25 settembre 2008

Non tutte le favole hanno un lieto fine



BERLINO (Reuters) - Un addetto dello zoo di Berlino che ha amorevolmente cresciuto l'orsetto polare Knut, abbandonato dalla madre Tosca e divenuto una celebrità un Germania, è morto all'età di 44 anni, secondo quanto ha detto la polizia della capitale tedesca.

Thomas Doerflein, un bel carattere e una folta barba scura, era diventato un improbabile sex symbol grazie all'amore che riservava a Knut, diventando famoso per i suoi giochi con l'orso davanti a un pubblico sempre più folto.

Doerflein ha passato con Knut -- primo orso polare nato nello zoo in 33 anni -- 150 giorni di fila, 24 ore su 24, e lo ha nutrito dai palmi delle sue mani con latte e porridge, anche durante la notte.

Anche se si può dire che, senza le cure di Doerfelin, Knut sarebbe probabilmente morto subito dopo la nascita, nel 2006, le associazioni per i diritti degli animali hanno sempre criticato la decisione del bioparco di tenere entro le proprie mura l'animale.

L'orso si esibiva con il suo allevatore due volte al giorno, attirando più di un milione di visitatori.

Un portavoce della polizia ha detto che Doerflein, che lavorava nello zoo dal 1980, è stato trovato morto nel suo appartamento del distretto occidentale di Berlino, nei pressi del bioparco.

Doerflein ha sempre cercato di evitare i riflettori e ha rifiutato le richieste di interviste a emittenti nazionali come Rtl e Zdf. Ma la sua modestia ha fatto sì che la curiosità del pubblico su di lui crescesse, tanto da ricevere migliaia di lettere d'amore e proposte di matrimonio da donne di tutto il paese.

"La gente quando mi vede grida 'Knuuut! Knuuut!'. Prima, c'erano solo due o tre donne sui 60 interessate a me. Ora quando esco dal lavoro vengo assalito da giovani donne. Ho paura di uscire", aveva detto una volta Doerflein al quotidiano Der Tagesspiegel.

A Reuters Doerflein aveva raccontato di essere ancora in grado di rotolarsi per terra con Knut, che all'epoca dell'intervista aveva sei mesi e pesava 28 chili, anche se doveva indossare camicie con maniche lunghe per proteggersi dai morsi dell'orsetto.

Vai all'articolo comparso su The Guardian

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