a picconate) quello del perdente. Non ho sentito molta solidarietà verso Veronica Lario. Neppure dalle stesse donne. E' stata persino accusata di non essere in grado di decidere da sola della propria vita. Ieri all'Infedele l'autore televisivo Cesare Lanza ("Buona domenica" tanto per citarne uno) ha più e più volte dichiarato che la tv non è uno specchio deformante. L'Italia è come appare nei suoi programmi. Strano, la mia giornata non è popolata da oche sculettanti e maschi a torso nudo incapaci di fare una frase di senso compiuto, probabilmente non vivrò in questo Paese. Ha detto che non era uno specchio deformante neppure la copertina di Feltri. Gli italiani la pensavano come lui. Quindi tutti i fan della Lario che si trovano su Facebook NON sono italiani. Meglio così. Però la pretesa di rappresentare la realtà, quando si rappresenta solo una parte della realtà, è la più pericolosa delle manipolazioni.
Nel 2005, parlando di aborto, la Lario diceva:
«L’ultima cosa che vorrei, in queste ore dedicate al ricordo del Papa, è innescare una polemica, pubblica o domestica. In realtà, non è che mio marito ed io abbiamo molto discusso dell’argomento referendum e neppure io conosco davvero il suo pensiero. Perciò, posso parlare di me, di quel che sto facendo per formarmi un’opinione. Certo, mio marito è davvero un tipo speciale: con quella battuta su Veronica testimonial mi fa quasi sentire una in gara a "dilettanti allo sbaraglio". Sul tema delle biotecnologie e della procreazione assistita dibattono da tempo personaggi ben più illuminati di me».

Trovate l'intervista completa su "Veronica Berlusconi: quel mio dramma e la scelta di andare a votare". Curiosamente, questo è il primo articolo che ho trovato in Google cercando news su Veronica Lario.
http://www.quinews.it/2009/05/04/silvio-e-veronica-l-imparzialita-sul-sito-del-governo-italiano/
Che si parlino o meno in famiglia, sono fatti loro. Una vicenda di questo tipo può avere risvolti politici?
Il Pd non ne ha approfittato. Anzi, ha giurato di non mettere becco. Alle accuse di avergli intortato la moglie con menzogne comuniste, però, Franceschini si è un tantinello alterato: "Berlusconi la smetta di dire questa cosa patetica: che ci sarebbe stato un complotto, che chi ha sobillato e preparato tutto sarebbe stata la sinistra".
Per Adinolfi invece il silenzio in questo caso non è d'oro.
«Il presidente del Consiglio è accusato dalla persona che lo conosce meglio di essere ‘un uomo che non sta benè che ‘va con le minorennì. Per la prima volta cala il sipario su un re che è nudo, su un tipo che si atteggia a imperatore ma in realtà è inconsistente come un uomo di cartapesta agli occhi di chi gli è stato vicino per trent’anni. In qualsiasi paese del mondo un elemento come questo sarebbe una questione politica. È immaginabile un Obama che resista a colpi del genere inferti da Michelle o un Sarkozy colpito così da Carla Bruni senza che ne derivi un pubblico e politico dibattito? In Italia, per pruderie e per timore di vendette, della questione si tende a non discutere archiviandola nella cartella ‘tra moglie e marito non mettere dito’. Invece la questione è tutta politica».
Il resto lo trovate nell'articolo Adinolfi (PD): “Bando all’ipocrisia, il divorzio di Berlusconi è una questione politica”.
Dalla destra qualche commento sparso. Paolo Guzzanti, dopo il divorzio con la PDL militante nel gruppo misto ha parlato di "mignottocrazia" italiana. E si è appellato alla Lario affiché
si ribelli! Capisco che ci saranno dietro anche questioni di soldi, imperi editoriali, assi ereditari, ma la moglie di Berlusconi appare come l'agnello sacrificale di un costume talmente esposto al ludibrio da esserne lei stessa investita
Non è che è lui il sobbillatore?
La questione, a mio avviso, è ovviamente anche politica. E già il riferimento del premier alla campagna elettorale in corso ne è una dimostrazione. Nell'articolo di Repubblica Il premier a Ghedini: "Saremo durissimi Veronica vuol mettermi i figli contro" verso la fine si scoprono alcuni retroscena politici. Che ne dirà ad esempio il Vaticano di questo secondo divorzio? Allargherei anche la visuale all'estero. Da giorni non parlano d'altro. Che figura ci facciamo?
C'è poi l'aspetto morale. La moralità, soprattutto per un esponente che si rivolge all'elettorato anche cattolico, non è un accessorio. In realtà non lo è neanche per un laico. La moglie ha addirittura accusato il premier Berlusconi di andare con delle minorenni. E sulla questione c'è già pronta un'interrogazione dell'IDV.
Non sembra poi così diverso dallo scandalo Clinton: l'accusa di tradimento c'è, anche se non con una minorenne. Peccato che in Italia il Parlamento non si sia indignato. In un Paese a maschilismo strisciante come il nostro potrebbe non essere neppure una questione di potere. L'uomo che tradisce lo fa perché "è nella sua natura", "ha fatto un errore, ma è perdonabile". La donna che tradisce è una donna di malaffare per non usare termini più coloriti. E quando decide di ribellarsi è "una velina ingrata".

4 maggio 2009

Stop global warming - 6

Una bellissima campagna sullo scioglimento dei ghiacci, habitat degli orsi bianchi. "Immaginate che sia casa vostra". In realtà, il pianeta è casa nostra...