Corrado Giustiniani, sul suo blog su La Stampa, ci è andato giù moderatamente pesante:
In quante lingue è rimbalzata ieri in ogni angolo del mondo la gaffe di Silvio Berlusconi: “tanned”, “bronzé”, gebraunt", “bronceado”...Non c'è giornale, non c'è sito Internet, non c'è televisione che non abbia ripreso l'uscita infelice del nostro Presidente del Consiglio. Ci rimarranno impresse a lungo quelle immagini televisive, con Silvio che allarga gioiosamente le braccia già pregustando la battuta che sta per fare: Obama «è giovane, bello e anche abbronzato» e poi ci ride su, compiaciuto, volgendo la testa intorno in cerca di consensi. Fosse stata una frase sussurrata su un palco italiano, davanti al taccuino dei giornalisti, avrebbe potuto dire di essere stato frainteso. E, per il buon nome del paese, qualche collega avrebbe magari accettato di sobbarcarsi tacitamente una colpa che non aveva. Ma qui c'è un evento internazionale, il presidente russo Medvedev che ascolta, l'interprete che traduce, l'audio tv che giunge forte e chiaro.
L'uso del termine “abbronzato” al posto di nero, spiega il linguista e critico letterario Massimo Arcangeli, è la spia «di un razzismo subdolo e insinuante». Penso che sia ancora peggiore di “negro”, perché contiene una sua carica ironico-derisoria, dal momento che da quell'abbronzatura non si torna indietro. Averlo usato per dare il benvenuto al presidente degli Stati Uniti ci lascia semplicemente senza parole. Immaginiamo l'imbarazzo fra gli animatori di quel Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali (Unar) che ha sede proprio presso la Presidenza del Consiglio e che, per sua missione, da anni promuove campagne contro il razzismo
La Repubblica, in modo velato, segnala che abbiamo fatto una figuraccia mondiale.
Il suo viso impazza sulle home page dei siti di mezzo mondo. Le sue parole su Obama, "bello e abbronzato", fanno il giro del pianeta. Ma non è una gaffe, giura il presidente del Consiglio da Mosca. Anzi, è tutto il contrario. "Ad Obama io ho fatto un gran complimento".
E allora perche nulla o quasi compare - 15 ore dopo - sulla home page del Popolo delle Libertà?
La domanda sorge spontanea dopo il nuovo rilancio del premier, che dalla Russia definisce "imbecilli" quelli che lo hanno criticato o semplicemente messo in evidenza le sue parole. Così come sorge spontaneo cliccare sul sito web del partitone berlusconiano credendo di trovare, in bella mostra, la "carineria assoluta" del Cavaliere.
E invece poco o niente. Grande titolo sulla fine dell'"assalto alla diligenza" per la Finanziaria, e sottopancia vari tra Gelmini e petizioni di Libero anti-occupazioni nelle scuole. Dell'intero viaggio in Russia, "abbronzatura" alla Casa Bianca compresa, c'è traccia solo in un trafiletto, occupato da Giorgio Stracquadanio, "sicuro che Obama non si è affatto offeso". Insomma, la faccenda è semioscurata. C'è solo il commento, non la notizia. E poco importa se su internet nessuno, o quasi, in Italia e nel mondo, la nasconde.
Questione di tempi? Forse. Ma allora come mai le parole sulla legge Finanziaria, pronunciate dopo quelle sul colore della pelle del nuovo presidente americano, campeggiano su quella home page con tanto di foto formato maxi?
Forse il Cavaliere, tanto attento alla disinformatia nazionale, al ritorno in Italia darà una tiratina d'orecchi ai responsabili del sito del Pdl: "Ma come, io faccio una carineria, un gran complimento al presidente Usa e voi nemmeno un titolo?". O forse no. Forse lascerà correre tanta negligenza. E comincierà a guardarsi, anche in casa propria, dal regime imperante e tetro della sinistra.
E Berlusconi, come ha reagito? Si è cosparso il capo di cenere? Non proprio... Mentre i suoi alleati accusano la sinistra di essere tetra e di non capire le battute (ma in quello sono in buona compagnia, quella degli esseri pensanti del Paese), lui replica (fonte Ansa):
"Li conoscevamo gia' ma non pensavamo fossero cosi' tanto imbecilli". Cosi' il premier Slvio Berlusconi, lasciando lasciando Mosca, diretto a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario, ha risposto ai cronisti italiani che gli chiedevano il suo stato d'animo dopo la lettura dei giornali e le tante critiche piovutegli addosso per le sue parole su Barack Obama.
Di fronte alle critiche, ieri Berlusconi ha contrattaccato assegnando la "laurea del coglione" a chi, come il Pd, ha sparato a zero su quel suo "abbronzato" rivolto al presidente eletto degli Stati Uniti d'America.
Per Rainews24 le cose stanno diversamente.
Dire che il vincitore delle ultime elezioni statunitensi Barack Obama è "abbronzato" è, "un gran complimento", una assoluta "carineria"... Il presidente del Consiglio nega con forza la gaffe. E aggiunge: "Se hanno anche il torto di non avere sense of humour peggio per loro".
E all'estero, che figura ci abbiamo fatto? La Reuters India, ad esempio, ha commentato lapidaria che
Berlusconi, who himself sports a year-round tan, is famed in diplomatic circles for making sometimes inappropriate quips.
Basta farsi un giro sulla stampa e sulle agenzie internazionali per capire che quel "tanned" è stato letto non come una carineria, ma come l'ennesima gaffe del premier italiano. E in molti hanno colto l'occasione di dedicargli un intero pezzo e ripercorrere, almeno in parte, la sua ricca carriera di figuracce. In effetti la sua battuta non è stata capita da parecchia gente, in Italia e all'estero. Ma si sa che gli imbecilli sono sempre in maggioranza...
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