Ed Bassmaster è un Youtuber doc con una passione per le candid camera. Chris Barrett è uomo delle PR che ha avuto l'onore di diventare un "esploratore" dei Google Glass. Dal loro incontro è nato un video decisamente brillante che la dice lunga su quanto folle può apparire l'utilizzatore di una nuova tecnologia:
Bassmaster trasforma il comando vocale in una leva comica e si lancia nelle richieste più assurde davanti alle ignare vittime, che mai si aspetterebbero di trovare qualcuno alle prese coi Google Glass durante un banale giro al centro commerciale. Di fronte al "sto parlando ai Google Glass" le reazioni oscillando dall'ammirazione al compatimento. Tra qualche anno, se prenderanno piede come sembra, questa candid camera non farà più ridere.
Niente di nuovo comunque. Qualche anno fa i primi utilizzatori di auricolari per telefonino hanno avuto anche più problemi. Mediamente venivano presi per pazzi.
E per anni in metropolitana la gente ha fissato perplessa quelli che sventolavano nell'aria uno strano gadget piatto. No, non era un tic nervoso, era la funzione shuffle dell'iPod!
In realtà gli inventori di questi gadget sono dei buontemponi e si divertono a renderci tutti un po' più folli...
7 dicembre 2013
1 dicembre 2013
Come rovinare un telefilm doppiandolo - Community
Per quanto molti traduttori facciano un lavoro encomiabile, ci sono sempre gli esempi che rovinano la categoria. Il cervo che volutamente diventa un unicorno nella versione italiana de Il Trono di Spade, rendendo deliranti tutte le profezie del primo libro, grida vendetta. Ma in quel caso i fan sono insorti a più riprese e ci sono discussioni e discussioni sui forum che le fanno giustizia.
Nel caso dell'episodio che sto per raccontare no. E quindi mi accollo l'onere di mandare a quel paese i geniali doppiatori per l'idiozia che hanno fatto.
Community è una serie decisamente originale che vive di citazioni. Sono la sua linfa vitale.
Quei burloni degli autori ci hanno messo 3 serie per fare l'Easter egg più geniale della storia dei telefilm. Questo:
Come si dice nel film, se nomini 3 volte Beetlejuice lo spiritello appare. E infatti nella serie, alla terza volta che viene nominato, ecco la chicca: un personaggio vestito come lo spiritello del film di Tim Burton appare dietro al vetro. Geniale davvero.
Peccato solo che gli spettatori italiani se la siano persa, questa chicca.
Come mai?
Perché quei simpaticoni dei traduttori-adattatori, hanno pensato bene di trasformare la "colonna sonora di Beetlejuice" citata nell'originale con "una raccolta dei Beatles".
Bella trovata, clap clap.
Sappiate che vi odio!
Nel caso dell'episodio che sto per raccontare no. E quindi mi accollo l'onere di mandare a quel paese i geniali doppiatori per l'idiozia che hanno fatto.
Community è una serie decisamente originale che vive di citazioni. Sono la sua linfa vitale.
Quei burloni degli autori ci hanno messo 3 serie per fare l'Easter egg più geniale della storia dei telefilm. Questo:
Come si dice nel film, se nomini 3 volte Beetlejuice lo spiritello appare. E infatti nella serie, alla terza volta che viene nominato, ecco la chicca: un personaggio vestito come lo spiritello del film di Tim Burton appare dietro al vetro. Geniale davvero.
Peccato solo che gli spettatori italiani se la siano persa, questa chicca.
Come mai?
Perché quei simpaticoni dei traduttori-adattatori, hanno pensato bene di trasformare la "colonna sonora di Beetlejuice" citata nell'originale con "una raccolta dei Beatles".
Bella trovata, clap clap.
Sappiate che vi odio!
17 ottobre 2013
Chiude lo spazio Forma di Milano! :(
L'uomo ha una tendenza masochistica a dare per scontato le cose che lo circondano, per poi riscoprirne il valore solo quando le sta per perdere. Capita un sacco di volte e nel mio caso è capitato pochi minuti fa nello scoprire che sta per chiudere lo spazio Forma di Milano, che vista la vicinanza al mio ufficio avrei potuto visitare molte più volte di quello che ho effettivamente fatto. Peccato, perché ogni mostra che ho visto (e la prima che mi viene in mente è sempre quella, splendida, di Phil Stern che mi ha anche commosso nella struggente dedica finale alla figlia) era un piccolo capolavoro. Nella scelta dei protagonisti, dei soggetti e nell'allestimento degli spazi. Sì perché a Milano non c'erano tanti spazi culturali così belli e ampi. Peccato davvero.
Lo spazio Forma quindi chiude ma lo fa in grande stile con una mostra che ripercorre i suoi 8 anni di attività. Leggo sul sito:
Lo spazio Forma quindi chiude ma lo fa in grande stile con una mostra che ripercorre i suoi 8 anni di attività. Leggo sul sito:
La mostra continuerà fino al 12 gennaio 2014. Andrò a vederla per ritrovare alcune delle foto che mi hanno tanto emozionato in passato. E so già che avrò il classico groppo in gola: perché non potrò più informarmi sulle loro prossime mostre, a volte "bucandole" per pigrizia e impegni dell'ultima ora forte della scusante "vabbé rimando di una settimana ma poi ci vado"; e perché ogni volta che chiude uno spazio culturale una città muore un pochino e Milano ha già agonizzato a sufficienza...
Senza voler fare paragoni troppo impegnativi, anche la Fondazione Forma per la Fotografia, nella sede di piazza Tito Lucrezio Caro a Milano, ha presentato dal 2005 un programma fitto e ininterrotto di mostre fotografiche. Grandi autori, giovani promesse, retrospettive celebri e percorsi a volte azzardati: tutto per mostrare la forza e la potenzialità della fotografia, per indicare le sue strade e i suoi diversi stili e per convincere di quanto la fotografia sia un linguaggio della contemporaneità. Della nostra vita e del nostro futuro. Una passione fotografica vuole ripercorrere proprio questi anni e questo impegno per e nella città di Milano. Attraverso alcune delle opere esposte nel tempo, accompagnate dai volumi, gli inviti e la memorabilia che ogni allestimento porta con sé, si ricostruisce il senso di una presenza e il valore di un lavoro – nutrito, appunto, da vera passione fotografica. Opere di : Richard Avedon, Piergiorgio Branzi, Gianni Berengo Gardin, Robert Capa, Stefano Cerio, Lorenzo Cicconi Massi, Elliott Erwitt, Maurizio Galimberti, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, William Klein, Wendy Sue Lamm, Jacques Henri Lartigue, Saul Leiter, LIFE, Martial, Nino Migliori, Erwin Olaf, Martin Parr, Marco Pesaresi, PREMIO F, Martin Schoeller, Massimo Siragusa, Phil Stern, Paolo Ventura, Albert Watson, WOMEN CHANGING INDIA, Andrew Zuckerman.
13 ottobre 2013
Come usare i moncherini di matite (pencil stubs)
Stamattina aprendo Facebook mi sono imbattuta in questa bellissima matita:
Si chiama Sprout e ha all'estremità una capsula che contiene dei semi. Quando la matita diventa inutilizzabile, si pianta e si fanno crescere le aromatiche contenute all'interno. Qui il sito coi dettagli.
In alternativa, per chi non ne vuole sapere di buttare i moncherini, ho scoperto che esiste addirittura un "connettore" che permette di aggregarne due o più in modo da avere una matita di lunghezza decente per poterli sfruttare a oltranza.
Si chiama "1+1=1 Pencil Connector" e la trovate qui con tanto di infografica che spiega come funziona: http://www.yankodesign.com/2010/02/02/dont-give-up-the-stub/
Non ho trovato informazioni in merito al prezzo e non ho neppure capito se e dove la vendano, quindi immagino sia ancora un concept. Nel caso spero la diano all'Ikea il prossimo anno come omaggio per aver restituito il catalogo, vista la lunghezza delle loro matite sarebbe utilissimo...
In alternativa potete farci giocare i bambini con il piccolo contributo di un trapano:
Passiamo quindi al vero tema del post, ovvero come riusare questi dannati moncherini? Ecco alcune idee che ho trovato in Rete.
Partiamo con dei lavori che io trovo spettacolari.
Jennifer Maestre è un'artista americana che realizza sculture con migliaia di moncherini di matite. I suoi lavori sono incredibilmente belli e si capisce sempre qual è la materia prima.
Le opere sono una più bella e colorata dell'altra e vengono vendute a partire dai 5mila dollari. Qui trovate il sito di Jennifer Maestre per poter vedere tutti i suoi lavori: http://www.jennifermaestre.com
Passiamo ai bijoux assortiti:
I due della foto sono stati realizzati da Maria Cristina Bellucci. Qui trovate altri sui lavori, dalle collane agli orecchini: http://www.klimt02.net/jewellers/index.php?item_id=11203
Questo è il suo sito ufficiale http://www.mcbjewellery.com/?page_id=142
Sembra assolutamente impossibile che la materia prima siano quegli inutili moncherini...
Karoline Felix invece realizza collane col moncherino quasi così com'è:
Nel suo negozio etsy non sono presenti al momento collane anche se ecouterre.com le dava in vendita qualche tempo fa dai 18 ai 56 dollari. Forse ha preferito puntare su altri oggetti più particolari, in effetti se ci fate una capatina http://www.etsy.com/it/shop/KarolinfelixDream?page=3 troverete accessori molto carini.
Andiamo avanti con gli orecchini. Vi piacciono questi?
A questo indirizzo http://sketchystyles.com/2013/07/03/pencil-crayon-earrings/ trovate le istruzioni complete per realizzarli.
Procedimento molto simile per questo:
Istruzioni complete qui: http://www.caughtonawhim.com/2013/05/colored-pencil-necklace-by-magical.html
Semplice taglia e incolla per questi orecchini che ho trovato sul sito justcraft.eu: http://www.justcraft.eu/?p=70
In alternativa si può optare per delle decorazioni, ad esempio questa:
Un fermacarte di resina: qui le istruzioni complete http://www.lilblueboo.com/2012/03/cast-resin-paperweights-coasters-a-tutorial.html
Oppure per questi:
Si chiama Sprout e ha all'estremità una capsula che contiene dei semi. Quando la matita diventa inutilizzabile, si pianta e si fanno crescere le aromatiche contenute all'interno. Qui il sito coi dettagli.
In alternativa, per chi non ne vuole sapere di buttare i moncherini, ho scoperto che esiste addirittura un "connettore" che permette di aggregarne due o più in modo da avere una matita di lunghezza decente per poterli sfruttare a oltranza.
Si chiama "1+1=1 Pencil Connector" e la trovate qui con tanto di infografica che spiega come funziona: http://www.yankodesign.com/2010/02/02/dont-give-up-the-stub/
Non ho trovato informazioni in merito al prezzo e non ho neppure capito se e dove la vendano, quindi immagino sia ancora un concept. Nel caso spero la diano all'Ikea il prossimo anno come omaggio per aver restituito il catalogo, vista la lunghezza delle loro matite sarebbe utilissimo...
In alternativa potete farci giocare i bambini con il piccolo contributo di un trapano:
Passiamo quindi al vero tema del post, ovvero come riusare questi dannati moncherini? Ecco alcune idee che ho trovato in Rete.
Partiamo con dei lavori che io trovo spettacolari.
Jennifer Maestre è un'artista americana che realizza sculture con migliaia di moncherini di matite. I suoi lavori sono incredibilmente belli e si capisce sempre qual è la materia prima.
Passiamo ai bijoux assortiti:
I due della foto sono stati realizzati da Maria Cristina Bellucci. Qui trovate altri sui lavori, dalle collane agli orecchini: http://www.klimt02.net/jewellers/index.php?item_id=11203
Questo è il suo sito ufficiale http://www.mcbjewellery.com/?page_id=142
Sembra assolutamente impossibile che la materia prima siano quegli inutili moncherini...
Karoline Felix invece realizza collane col moncherino quasi così com'è:
Nel suo negozio etsy non sono presenti al momento collane anche se ecouterre.com le dava in vendita qualche tempo fa dai 18 ai 56 dollari. Forse ha preferito puntare su altri oggetti più particolari, in effetti se ci fate una capatina http://www.etsy.com/it/shop/KarolinfelixDream?page=3 troverete accessori molto carini.
Andiamo avanti con gli orecchini. Vi piacciono questi?
A questo indirizzo http://sketchystyles.com/2013/07/03/pencil-crayon-earrings/ trovate le istruzioni complete per realizzarli.
Procedimento molto simile per questo:
Istruzioni complete qui: http://www.caughtonawhim.com/2013/05/colored-pencil-necklace-by-magical.html
Semplice taglia e incolla per questi orecchini che ho trovato sul sito justcraft.eu: http://www.justcraft.eu/?p=70
Un fermacarte di resina: qui le istruzioni complete http://www.lilblueboo.com/2012/03/cast-resin-paperweights-coasters-a-tutorial.html
Oppure per questi:
Ma se si hanno tanti moncherini colorati e tanta buona volontà ci si può imbarcare in progetti più impegnativi, come una sorta di mosaico di ex matite. Ad esempio questo (giusto perché tutti hanno spazio in casa per farlo):
31 agosto 2013
Non sai che fartene dei vecchi mobili Ikea? Riportali in negozio!
In affitto o in attesa di comprare dei mobili "definitivi", siamo tutti passati da Ikea. A volte, anche se non eravamo del tutto convinti del nuovo acquisto, abbiamo pensato "vabbé, vediamo se è comodo, tanto costa poco..."e ce lo siamo trascinati alla cassa. E poi?
Va a finire che a un certo punto è tempo di separarsi da un mobile praticamente semi-nuovo ma che non vogliamo più. E dispiace, se non altro per questioni ambientali (oltre che economiche). Puoi mettere un annuncio, ma chi potrebbe comprare un mobile Ikea usato quando il nuovo costa poco di più? E a che cifra avrebbe senso venderlo? Senza contare il tempo che dovremo dedicare agli eventuali acquirenti, che vorranno visionare il mobile, tireranno sul prezzo, ci faranno perdere tempo per poi dirci "mi sa che lo compro nuovo".
Io ho optato per la strada più comoda e veloce. Con l'Ikea family (che hanno praticamente tutti, mica è una Visa gold!) si può usufruire del servizio di rivendita dell'usato. Dal lunedì al venerdì (non il sabato, come ho potuto verificare sulla mia pelle) si può riportare l'oggetto in negozio, montato e in condizioni decorose (anche di pulizia) e loro ti fanno un'offerta. Se l'accetti ti danno una carta acquisti dello stesso importo. Non serve lo scontrino, anche perché il mobile può essere stato comprato anche 10 anni prima. Non aspettatevi però di guadagnarci: anche se l'oggetto è perfetto ve lo valutano comunque meno del 50%. Io ho riportato due cassettiere, 52 euro a listino, mi sono state valutate 20 euro. Sempre meglio comunque di portare dei mobili semi-nuovi in discarica!
Per maggiori informazioni guardate ad esempio questo link relativo al negozio di Milano - San Giuliano: http://www.ikea.com/ms/it_IT/img/local_store_info/milano_sangiuliano/other/ritiro%20usato%20IKEA.pdf
Va a finire che a un certo punto è tempo di separarsi da un mobile praticamente semi-nuovo ma che non vogliamo più. E dispiace, se non altro per questioni ambientali (oltre che economiche). Puoi mettere un annuncio, ma chi potrebbe comprare un mobile Ikea usato quando il nuovo costa poco di più? E a che cifra avrebbe senso venderlo? Senza contare il tempo che dovremo dedicare agli eventuali acquirenti, che vorranno visionare il mobile, tireranno sul prezzo, ci faranno perdere tempo per poi dirci "mi sa che lo compro nuovo".
Io ho optato per la strada più comoda e veloce. Con l'Ikea family (che hanno praticamente tutti, mica è una Visa gold!) si può usufruire del servizio di rivendita dell'usato. Dal lunedì al venerdì (non il sabato, come ho potuto verificare sulla mia pelle) si può riportare l'oggetto in negozio, montato e in condizioni decorose (anche di pulizia) e loro ti fanno un'offerta. Se l'accetti ti danno una carta acquisti dello stesso importo. Non serve lo scontrino, anche perché il mobile può essere stato comprato anche 10 anni prima. Non aspettatevi però di guadagnarci: anche se l'oggetto è perfetto ve lo valutano comunque meno del 50%. Io ho riportato due cassettiere, 52 euro a listino, mi sono state valutate 20 euro. Sempre meglio comunque di portare dei mobili semi-nuovi in discarica!
Per maggiori informazioni guardate ad esempio questo link relativo al negozio di Milano - San Giuliano: http://www.ikea.com/ms/it_IT/img/local_store_info/milano_sangiuliano/other/ritiro%20usato%20IKEA.pdf
10 agosto 2013
Piante spontanee al Castello Sforzesco di Milano
L'origine di questo post va ricercata in una visita guidata in notturna che ho fatto ai sentieri "segreti" del Castello Sforzesco. Prima di scendere nei sotterranei (anche se in realtà non si va molto sottoterra) siamo saliti sul Rivellino, che è questa struttura di cui ignoravo il nome ma che avevo notato chissà quante volte (difficile che passi inosservata):
Breve parentesi storica:
Per chi si stia domandando che aspetto abbiano, aggiungo contributo fotografico (preso dal sito del turismo di Trapani, mi viene da sottolineare):
Riguardo ai capperi del Castello Sforzesco vi rimando a questo interessante post - parte di un adorabile blog - dove troverete anche le foto scattate a Milano (e non a Pantelleria):
http://biodiversitamilano.blogspot.it/2010/09/capperi-che-castello.html
Non è però l'unica "stranezza" della biodiversità del Castello (vedi sotto)
E visto che siamo in tema, una carrellata delle piante che si possono trovare sulle mura del Castello o nei dintorni. Cliccando sulla foto si va alla foto originale più dettagliata.
Molte sono piante estremamente comuni, che si possono trovare nei parchi o che spuntano a volte da sole nelle fessure delle piastrelle in terrazzo. Le ho aggiunte comunque perché spesso sono proprio le cose che abbiamo sempre sotto gli occhi che finiscono per passare inosservate. E vale la pena di ricordare che le piante che spesso compriamo non sono altro che "erbacce" che arrivano da altri climi. Lo stesso capelvenere può essere acquistato a caro prezzo nei vivai.
Per la lista completa (e l'elenco degli alberi) vi rimando a questo ricchissimo censimento del Comune di Milano: http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/Documenti.nsf/d38e0f65f96d36fc0125690e00465e37/51b995f1e34d757ac12579ab004dc237/$FILE/Flora_CastelloSforzesco_PagBot_2011.pdf
Una nota a conclusione della gita. Durante la seconda guerra mondiale il castello è diventato un bunker contro i bombardamenti. Possibile che non ci fosse un modo migliore per ringraziarlo che distruggere parte dei cunicoli sotterranei per fare la M1? L'Italia ha un enorme patrimonio artistico ed è abbastanza triste guardarsi attorno e notare quanto spesso strutture che sono sopravvissute al tempo e alle guerre siano state distrutte per fare posto a strade, negozi, gallerie. Non si può fermare il progresso, ma magari ogni tanto lo si potrebbe far scendere a patti con la Storia...
Breve parentesi storica:
Il Rivellino di Santo Spirito: ha pianta quadrata e sorge nel mezzo del fossato; tre ponticelle lo collegavano alle difese cittadine, al quadrato sforzesco e alla strada coperta della ghirlanda.Una volta saliti siamo stati accolti da una fitta vegetazione spontanea nata tra pietre e mattoni. Mi ha subito incuriosito perché faceva un caldo insopportabile da settimane e le piante non davano segni di sofferenza. Piante che tra l'altro non avevo mai visto. Alla fine, sorpresa delle sorprese, erano capperi di Pantelleria! Evidentemente le mura sono diventate un micro-habitat dalle caratteristiche decisamente poco milanesi.
All'interno del Torrione dei Carmini è stata allestita la ricostruzione della "stanza delle guardie" così com'era in età sforzesca, con le armi che caratterizzavano l'equipaggiamento dei soldati del Castello e alcuni oggetti d'uso comune tipici del XV e XVI secolo.
Per chi si stia domandando che aspetto abbiano, aggiungo contributo fotografico (preso dal sito del turismo di Trapani, mi viene da sottolineare):
Riguardo ai capperi del Castello Sforzesco vi rimando a questo interessante post - parte di un adorabile blog - dove troverete anche le foto scattate a Milano (e non a Pantelleria):
http://biodiversitamilano.blogspot.it/2010/09/capperi-che-castello.html
Non è però l'unica "stranezza" della biodiversità del Castello (vedi sotto)
E visto che siamo in tema, una carrellata delle piante che si possono trovare sulle mura del Castello o nei dintorni. Cliccando sulla foto si va alla foto originale più dettagliata.
Molte sono piante estremamente comuni, che si possono trovare nei parchi o che spuntano a volte da sole nelle fessure delle piastrelle in terrazzo. Le ho aggiunte comunque perché spesso sono proprio le cose che abbiamo sempre sotto gli occhi che finiscono per passare inosservate. E vale la pena di ricordare che le piante che spesso compriamo non sono altro che "erbacce" che arrivano da altri climi. Lo stesso capelvenere può essere acquistato a caro prezzo nei vivai.
Nome scientifico | Note | Immagine |
Adiantum capillus-veneris | Una delle mie felci preferite (per gli amici "Capelvenere") | |
Asplenium trichomanes | Falso Capelvenere (non è tra le mie felci preferite) | |
Chelidonium majus | Da contare i petali o si confonde col più noto ranuncolo | |
Papaver rhoeas | Sono tra i miei fiori spontanei preferiti | |
Ranunculus acris | Ranuncolo | |
Sedum Album | Uno dei sedum spontanei che preferisco | |
Parthenocissus quinquefolia | Non l'ho notato al Castello ma mi dicono che c'è (del resto è così comune che ci sarebbe da stupirsi se non ci fosse) | |
Medicago lupulina | Piantina discreta che mi ricorda gli oxalis. Fa dei fiori piccoli gialli. |
|
Medicago sativa | Io la conoscevo come erba medica, Google mi dice che si chiama anche alfa-alfa. L'ho vista ai piedi del Rivellino e senza i fiori passa assolutamente inosservata. | |
Trifoglio repens | Vabbé, qui c'è poco da dire. Il trifoglio è ovunque e incredibilmente lo si può vedere anche al Castello... | immagine |
Trifolium pratense | Vale quello che dicevo sopra, il trifoglio è onnipresente in tutti i parchi. Questa varietà però l'ho vista un po' meno frequentemente della precedente | immagin |
Potentilla (varie) | Ennesimo fiore giallo che fa la caratteristica simil-fragola della foto. Nei giardini e nei boschi capita spesso di trovarla. Non mi risulta sia tossica ma ho sempre evitato accuratamente di provarla... | |
Parietaria | Una pianta "niente di che", ma ogni volta che la vedo mi viene in mente una bellissima canzone di Guccini ("Vorrei") e quindi mi sembrava doveroso citarla. E visto che siamo in tema di ovvietà, al Castello si trova pure l'ortica | |
Oxalis corniculata | Una piantina tutto sommato graziosa, che se si infila da qualche parte non te ne liberi più. Per chi ama il genere (nella versione meno infestante), in passato ho dedicato un post alla coltivazione dei bulbi di oxalis. |
|
Geranium molle | Una varietà spontanea di geranio (le foglie sono abbastanza caratteristiche) dal fiore molto discreto | |
Malva sylvestris | La malva, oltre che ottima per farsi una tisana, secondo me è anche una gran bella pianta. I parchi ne sono pieni, di solito la si calpesta senza ritegno ma se le dedicate un secondo del vostro tempo noterete che il fiore è molto grazioso. Il petalo ha la forma di un cuore e sembra attraversato da vasi sanguigni. | |
Capparis spinosa | Eccola la guest star! Il cappero di Pantelleria con cui ho aperto il post, di cui ci sono tracce documentate nel Castello dal 1920. | |
Portulaca nitida | Ennesima pianta infestante che però presenta una curiosità: è diffusa in quasi tutte le regioni del mondo, ma in Italia non si trova in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Puglia e Calabria. |
|
Periploca graeca
| Pianta che non sono ancora riuscita a vedere (anche perché senza fiori è meno evidente) ma che trovo estremamente affascinante. Cit. "Interessante specie mediterranea in via di rarefazione, presente sul- le mura del Castello dall’epoca del C OBAU (1916). In Puglia è sta- ta oggetto di reintroduzione lungo un bordo paludoso della riserva na- turale “Le Cesine”, vicino Lecce" | |
Cymbalaria muralis | Ho scoperto l'esistenza di questa pianta durante un viaggio in Scozia dove - complice un clima molto mite e umidissimo - crea dei cuscini verdi sui muri e sulle rocce. Al Castello basta esaminare per 2 secondi le mura esterne per vederla. |
Per la lista completa (e l'elenco degli alberi) vi rimando a questo ricchissimo censimento del Comune di Milano: http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/Documenti.nsf/d38e0f65f96d36fc0125690e00465e37/51b995f1e34d757ac12579ab004dc237/$FILE/Flora_CastelloSforzesco_PagBot_2011.pdf
Una nota a conclusione della gita. Durante la seconda guerra mondiale il castello è diventato un bunker contro i bombardamenti. Possibile che non ci fosse un modo migliore per ringraziarlo che distruggere parte dei cunicoli sotterranei per fare la M1? L'Italia ha un enorme patrimonio artistico ed è abbastanza triste guardarsi attorno e notare quanto spesso strutture che sono sopravvissute al tempo e alle guerre siano state distrutte per fare posto a strade, negozi, gallerie. Non si può fermare il progresso, ma magari ogni tanto lo si potrebbe far scendere a patti con la Storia...
28 luglio 2013
Cosa fare una domenica nei dintorni di Milano: Villa Litta a Lainate
Venerdì sera, mentre zampettavo svogliatamente su Pinterest prima di andare a dormire, mi sono imbattuta nella bellissima foto di una statua in una grotta:
Il primo pensiero è stato: come la invidio, lì farà sicuramente fresco! Il secondo è stato di andare a vedere in chissà che luogo remoto si trovava. Vado all'album flickr dell'autore e scopro che si chiama Villa Litta ed è... a Lainate. Quasi dietro casa! Com'è possibile che non ne sapessi niente?
Breve ricerca, scopro il sito dell'associazione amici di Villa Litta e scopro che sono aperti la domenica e non serve neppure prenotare. I prezzi sono pure abbordabili. Non mi informo oltre perché non voglio bruciarmi la sorpresa, tanto ho deciso di andarci.
E così, in fuga da una domenica rovente, prendiamo la moto e andiamo a Lainate, senza sapere di fatto cosa aspettarci. Passiamo alla biglietteria e scopriamo che si può scegliere tra il biglietto per il palazzo e quello per il ninfeo. Facciamo pacchetto completo (sono 8+3=11 euro, ma dopo quello che ho speso per i castelli in Scozia quasi quasi stavo per dire "solo"?) e il tour ha inizio.
Senza entrare nel dettaglio, mi limiterò a dire che le visite guidate sono durate complessivamente più di 3 ore (ma il tempo è volato) e che per assurdo la statua che mi aveva tanto impressionata non è stato l'elemento più incredibile e spettacolare del tour. E' stato divertente e soprattutto molto fresco (perfetto per l'estate).
Spendo giusto due parole su chi ci ha accompagnato alla scoperta del luogo e che ci ha dato tante informazioni curiose e interessanti sulla storia della villa e anche sulla sua proprietà e sui restauri (perché in Italia abbiamo un enorme patrimonio artistico, ma non sempre l'abbiamo valorizzato nel migliore dei modi). Villa Litta è stata fortunata, perché se il Comune di Lainate fosse stato meno lungimirante e non l'avesse comprata e resa ufficialmente un bene comune, avrebbe continuato col degrado o peggio ancora rischiava di finire sotto una colata di cemento.
Io ho sempre un po' il terrore delle visite guidate perché amo perdermi nei dettagli che gli altri mediamente ignorano: sono fissata coi materiali e le lavorazioni, se potessi passare con una lente sui tessuti e sulle sculture per vedere e capire ogni singolo tocco dell'artista lo farei; e poi c'è la fissazione naturalistica per cui se trovo forme di vita non umane in giro mi metto a catalogarle... Insomma, le visite guidate mi terrorizzano. Devo dire che in questo caso è stato oltre le aspettative. Le guide, che in realtà sono volontari, dedicano molto tempo a ogni spazio, in modo che la visita sia rilassata e appagante. Ma soprattutto si percepisce la grande passione che hanno per ciò che stanno raccontando e questo fa volare il tempo. E alla fine ti trovi in testa un sacco di informazioni che non avevi.
Io ad esempio ho scoperto che il "biscione" (a lato) potrebbe non simboleggiare un serpente o una vipera ma una balena; l'uomo che esce dalla bocca in questa versioe è il biblico Giona (vai all'araldica). Chi va a visitare gli interni di Villa Litta faccia attenzione alle creature marine rappresentate negli affreschi. Ci troverà delfini inquietanti e balene affusolate con delle specie di branchie a vista. Insomma, mostruosità che neanche in 20mila leghe sotto i mari...
Visto che ho aperto con la fanciulla al bagno (che per la cronaca è soprannominata "la vegia tuntona") chiudo col satiro (ma questa volta la foto è la mia):
Il primo pensiero è stato: come la invidio, lì farà sicuramente fresco! Il secondo è stato di andare a vedere in chissà che luogo remoto si trovava. Vado all'album flickr dell'autore e scopro che si chiama Villa Litta ed è... a Lainate. Quasi dietro casa! Com'è possibile che non ne sapessi niente?
Breve ricerca, scopro il sito dell'associazione amici di Villa Litta e scopro che sono aperti la domenica e non serve neppure prenotare. I prezzi sono pure abbordabili. Non mi informo oltre perché non voglio bruciarmi la sorpresa, tanto ho deciso di andarci.
E così, in fuga da una domenica rovente, prendiamo la moto e andiamo a Lainate, senza sapere di fatto cosa aspettarci. Passiamo alla biglietteria e scopriamo che si può scegliere tra il biglietto per il palazzo e quello per il ninfeo. Facciamo pacchetto completo (sono 8+3=11 euro, ma dopo quello che ho speso per i castelli in Scozia quasi quasi stavo per dire "solo"?) e il tour ha inizio.
Senza entrare nel dettaglio, mi limiterò a dire che le visite guidate sono durate complessivamente più di 3 ore (ma il tempo è volato) e che per assurdo la statua che mi aveva tanto impressionata non è stato l'elemento più incredibile e spettacolare del tour. E' stato divertente e soprattutto molto fresco (perfetto per l'estate).
Spendo giusto due parole su chi ci ha accompagnato alla scoperta del luogo e che ci ha dato tante informazioni curiose e interessanti sulla storia della villa e anche sulla sua proprietà e sui restauri (perché in Italia abbiamo un enorme patrimonio artistico, ma non sempre l'abbiamo valorizzato nel migliore dei modi). Villa Litta è stata fortunata, perché se il Comune di Lainate fosse stato meno lungimirante e non l'avesse comprata e resa ufficialmente un bene comune, avrebbe continuato col degrado o peggio ancora rischiava di finire sotto una colata di cemento.
Io ho sempre un po' il terrore delle visite guidate perché amo perdermi nei dettagli che gli altri mediamente ignorano: sono fissata coi materiali e le lavorazioni, se potessi passare con una lente sui tessuti e sulle sculture per vedere e capire ogni singolo tocco dell'artista lo farei; e poi c'è la fissazione naturalistica per cui se trovo forme di vita non umane in giro mi metto a catalogarle... Insomma, le visite guidate mi terrorizzano. Devo dire che in questo caso è stato oltre le aspettative. Le guide, che in realtà sono volontari, dedicano molto tempo a ogni spazio, in modo che la visita sia rilassata e appagante. Ma soprattutto si percepisce la grande passione che hanno per ciò che stanno raccontando e questo fa volare il tempo. E alla fine ti trovi in testa un sacco di informazioni che non avevi.
Io ad esempio ho scoperto che il "biscione" (a lato) potrebbe non simboleggiare un serpente o una vipera ma una balena; l'uomo che esce dalla bocca in questa versioe è il biblico Giona (vai all'araldica). Chi va a visitare gli interni di Villa Litta faccia attenzione alle creature marine rappresentate negli affreschi. Ci troverà delfini inquietanti e balene affusolate con delle specie di branchie a vista. Insomma, mostruosità che neanche in 20mila leghe sotto i mari...
Visto che ho aperto con la fanciulla al bagno (che per la cronaca è soprannominata "la vegia tuntona") chiudo col satiro (ma questa volta la foto è la mia):
25 giugno 2013
Come imparare inglese online gratuitamente
Qualche anno fa un noto portale dalle fortune altalenanti lanciò il geniale slogan "Il bello di Internet" (sapete di chi sto parlando, vero?). Oggi suona datato a chi se lo ricorda, probabilmente insensato a chi non lo conosce. Cos'è quindi oggi il bello di Internet? Secondo me è sempre la stessa cosa: l'accesso a illimitate risorse gratuite. Per gli autodidatti volenterosi ma squattrinati (o semplicemente taccagni) è una manna. E qual è una delle cose che più comodamente si può imparare grazie a Internet e che non si potrebbe fare con altrettanta facilità in altri modi? Ma è ovvio: imparare una lingua straniera!
Internet non sarà mai sostitutivo di un viaggio all'estero, ma è decisamente un alleato validissimo e low cost. Basta avere tempo e tanta motivazione.
ALERT: Post dedicato solo agli internauti di buona volontà.
Negli ultimi 5 anni grazie a Internet ho migliorato di molto il mio inglese (non aspettatevi un livello di inglese eccelso, è che partivo da una base imbarazzante), ho studiato le basi di francese e spagnolo e ho rinverdito un po' il tedesco. In pratica riesco a non farmi capire in 5 lingue diverse.
Ecco i siti e gli stratagemmi che mi sento di consigliare.
wordreference.com
Un sito fondamentale per quanto riguarda le lingue straniere. Anzitutto perché ha un dizionario che renderà inutile quel tomone pesantissimo che vi ha fatto flettere lo scaffale.
Dizionari presenti: inglese, spagnolo, francese, italiano, tedesco, portoghese, polacco, rumeno, ceco, greco, turco, cinese, giapponese, coreano, arabo. No, il klingon purtroppo non c'è (per il momento)...
Non ci sono solo le traduzioni secche, ma anche frasi idiomatiche e le combinazioni più comuni.
Per gli utenti Firefox più assidui (come me) c'è la scorciatoia. Qui le istruzioni: http://www.wordreference.com/tools/Firefox-search-shortcut.aspx
Semplificando:
Se non riuscite a trovare una parola che state cercando c'è l'utilissima sezione Forum, dove potrete togliervi ogni dubbio (anche chiedere qual è l'adattamento giapponese di "conosco i miei polli").
Fate attenzione però: su Wordreference si va per imparare. Se postate una domanda in una lingua straniera e vi rispondono elencando tutti gli errori che avete fatto non prendetevela: è buona usanza del forum ed è appunto uno dei motivi per cui qui potrete davvero impare una lingua, molto più complessa, ricca e sfaccettata di quella che presentano nei libri di scuola. Quindi non fate i permalosi e approfittatene!
Altre risorse utili per la categoria dizionari:
Youtube
Risorsa utilissima per chi vuole imparare una nuova lingua. Iniziate col navigare nei contenuti in lingua straniera. Da qualche tempo Youtube ha aggiunto il servizio sottotitoli: metà delle volte sono sbagliati (vabbé sono generati in automatico, apprezziamo l'impegno), però magari becca proprio l'unica parola che non avevate capito...
Cercate telefilm, serie, telegiornali, riprese amatoriali di bimbiminkia: qualsiasi cosa pur di fare allenamento. Molti programmi sono bloccati per l'IP italiano. Valutate un proxy.
E poi... spazio alle videolezioni! Se ci tenete ad avere un insegnante, questo è il posto giusto per voi. Youtube è piena di video tutorial, armatevi di sana pazienza e appena trovate un canale che vi ispira iscrivetevi. Per imparare una lingua serve costanza.
Per la lingua inglese consiglio:
Speak English with Misterduncan
Insegnante inglese, ha creato una sorta di format video in cui tra sketch e ambientazioni colorate approfondisce un tema per puntata.
Di solito l'inizio è sempre lo stesso:
Sempre per la lingua inglese vi consiglio English with Jennifer, anche lei è un'insegnante e le sue lezioni sono perfette per iniziare a imparare la lingua.
Concludo con Lear English with Ronnie!, consigliato soprattutto a chi sa già l'inglese ma deve migliorare la comprensione del parlato o svecchiarlo. Ammetto che lei è davvero inquitante la prima volta che la si vede...
Internet non sarà mai sostitutivo di un viaggio all'estero, ma è decisamente un alleato validissimo e low cost. Basta avere tempo e tanta motivazione.
ALERT: Post dedicato solo agli internauti di buona volontà.
Negli ultimi 5 anni grazie a Internet ho migliorato di molto il mio inglese (non aspettatevi un livello di inglese eccelso, è che partivo da una base imbarazzante), ho studiato le basi di francese e spagnolo e ho rinverdito un po' il tedesco. In pratica riesco a non farmi capire in 5 lingue diverse.
Ecco i siti e gli stratagemmi che mi sento di consigliare.
wordreference.com
Un sito fondamentale per quanto riguarda le lingue straniere. Anzitutto perché ha un dizionario che renderà inutile quel tomone pesantissimo che vi ha fatto flettere lo scaffale.
Dizionari presenti: inglese, spagnolo, francese, italiano, tedesco, portoghese, polacco, rumeno, ceco, greco, turco, cinese, giapponese, coreano, arabo. No, il klingon purtroppo non c'è (per il momento)...
Non ci sono solo le traduzioni secche, ma anche frasi idiomatiche e le combinazioni più comuni.
Per gli utenti Firefox più assidui (come me) c'è la scorciatoia. Qui le istruzioni: http://www.wordreference.com/tools/Firefox-search-shortcut.aspx
Semplificando:
- scelgo il link che mi interessa per il bookmark (nel mio caso inglese-italiano);
- vado con il puntatore sul link e clicco il tasto destro del mouse;
- seleziono "aggiungi link nei segnalibri";
- passo a Firefox e scorro la lista dei segnalibri fino a quello che ho appena aggiunto; ci vado sopra col mouse, clicco il tasto destro e seleziono "Proprietà";
- aggiungo nello spazio keyword la combinazione che mi interessa (nel mio caso enit);
- Salva!
Se non riuscite a trovare una parola che state cercando c'è l'utilissima sezione Forum, dove potrete togliervi ogni dubbio (anche chiedere qual è l'adattamento giapponese di "conosco i miei polli").
Fate attenzione però: su Wordreference si va per imparare. Se postate una domanda in una lingua straniera e vi rispondono elencando tutti gli errori che avete fatto non prendetevela: è buona usanza del forum ed è appunto uno dei motivi per cui qui potrete davvero impare una lingua, molto più complessa, ricca e sfaccettata di quella che presentano nei libri di scuola. Quindi non fate i permalosi e approfittatene!
Altre risorse utili per la categoria dizionari:
- Google Translator: potete usarlo per tradurre a spanne un documento in una lingua che ignorate, anche perché in Chrome potete attivare la traduzione automatica e non dover neppure perdere tempo a capire se state vedendo una pagina in giapponese, in cinese o in coreano... Non usatelo per traduzioni rivolte al pubblico altrimenti rischiate di fare la fine di questo ristorante. Forse non tutti sanno che... Google Translator vi permette anche di ascoltare la pronuncia delle parole. Approfittatene!)
- Urban dictionary: se guardi un telefilm americano da qui devi passare!
- The Free Dictionary
- Babelfish: che cosa potrà mai offrire oggi il povero Babelfish, pioniere del genere ai tempi di Altavista, passato poi a Yahoo! e poi gambizzato a favore di Microsoft Translator? Se scrollate la pagina che ho linkato troverete un bel po' di frasi fatte tradotte. Ne imparate una al giorno e togliete il medico di torno in un sacco di lingue diverse...
Youtube
Risorsa utilissima per chi vuole imparare una nuova lingua. Iniziate col navigare nei contenuti in lingua straniera. Da qualche tempo Youtube ha aggiunto il servizio sottotitoli: metà delle volte sono sbagliati (vabbé sono generati in automatico, apprezziamo l'impegno), però magari becca proprio l'unica parola che non avevate capito...
Cercate telefilm, serie, telegiornali, riprese amatoriali di bimbiminkia: qualsiasi cosa pur di fare allenamento. Molti programmi sono bloccati per l'IP italiano. Valutate un proxy.
E poi... spazio alle videolezioni! Se ci tenete ad avere un insegnante, questo è il posto giusto per voi. Youtube è piena di video tutorial, armatevi di sana pazienza e appena trovate un canale che vi ispira iscrivetevi. Per imparare una lingua serve costanza.
Per la lingua inglese consiglio:
Speak English with Misterduncan
Insegnante inglese, ha creato una sorta di format video in cui tra sketch e ambientazioni colorate approfondisce un tema per puntata.
Di solito l'inizio è sempre lo stesso:
Hi everybody this is Misterduncan in England.Provate la prima puntata (e se vi piace rallegratevi, ce ne sono decine e decine di altre):
How are you today?
Are you okay?...I hope so.
Are you happy?...I hope so.
Sempre per la lingua inglese vi consiglio English with Jennifer, anche lei è un'insegnante e le sue lezioni sono perfette per iniziare a imparare la lingua.
Concludo con Lear English with Ronnie!, consigliato soprattutto a chi sa già l'inglese ma deve migliorare la comprensione del parlato o svecchiarlo. Ammetto che lei è davvero inquitante la prima volta che la si vede...
17 giugno 2013
Sempervivi in fiore
Avevo già scritto qualcosa sui miei sempervivi. A distanza di poco più di un anno da quel post (ma molto di più dall'inizio della convivenza), le miei piantine mi hanno fatto omaggio di un'abbondante fioritura.
Parto dall'immagine che più mi ha impressionata, ovvero questa:
I sempervivi li vedete, sono quelle rosette piccoline e di scarse pretese che vedete in basso. Non sono molto appariscenti (ho conosciuto ben poche persone che li trovavano interessanti, a parte me), hanno bisogno di poca acqua e poca terra per vivere. Basta dargli tanto sole e loro vivono serene. Sono la pianta ideale dei pollici neri. Giunte alla fine della loro vita, decidono di uscire dall'anonimato e si prendono la più grande delle rivincite: svettano verso l'alto e fanno dei fiorellini tanto semplici quanto bellissimi. Confrontate le altezze, la differenza è davvero impressionante.
Come nelle migliori tragedie, richiamano su di sé attenzioni mai ricevute prima e poi si spengono.
Passiamo ora alle foto vere e proprie fatte con una macchina fotografica degna di questo nome.
Buona visione!
Parto dall'immagine che più mi ha impressionata, ovvero questa:
I sempervivi li vedete, sono quelle rosette piccoline e di scarse pretese che vedete in basso. Non sono molto appariscenti (ho conosciuto ben poche persone che li trovavano interessanti, a parte me), hanno bisogno di poca acqua e poca terra per vivere. Basta dargli tanto sole e loro vivono serene. Sono la pianta ideale dei pollici neri. Giunte alla fine della loro vita, decidono di uscire dall'anonimato e si prendono la più grande delle rivincite: svettano verso l'alto e fanno dei fiorellini tanto semplici quanto bellissimi. Confrontate le altezze, la differenza è davvero impressionante.
Come nelle migliori tragedie, richiamano su di sé attenzioni mai ricevute prima e poi si spengono.
Passiamo ora alle foto vere e proprie fatte con una macchina fotografica degna di questo nome.
Buona visione!
9 giugno 2013
Festival del riuso e del baratto a Milano
Oggi approfittando della DomenicAspasso e sfidando il maltempo con audacia (e idiozia) tale da non essermi neppure munita di ombrello, sono andata in piazza Beccaria per il primo festival del riuso e del baratto di Milano.
Come già spiegato in un precedente post, adoro l'usato e quindi non potevo mancare. Poi era pure una prima edizione, garanzia di minore ressa, quindi approfittando della metro "scontata" e in barba al maltempo, mi sono materializzata in San Babila con un sacco pieno di merci da barattare. E quando dico "sacco" intendo proprio un sacco (blu della spesa). Già perché la sera prima mi ero messa a svuotare gli armadi. E visto che il limite di oggetti per persona era pari a 10, mi sono pure trascinata mio marito per raddoppiare la posta in gioco.
Lampo quiz: qual è stato il motivo principale per cui mio marito ha deciso di accompagnarmi?
A presidiare la raccolta e le vendite i "volontari occasionali" della Rete Onu (Operatori Nazionali dell'Usato), a cui va la mia piena stima perché si sono fatti giusto un po' di pubblicità a fronte di 8 ore d'inferno in cui non sono stati fermi un secondo e hanno dovuto sopportare scene da "svuotatutto" (mancavano solo le risse) e lamentele ad alta voce di quelli che, credendo di essere in negozio, si pretendevano i sacchetti per portare via la merce.
Io sono passata due volte, una al mattino e una al pomeriggio. Al mattino come si può vedere dal contributo fotografico c'era davvero poca gente:
Purtroppo poca gente = pochi oggetti. Però con mia grande soddisfazione sono riuscita ad accaparrarmi 3 collane a me gradite (per 3 gettoni).
A conclusione del primo turno di baratto, ecco cosa ci restava:
E' seguito poi un giro in via Dante per una capatina alla Lush, pranzo in via Torino, gelato sempre in via Torino aromatizzato pioggia&smog (aveva simpaticamente iniziato a piovere), visita dei mercatini in Duomo con libri e riviste usate (c'erano delle chicche per gli amanti del genere davvero degne di nota) e poi ritorno in piazza Beccaria. E questa volta era strapiena.
Con la ressa ovviamente si faticava a vedere gli oggetti in esposizione. E visto che si faticava pure a vedere i manifesti che spiegavano la vocazione "baratto" della giornata, molta della ressa era dovuta a gente che non aveva capito non si trattava di un classico mercatino delle pulci e che quindi non avrebbe potuto acquistare nulla. L'equazione poca gente = pochi oggetti si è trasformata in troppa gente = pochi oggetti comunque. Erano arrivati molti capi di abbigliamento (che non mi interessano) e poca oggettistica. Speravo di trovare qualcosa per il giardinaggio (i rigattieri sono sempre pieni di vasi e balconette, speravo che qualcuno ne portasse!) e invece niente. Quando dopo mezz'ora ho acquistato un leone di legno da appendere al muro con la scritta "Jamaica" qualcosa, nonostante avessimo ancora 12 gettoni mio marito ha considerato chiusa la giornata e mi ha trascinata via.
E qui arriva la risposta al lampo quiz di prima. Chi ha scommesso sulla numero 4 ha vinto.
Arriviamo al bilancio della giornata. E' stato divertente e sono contenta che quello che ho portato sia andato a ruba (avevo raccattato un sacco di oggetti a tema estivo, dalla borsa mare fino al materassino gonfiabile, e spero rallegrino le vacanze di qualcuno). Mi ha un po' delusa invece che Piazza Beccaria fosse occupata per 1/4 dal mercatino e per 1/3 dai gonfiabili di una sponsorizzazione Lego. Probabilmente prevedevano minore partecipazione. A settembre dovrebbero bissare e spero conquistino l'intera piazza. E io ci tornerò col leone jamaicano a cui probabilmente non avrò ancora trovato una collocazione...
Come già spiegato in un precedente post, adoro l'usato e quindi non potevo mancare. Poi era pure una prima edizione, garanzia di minore ressa, quindi approfittando della metro "scontata" e in barba al maltempo, mi sono materializzata in San Babila con un sacco pieno di merci da barattare. E quando dico "sacco" intendo proprio un sacco (blu della spesa). Già perché la sera prima mi ero messa a svuotare gli armadi. E visto che il limite di oggetti per persona era pari a 10, mi sono pure trascinata mio marito per raddoppiare la posta in gioco.
Lampo quiz: qual è stato il motivo principale per cui mio marito ha deciso di accompagnarmi?
- per il grande amore che prova per me;
- per curiosità;
- perché cercava qualcosa in particolare;
- per assicurarsi che io non tornassi a casa con più cianfrusaglie di quante ne avevo portato.
A presidiare la raccolta e le vendite i "volontari occasionali" della Rete Onu (Operatori Nazionali dell'Usato), a cui va la mia piena stima perché si sono fatti giusto un po' di pubblicità a fronte di 8 ore d'inferno in cui non sono stati fermi un secondo e hanno dovuto sopportare scene da "svuotatutto" (mancavano solo le risse) e lamentele ad alta voce di quelli che, credendo di essere in negozio, si pretendevano i sacchetti per portare via la merce.
Io sono passata due volte, una al mattino e una al pomeriggio. Al mattino come si può vedere dal contributo fotografico c'era davvero poca gente:
Purtroppo poca gente = pochi oggetti. Però con mia grande soddisfazione sono riuscita ad accaparrarmi 3 collane a me gradite (per 3 gettoni).
A conclusione del primo turno di baratto, ecco cosa ci restava:
E' seguito poi un giro in via Dante per una capatina alla Lush, pranzo in via Torino, gelato sempre in via Torino aromatizzato pioggia&smog (aveva simpaticamente iniziato a piovere), visita dei mercatini in Duomo con libri e riviste usate (c'erano delle chicche per gli amanti del genere davvero degne di nota) e poi ritorno in piazza Beccaria. E questa volta era strapiena.
Con la ressa ovviamente si faticava a vedere gli oggetti in esposizione. E visto che si faticava pure a vedere i manifesti che spiegavano la vocazione "baratto" della giornata, molta della ressa era dovuta a gente che non aveva capito non si trattava di un classico mercatino delle pulci e che quindi non avrebbe potuto acquistare nulla. L'equazione poca gente = pochi oggetti si è trasformata in troppa gente = pochi oggetti comunque. Erano arrivati molti capi di abbigliamento (che non mi interessano) e poca oggettistica. Speravo di trovare qualcosa per il giardinaggio (i rigattieri sono sempre pieni di vasi e balconette, speravo che qualcuno ne portasse!) e invece niente. Quando dopo mezz'ora ho acquistato un leone di legno da appendere al muro con la scritta "Jamaica" qualcosa, nonostante avessimo ancora 12 gettoni mio marito ha considerato chiusa la giornata e mi ha trascinata via.
E qui arriva la risposta al lampo quiz di prima. Chi ha scommesso sulla numero 4 ha vinto.
Arriviamo al bilancio della giornata. E' stato divertente e sono contenta che quello che ho portato sia andato a ruba (avevo raccattato un sacco di oggetti a tema estivo, dalla borsa mare fino al materassino gonfiabile, e spero rallegrino le vacanze di qualcuno). Mi ha un po' delusa invece che Piazza Beccaria fosse occupata per 1/4 dal mercatino e per 1/3 dai gonfiabili di una sponsorizzazione Lego. Probabilmente prevedevano minore partecipazione. A settembre dovrebbero bissare e spero conquistino l'intera piazza. E io ci tornerò col leone jamaicano a cui probabilmente non avrò ancora trovato una collocazione...
29 maggio 2013
Papercraft, come renderlo più solido
Prima navigando alla ricerca di un template per una torre in papercraft mi sono imbattuta in questo manichino:
E uno potrebbe chiedere: ma perché cercando "papercraft" sei finita su un manichino?
E qui sta il bello. Il manichino della foto non solo è stato costruito artigianalmente (e visto il risultato finale mi sembra già degno di nota) ma il tutto è partito da un papercraft:
L'ossatura del manichino è proprio quella che vedete nella seconda foto.
Il tutto è stato poi riempito con poliuretano espanso per dargli stabilità, è stato a più riprese rivestito e decorato fino al sorprendente risultato finale che vi ho mostrato prima.
Qui potete vedere passo passo come è stato realizzato, le foto sono davvero numerose e anche se non è un tutorial vero e proprio, poco ci manca: http://www.flickr.com/photos/gurke33/sets/72157627124584318/
Personalmente l'ho trovato illuminante, anche perché chiunque si sia cimentato coi papercraft - soprattutto di grosse dimensioni - sa bene quanto sia complicato dargli stabilità interna e quanto un lungo lavoro può essere vanificato da un cedimento della carta.
Devo a questo punto fare anch'io una prova e vedere se funziona davvero. L'unico dubbio che ho è che il poliuretano espanso possa avere la meglio sulle pieghe della carta con effetto deformante. Dovrò fare dei tentativi con carte di grammatura assortita...
E uno potrebbe chiedere: ma perché cercando "papercraft" sei finita su un manichino?
E qui sta il bello. Il manichino della foto non solo è stato costruito artigianalmente (e visto il risultato finale mi sembra già degno di nota) ma il tutto è partito da un papercraft:
L'ossatura del manichino è proprio quella che vedete nella seconda foto.
Il tutto è stato poi riempito con poliuretano espanso per dargli stabilità, è stato a più riprese rivestito e decorato fino al sorprendente risultato finale che vi ho mostrato prima.
Qui potete vedere passo passo come è stato realizzato, le foto sono davvero numerose e anche se non è un tutorial vero e proprio, poco ci manca: http://www.flickr.com/photos/gurke33/sets/72157627124584318/
Personalmente l'ho trovato illuminante, anche perché chiunque si sia cimentato coi papercraft - soprattutto di grosse dimensioni - sa bene quanto sia complicato dargli stabilità interna e quanto un lungo lavoro può essere vanificato da un cedimento della carta.
Devo a questo punto fare anch'io una prova e vedere se funziona davvero. L'unico dubbio che ho è che il poliuretano espanso possa avere la meglio sulle pieghe della carta con effetto deformante. Dovrò fare dei tentativi con carte di grammatura assortita...
Iscriviti a:
Post (Atom)