I precari in Italia sono in continuo aumento. Non hanno voce perché praticamente nessuno li rappresenta, ma i lavoratori con contratto a/in scadenza sono ormai milioni e milioni. In un Paese dove si è preferito rispondere alle sfide della concorrenza globale con la precarietà e non con la flessibilità, i lavoratori senza posto fisso non solo hanno meno rassicurazioni sul futuro, ma ricevono anche meno di quello che danno. Molto ma molto meno. E non solo in termini di riconoscimenti professionali, di carriera, di retribuzioni e di regolarità retributiva. Le cifre che li riguardano fanno indignare: i precari versano contributi per 9,3 miliardi di euro, ma ne vedrebbero ritornare solo 350 milioni di euro in pensioni pagate. Non basta lo sfruttamento intensivo e brutale da parte delle aziende. Ci si mette perfino lo Stato, che vessa fino allo sfinimento una categoria già di per sé debole. E' questo il precariato made in Italy: una massa zittita e ignorata di milioni di lavoratori che sognano di uscire dal loro purgatorio lavorativo con un'assunzione a tempo indeterminato.
Nessun commento:
Posta un commento