24 febbraio 2008

Alberto Sordi, il ricordo a 5 anni dalla morte

Il 25 febbraio di cinque anni fa moriva, a 82 anni, Alberto Sordi. Il re della commedia italiana se ne andava stringendo le mani della sorella Aurelia, dopo una grave malattia durata sei mesi.

Ai funerali, celebrati nella Basilica di San Giovanni, presero parte centinaia di migliaia di persone. Gigi Proietti, dal palco allestito davanti alla Basilica, gli dedicò un commosso saluto in versi. Nel dicembre dello stesso anno, la restaurata Galleria Colonna prese il nome di 'Galleria Alberto Sordi'.
Cinque anni fa la scomparsa di Alberto Sordi mi ha colta di sorpresa. I film garantiscono una sorta d'immortalità e stupisce vedere che anche gli attori, come tutti i comuni mortali, invecchiano e muoiono. Mi piaceva la sua ironia, la sua umiltà, il suo "essere alla mano" nonostante fosse uno degli ultimi mostri sacri del nostro cinema. E mi piacevano anche i suoi personaggi: quell'italiano ciarlatano e fifone che alla fine alzava la testa (come nella Grande Guerra) o che diventava vittima della sua presunzione (come nel Vedovo) o di un sistema decisamente malato (Il medico della mutua). Che fosse vittima o che fosse carnefice, il personaggio interpretato da Sordi riusciva a mettere a nudo alcuni difetti della nostra società. Ancora oggi molti dei suoi film sono attualissimi: era Sordi che aveva visto lontano o l'Italia in 50 anni non si è rinnovata? Forse, più semplicemente, certi atteggiamenti e certe debolezze contraddistinguono un popolo, nel bene e nel male, e ci vuole più di mezzo secolo per cambiarli.
E l'italiano fanfarone ma intimamente onesto è la figura che preferisco nella variegata fauna nostrana.

Avrei potuto inserire il video che vede il suo celebre personaggio Nando Moriconi, il protagonista di "Un amicano a Roma", alle prese un panino a base di marmellata, yogurt e mostarda, a suo giudizio un perfetto esempio di pasto americano. Alla fine il povero Nando ricade nel piatto di maccheroni preparati da mammà, al grido di "maccaroni m'hai provocato, e io te distruggo". Nando è un perfetto esempio di quello che si può sopportare per moda o per esterofilia. E in questo il film è oggi attualissimo.
Potevo anche inserire il video del gesto dell'ombrello (e successiva punizione divina per l'oltraggio recato ai lavoratori) che compare ne I Vitelloni o, perché no, il motto che sintetizza il personaggio del Marchese del Grillo: "mi dispiace ma io so' io e voi non siete un cazzo".
Avrei potuto. Ma invece ho preferito un filmato tratto da un film molto meno noto, per giunta a episodi, dal titolo I Complessi. Perché proprio questo? Perché Sordi dimostra tutta la sua abilità di speaker (gli anni di doppiaggio e di radio non perdonano) e, stranamente, alla fine trionfa. C'è poi un motivo prettamente "sentimentale": è il film che mi ha fatto scoprire questo incredibile artista.
Ecco il mio tributo ad Alberto:

22 febbraio 2008

Il potere nelle mani

Ho adorato "Il mio vicino Totoro". Dopo "Laputa" è il film che preferisco tra i capolavori dell'animazione di cui è costellata la lunga carriera di Hayao Miyazaki.
Visto che ho trovato lo schema, il mio primo amigurumi sarà molto probabilmente dedicato al simbolo dello studio Ghibli.
La foto la trovate in quest'album: appartiene a una mamma particolarmente creativa e abile con l'uncinetto. I bellissimi lavori che vedete in questa pagina sono stati da lei ideati appositamente per i suoi figli, fan di Totoro. Il suo album è un piacere per gli occhi e una valida fonte d'ispirazione.

E sempre sugli amigurumi, ecco un video pescato in youtube che spiega come realizzare una palla (con gli occhi) all'uncinetto.

Torniamo al tema del post. Perché "Il potere nelle mani" quando avrei potuto intitolarlo "Ancora amigurumi"? La risposta è semplice. Navigando nei siti di uncinetto, mi sono imbattuta negli origami, una mia vecchia passione un po' ingrata (nel senso che nonostante la mia buona volontà non sono mai riuscita ad andare oltre l'aeroplanino).

Che cos'hanno in comune uncinetto e origami? Un aspetto che ai miei occhi è particolarmente rilevante: sono un ottimo esempio di quello che si può ottenere con materiali semplicissimi (filo in un caso, un foglio di carta nell'altro) e una buona dose di manualità, tecnica e creatività. E tantissima pazienza, a condire il tutto. E' splendido vedere una tua realizzazione che prende forma piano piano, passo dopo passo. Ed è affascinante non conoscere il prodotto finito fino alla conclusione. Prendiamo un origami: anche a poche pieghe dalla fine, quello che dovrebbe essere un gattino appare come una scatoletta accartocciata o una barchetta sbilenca. Eppure bastano poche mosse per far spuntare coda, zampe e muso.
Ecco in questo video una carrellata dei più significativi lavori di Kamiya Satoshi, genio dell'origami. Seguite il filmato fino alla fine, ne vale la pena.

21 febbraio 2008

Salame al cioccolato

Uno dei problemi della Rete è rappresentato dalla ricerca delle informazioni. Avere a portata di click tutto lo scibile umano rende particolarmente complessa l'individuazione dei singoli elementi. In altre parole, è come cercare un ago in un pagliaio. E anche una volta trovato, c'è sempre il rischio di perderlo.
Approfitto quindi di questo post per annotarmi una ricetta utile.

Salame al cioccolato

Ingredienti (per 6 persone): 2 tuorli d'uovo, 2 cucchiai di zucchero, 50 gr di burro, 100 gr di zucchero, 3 cucchiai di cacao amaro, 1 bicchierino rhum, 200 gr di biscotti secchi.

Preparazione: Lavorare due tuorli con due cucchiai colmi di zucchero sino a quando non avrete ottenuto una crema morbida. Aggiungere il burro sciolto, lo zucchero mescolato al cacao amaro ed il rhum. Mescolare tutto molto bene e quando i vari ingredienti si saranno ben amalgamati unire i biscotti secchi tagliati a pezzettini di un centimetro e mezzo circa di lato. Mescolare in modo che il cioccolato leghi bene i biscotti poi verrsare il tutto in una carta oleata chiudendola con cura dopo averla arrotolata. (Il dolce deve avere la forma di un salame). Mettere in frigorifero per qualche ora togliendolo solo quando sarà diventato ben duro. Togliere la carta oleata e servirlo a fette.

19 febbraio 2008

Surface, la nuova dimensione dello schermo

Non è una novità: la sua presentazione ufficiale risale alla scorsa estate, la sua immissione nel mercato alla fine del 2007. Io però ho trovato la pubblicità solo ora.
Surface è il nuovo monitor della Microsoft. O meglio, una nuova generazione di monitor. L'approccio è infatti totalmente nuovo. Lo schermo non è più verticale ma orizzontale. Come se non bastasse, non è più solo una periferica di output ma anche di input, visto che arriva a fare le veci della vecchia tastiera.

Surface è una sorta di tavolino con inglobato uno schermo da 30 pollici sensibile al tocco. Promette miracoli: scambiarsi immagini, fare le ordinazioni al bar, dividere i conti, memorizzare le proprie ordinazioni diventa semplicissimo. Come trascinare un'icona in una cartella.
Indubbiamente è un oggetto degno di nota, purtroppo non adatto a un utilizzo intensivo: personalmente avrei la schiena a pezzi dopo una mezz'ora di utilizzo. Ho infine trovato una sola segnalazione del prezzo: era così spropositato che fatico a crederci: 10 mila dollari.
Sono sempre più convinta che sia un prodotto pensato per gli esercizi commerciali più che per i privati...

17 febbraio 2008

Come ci vedono all'estero?

Chissà quante grasse risate si saranno fatti alle nostre spalle i tedeschi leggendo l'articolo recentemente uscito su Die Zeit. Beppe Grillo ha lanciato un'appello - che non è caduto nel vuoto, almeno a livello mediatico - ai cugini tedeschi, invitandoli a dichiararci guerra: "ci arrenderemmo volentieri" ha garantito il comico genovese.
Die Zeit non ha pubblicato per intero il suo intervento, che è disponibile sul suo blog.
Ecco la parte riportata:
L’Italia lancia un appello ai fratelli tedeschi. Dichiarateci guerra. Ci arrenderemo volentieri. Ogni giorno vi inviamo i nostri rifiuti dalla Campania in treno. I nostri politici sono rifiuti tossici. Posso rassicurarvi anche sui titoli di Stato: non faranno parte del compenso. L’Italia ha il debito pubblico più grande di Europa, circa 1.626 miliardi di euro. Se dovesse rimborsare tutti i BOT e i CCT lo Stato italiano dichiarerebbe bancarotta e la gente sparerebbe per le strade. Prendete anche loro per favore. Vorrei suggerirvi qualche nome per i passeggeri dei vagoni piombati. Molti li conoscete, sono famosi anche all’estero come Berlusconi che ha offeso un vostro rappresentante alla Comunità Europea dandogli del kapò. Un uomo che si è fatto da solo con un piccolo aiuto da parte degli amici. In Italia l’amicizia è sacra e se gli amici si chiamano Bettino Craxi, morto latitante in Tunisia, o Marcello Dell’Utri, condannato per frode fiscale e false fatturazioni e creatore di Forza Italia, o Licio Gelli, condannato per aver infiltrato la sua organizzazione, la P2, in tutti i settori dello Stato italiano, si può chiudere un occhio. Gli amici non si tradiscono mai, soprattutto se ricambiano. Craxi, ad esempio, gli ha permesso con un decreto legge ad hoc di disporre di tre canali televisivi nazionali con cui fa propaganda politica per il suo partito e Gelli lo ha iscritto alla sua organizzazione di delinquenti. Berlusconi possiede anche la Mondadori, il più importante gruppo editoriale italiano. Se lo è aggiudicato grazie alla corruzione di giudici del suo avvocato di fiducia, Cesare Previti, poi finito in galera. Se la Merkel possedesse tre televisioni e 40 tra giornali e settimanali non avrebbe bisogno di fare la Grosse Koalition. Alle elezioni avrebbe l’80% dei voti.

La Ryanair ci sbeffeggia per i rifiuti di Napoli (la pubblicità "dell'infamia"). Mike Jagger, il frontman dei mitici Rolling Stones, ha ammesso la sua totale ignoranza sulla musica nostrana. Cosa conosce dell'Italia? Le scene del banchetto a spumante e mortadella improvvisato al Senato. Lo hanno fatto molto divertire. Peccato che fossero immagini che provenivano dal nostro Parlamento e non dal palcoscenico di Zelig.
Poco tempo fa l'orgoglio nazionale era stato messo a dura prova da un pezzo del New York Times che ci descriveva come un popolo triste. Anzi, peggio: come il più triste d'Europa. Ancor prima, nel luglio del 2007, l'Inghilterra guardava ai nostri programmi televisivi e s'indignava: "le donne sono solo oggetti" ci aveva bacchettato l'autorevole inserto patinato del Financial Times.
Dall'estero è facile scherzare sui nostri, innumerevoli problemi. Ben più grave, anzi, del tutto allarmante, è che il Censis nel suo ultimo rapporto annuale abbia definito la nostra società "una poltiglia".
Chissà come racconterebbe oggi la nostra Italia Giorgio Gaber, lui che qualche anno fa cantava:
Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

16 febbraio 2008

Ladro imbranato: tre rapine fallite in una sola mattina. Un nuovo record?

Adoro le imprese dei ladri imbranati. Spesso si considera il furto una fonte di guadagno "immediata" anche se decisamente illegale. Basta però guardare ai fatti per capire che l'onestà non basta per diventare un moderno Arsenio Lupin. Servono capacità organizzative e sangue freddo, come dimostra l'inetto protagonista di questo video:

Continuo con le segnalazioni di ladri strampalati ma innocui, dei moderni "Soliti ignoti" che sbagliano il colpo e si ritrovano a fine giornata con un pugno di mosche o un bel paio di manette.
(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Ha tentato tre rapine in una sola mattina a Roma ma non e' riuscito compierne neanche una e, per giunta, alla fine e' stato arrestato. L'uomo, di 39 anni, ha iniziato tentando di rapinare una banca in via Cassia. Fallito il tentativo, ha preso di mira un'edicola nella stessa via e, non essendo riuscito ad ottenere denaro neanche in questa occasione, ha infine tentato invano con una farmacia. Durante questi tentativi, e' stato riconosciuto da un testimone che ne ha agevolato la cattura.

15 febbraio 2008

Comprare casa in Italia: un'impresa soprattutto per i giovani

In questo periodo i prezzi delle case di tutta Europa stanno diminuendo. In Italia no. I prezzi, alle stelle dopo l'impennata avuta nel periodo successivo all'introduzione dell'euro, non si decidono a diminuire. Si allungano però i tempi di acquisto. Chi vende spara troppo alto, chi compra troppo basso. E nelle contrattazioni necessarie a far coincidere la cifra richiesta con la cifra proposta, passano mesi e mesi.

Il costo della vita è aumentato e continua ad aumentare. Gli stipendi, per i fortunati che lavorano, sono stabili. Il lavoro precario, in compenso, è sempre più gettonato. E la flessibilità, in Italia, è sempre più in uscita che in entrata. A completare questo quadro di desolazione ci si mette anche la BCE, che mantenendo ormai da oltre un anno e mezzo il tasso di sconto al 4%, rende le rate dei mutui improponibili. Le banche, anche quelle che non finanziano l'immobile per oltre l'80% del suo valore, vogliono garanzie su garanzie e rendono possibile a molti giovani l'acquisto della prima casa solo con la "firma dei genitori": si torna bambini, al rientro sui banchi di scuola dopo un'influenza.

Le agenzie immobiliari incassano il colpo. A volte si lamentano dei venditori che "esagerano" con le loro richieste, altre volte puntano su iniziative di grande impatto mediatico: è il caso della Remax che, con i "saldi immobiliari", dal 14 gennaio al 29 febbraio propone a prezzi scontati 500 dei suoi 10mila immobili. Nulla di particolarmente eclatante: solo il 5% del suo parco "mattoni".
Anche se la parola "saldo" richiama sempre il mio interesse (perfino se si tratta di lenticchie all'inizio dell'anno nuovo), in questo caso non ho gridato al miracolo. La casa è un acquisto che va ponderato, sofferto, valutato con attenzione. Per chi non ha la fortuna di avere un conto in banca con troppi zeri, è l'acquisto della vita. Il termine "saldi" lo collego invece all'acquisto d'impulso: alla gonna troppo corta o alla giacca dal colore troppo sgargiante che chiunque almeno una volta ha comprato perché era un "affare" ma che poi ha dimenticato nell'armadio con l'etichetta ancora attaccata.

"Saldi immobiliari" è un controsenso. Non si devono svuotare i magazzini. Le case non passano di moda, anzi, dovrebbero essere l'unico bene che dura (come direbbe l'irlandese Rossella O'Hara in Via col Vento).
Non mi è neppure del tutto chiaro il loro meccanismo di funzionamento. Qua'è in questo caso il "prezzo scritto sul cartellino"? Il valore di mercato dell'immobile o la cifra proposta (o dovrei dire troppo spesso esagerata) dal venditore? E' questo soggetto, in fin dei conti, che fissa il prezzo.
L'agenzia prende una percentuale (un 3%, in un solo caso c'è stato richiesto un 4% giustificandolo sulla base di "servizi aggiuntivi rispetto alle concorrenti") sul valore d'acquisto della casa.
Invece di fare questi "saldi", limitati per altro a 500 immobili, perché non persuadono i venditori a proporre dei prezzi ragionevoli (non a rimetterci, sia chiaro, ma a non sopravvalutare la loro proprietà) e, per dare un segnale forte, non riducono le loro commissioni?
Cito a riguardo una notizia diffusa dall'Aduc:
U.E. / Agenzie immobiliari italiane: pochi servizi a caro prezzo
Agenti immobiliari italiani tra i piu' cari d'Europa, che rendono ai consumatori servizi carenti, applicando commissioni uniformi (cartello), facendo pagare circa il 3% del valore dell'immobile sia l'acquirente, sia il venditore. La conseguenza e' che il livello di case che sono vendute tramite agenzia, in Italia e' molto basso (50%), mentre in Gran Bretagna si arriva al 90%, applicando una commissione media dell'1,45%. Cosi', per un acquisto di 250 mila euro, italiani, francesi, spagnoli e austriaci pagano 15/17 mila euro all'agenzia, mentre i fortunati inglesi solo 4 mila.
Dati: studio Commissione Ue, Zerp (universita' di Brema), Nomisma, Altroconsumo

13 febbraio 2008

Trova l'immagine nascosta... nell'html

Un'immagine nascosta nel testo. Il sogno di ogni crittografo. E non servono neppure anni di studio. Un semplicissimo strumento online permette a tutti (a patto che utilizzino come browser la mitica volpe di Firefox o Safari) di scegliere una parola o un'espressione dietro la quale nascondere un disegno o una fotografia a colori. Per vederla basta selezionare il testo. Semplicissimo. Provare per credere:
Scoprite l'immagine

Questo curioso tool mi ha riportato alla mente la precedente (anche se decisamente più laboriosa) moda degli HTMListi: realizzare un disegno trasformando le celle di una tabella in pixel.
Per chi non avesse capito cosa intendo, guardate questo sorprendente video, probabilmente made in Japan.

11 febbraio 2008

Polaroid istantanee... Un altro mito al tramonto

Niente è immortale su questa terra. Tutto ciò che è materiale (e non solo) ha un inizio e una fine: è una mera questione di tempo. Anche i prodotti umani invecchiano e muoiono. Ma a volte risorgono come oggetti di culto: speriamo che sia questo il caso.
New York, 9 feb. (Adnkronos) - Addio foto 'Polaroid'. Il gruppo che ha dato il nome alle fotografie istantanee, dopo sessant'anni di attività, passa la mano. Nell'era del digitale, con un qualsiasi telefono cellulare in grado di immortalare immagini, non c'era più spazio per un prodotto che ha comunque segnato la storia della fotografia e del costume.

Il disimpegno dal mercato, iniziato già lo scorso anno con lo stop alla produzione delle celebri macchine fotografiche, prosegue con l'annuncio della chiusura, che sarà progressiva nell'arco dell'anno, degli stabilimenti in Usa, Messico e Olanda dove venivano prodotte le pellicole. La produzione di pellicole sarà definitivamente fermata quando sarà raggiunto lo stock sufficiente a coprire le esigenze di stampa per tutto il 2009. Il gruppo punterà tutto sulle macchine digitali.

L'azienda nasce nel 1937 per produrre lenti polarizzate a uso scientifico e militare. Poi, l'invenzione delle foto istantanee, con la commercializzazione della prima Polaroid vera e propria che arriva nel 1948. Il celebre modello Swinger, che costa 20 dollari, viene introdotto nel 1965 e diviene subito popolarissimo. Nel 1972 testimonial d'eccezione per la macchina fotografica è Sir Lawrence Olivier, in una serie di pubblicità televisive che fanno la storia. Negli anni '70 la Polaroid OneStep diviene il modello in assoluto più venduto di macchina fotografica.

Le polaroid mi hanno sempre affascinata. Il poter bloccare per un istante il tempo e conservarne una testimonianza in forma quadrata era ai miei occhi un prodigio della tecnica per certi versi sottovalutato. Anche oggi, con stampanti portatili che danno risultati inarrivabili con una pellicola istantanea,le polaroid continuano a essere molto più di una semplice foto: sono il simbolo di divertimenti tra amici, di immagini da regalare e condividere, di ricordi che rimangono nel tempo e che conservano l'odore dei luoghi d'origine.
Le polaroid mi ricordano la mia infanzia, quando io e una mia amica al circo avevamo posato sul dorso di pony. Il fatto che siano pronte per il pensionamento mi fa sentire decisamente vecchia...

10 febbraio 2008

Che mondo sarebbe senza Ikea?

Dopo un pomeriggio trascorso all'Ikea a esaminare cucine e a mangiare ottime torte dai nomi impronunciabili, ho pensato di dedicare un post alle pubblicità dell'azienda svedese: irriverenti o geniali, sono sempre degne di nota.
La mia preferita racconta la triste storia di una lampada pronta per il pensionamento:

A guardare gli spot Ikea caricati su Youtube, appare evidente che un tema è particolarmente caro alla casa madre. Indovinate quale...


Una pubblicità che vi fa capire perché nei Paesi nordici i figli abbandonino presto il nido...


Nel caso ci fosse qualche dubbio, "tidy up" vuol dire "riordina".

FlexibleLove è un mobile geniale ed ecologico che promette di assumere tutte le dimensioni e le forme desiderate dall'utilizzatore. Non male per del cartone riciclato. Lo inserisco in questa sezione perché il video è stato intitolato "Ikea killer":


Molti spot Ikea sono stati censurati per i loro riferimenti "espliciti". Gli svedesi, si sa - è un luogo comune soprattutto in Italia - sono di liberi costumi.
Inspiegabilmente, a cadere vittima dei "morigeratori" sono stati anche questi commercial, più casti di tanti altri che si vedono sulle televisioni pubbliche e private la domenica pomeriggio.

Misteri della censura...

9 febbraio 2008

Eroe o non eroe, ad avercene di persone così...

Milano, 9 feb. (Adnkronos) - ''Se oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo per uno stupro evitato, cio' lo dobbiamo al coraggio di un autista Atm, ex carabiniere, che ha permesso di consegnare il violentatore nelle mani della Polizia. Un atto che merita l'Ambrogino d'Oro. Consegna di cui mi faro' personalmente promotore per la manifestazione di quest'anno''. Lo dichiara il vice sindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Riccardo De Corato, dopo che questa mattina un autista dell'Atm, l'azienda dei trasporti pubblici milanesi, ha salvato una donna messicana da un tentativo di violenza sessuale da parte di bloccato un clandestino palestinese.
Non sono riuscita a trovare in Rete (ahi ahi!) il nome dell'autista, che è stato però intervistato da alcuni Tg nazionali. Con grande tranquillità ha spiegato che per lui non si è trattato di un gesto eroico, ma dell'unico comportamento che si poteva tenere in quei frangenti. Anche il tranviere Pasqualino Di Carlo, ambrogino d'oro lo scorso dicembre, non si sente un eroe. Eppure si è beccato una coltellata per salvare una donna aggredita in viale Abruzzi. "Meno indifferenza significa meno criminalità" ha spiegato. Forse è davvero così.

Si può discutere se questo sia eroismo o meno (personalmente lo ritengo tale). A farmi riflettere è stato però ben altro: è stata l'umiltà di questi cittadini comuni che, rischiando forse la vita, hanno pensato bene di non stare a guardare. Perché era la cosa più giusta e "normale" da fare.
In tempi come questi, in cui tutti sono ripiegati su se stessi e l'individualismo è uno dei maggiori mali moderni (ma l'elenco sarebbe lungo), è bene ricordare cos'è normale.
E' normale aiutare le persone in difficoltà. E' normale soccorrere una donna aggredita. E' normale prestare aiuto in caso d'incidente. E' normale non abbandonare una partoriente in metropolitana. E' normale essere onesti. E' normale pagare le tasse. E' normale non cercare sempre e comunque di fare i propri interessi a scapito del prossimo. Se tutti questi comportamenti vengono considerati espressione di bontà, ignoranza, mancanza di furbizia o eroismo, c'è qualcosa che non va. La società è profondamente malata. E persone che credono ancora nel bene comune e nell'altruismo - e non si considerano per questo eroi - sono l'unica cura possibile.

8 febbraio 2008

5 punti dove fa male farsi tatuare

Pensavate che un tatuaggio all'interno del labbro o sul gomito fosse al limite del masochismo? C'è di peggio. Molto peggio.
Su Newsweek è stata pubblicata la classifica dei punti dove farsi tatuare è una vera e propria tortura. Le sorprese non mancano.

Ecco i cinque punti più dolorosi dove farsi un tatuaggio:
  1. l'occhio
  2. il monte di Venere
  3. la punta del piede o la caviglia
  4. dietro l'orecchio
  5. le costole
Che ci si creda o no, i tatuaggi da bulbo oculare sono una realtà. E a volte la motivazione non è neppure così assurda. Un guercio ha ad esempio fatto ricorso a questa dolorosissima procedura (con anestesia locale) per rendere meno evidente il suo occhio cieco.
A soffrire, anche se in misura leggermente minore, è anche chi si fa tatuare il contorno delle labbra o degli occhi per avere un trucco permanente ("permanent makeup"). L'operazione, costosa e dolorosa, ha però un bel pregio: quello di far accantonare per sempre eyeliner e matite per occhi.

Certo, se il risultato fosse proprio quello pubblicizzato (immagine a lato), le appassionate di makeup potrebbero farci un pensierino: quanto tempo risparmierebbero ogni giorno?

Per chi fosse molto interessato all'argomento, un video "istruttivo" che mostra il risultato finito e lo svolgimento dell'operazione.


Non è tutt'oro ciò che luccica. La chirurgia estetica, anche se all'acqua di rose, non va presa alla leggera. Il rischio di allergie è sempre in agguato e il risultato potrebbe non essere quello sperato.

6 febbraio 2008

Amigurumi, crochet me!

L'altro giorno, alla ricerca di modelli da realizzare all'uncinetto, ho per caso aperto il fotoalbum di una ragazza giapponese. Mi si è aperto un mondo. I centrini e le tendine sono ormai storia passata: mi sono votata agli amigurumi.
Qualche breve ricerca in Rete ed ecco quello che ho scoperto. Gli amigurumi (lett. "bamboline fatte a maglia o all'uncinetto") sono dei pupazzetti artigianali con una peculiarità: "they are typically cute animals", spiega Wikipedia internazionale. Insomma, sono adorabili e "puccettosi".
Ecco alcuni esempi.
In Giappone si sono trasformati in un bel business: le Hellokitty girls che non sanno neppure tenere l'uncinetto in mano, possono comprare un amigurumi già bello e pronto in un qualsiasi negozio, anche online. Ce ne sono di splendidi e il commento più ricorrente è quasi scontato: "they're so cute!".
Che ci sia l'influenza degli amigurumi dietro ai "Puchuu" del folle mondo di Excel Saga? Per chi non li conoscesse, si tratta di alieni conquistatori pericolosissimi, dotati di un'arma temibile: la "pucciosità". Sono così carini che nessuno, tranne la protagonista, è in grado di torcergli anche un solo pelo.

E, in tema di "pucciosità", che fine ha fatto Poochie, la cagnolina (cocker?) dalle orecchie rosa shocking che ha spopolato negli anni Ottanta? Com'è possibile che in Giappone non le abbiano innalzato un monumento?

4 febbraio 2008

Sarkozy-Bruni: due cuori, un Eliseo

Continua la chiacchieratissima love story tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e l'ex modella Carla Bruni. Non amo le telenovela (o telenovelas per restare fedele alla declinazione portoghese). Non amo neppure i paparazzi e le "paparazzate". Mediamente me ne infischio.
Questa volta non ho potuto. Facendo quotidianamente rassegna stampa, mi sono sorbita - controvoglia - questa storia dal suo inizio. Mi stupisco ogni volta di come anche quello che non suscita in noi il minimo interesse riesca a rimanere comunque in testa se ci viene ripetuto un numero sufficientemente elevato di volte.

Questa love story è riuscita a entrare in agenda anche in Italia. Ne hanno parlato tutti. Non è facile in un Paese chiuso a riccio come il nostro. Per la politica e la cronaca estera c'è sempre poco spazio. Un po' di Inghilterra, un po' di Francia e Spagna, un po' di Medio Oriente, un po' di Cina e molto Stati Uniti... la ricetta per confezionare un buon tg/quotidiano è completa. In Africa o in Sud America, in Corea o nelle Filippine, deve infuriare una bufera con venti a 400 Km/h perché in Italia soffi una lievissima brezza. Più i luoghi sono lontani e più eclatante deve essere "il fatto" per essere considerato notizia. E a volte la distanza non è solo spaziale, ma anche culturale.

La coppia Sarkozy-Bruni ha poi dimostrato che il pubblico è gossip-dipendente. O il pubblico o chi lo tratta come tale. E' un circolo vizioso, un cane che si morde la coda. Quello che è certo è che i problemi politici e sociali, le grandi riforme della Francia... tutto è passato in secondo piano. A finire sulle prime pagine (o in quelle centrali, a seconda del giorno e del Paese) è solo il président de la République in quanto uomo, personaggio: prima divorziato, poi fidanzato, poi forse sposo, poi davvero sposo, poi forse padre, poi chissà...
Ultima riflessione. Sarkozy è nato nel 1955. Ha la bellezza di 53 anni, da poco compiuti (il suo compleanno era lo scorso 28 gennaio). I capelli ancora corvini potrebbero essere il frutto di una buona tinta, ma è un dubbio più che una certezza. Il nostro presidente, Giorgio Napolitano, è nato nel 1925. Ha esattamente 30 anni più del "giovane" Sarkozy. L'età che in media separa un padre dal figlio. Gordon Brown è del 1951, José Luis Rodríguez Zapatero è addirittura del 1960.
Silvio Berlusconi è del 1936, Romano Prodi del 1939. Non sto a passare in rassegna l'intera classe politica nostrana, ma Sarkozy al loro confronto è un pischello. Certo, politici meno giovani hanno il vantaggio di essere più saggi. Ma alcune scene viste al Senato della Repubblica, il nostro ramo più "maturo" del Parlamento, porta a pensare il contrario...