20 gennaio 2009
Perché le zebre hanno messo le strisce?
Sul Guardian ho pescato un interessante articolo dal titolo How did the zebra get his stripes?, sullo scopo delle colorazioni - o dell'assenza di colorazioni - di alcuni animali.
Un nuovo studio scientifico ha infatti tentato di dare una risposta alla domanda "Perché la zebra ha messo le strisce?". La conclusione è quasi imbarazzante. Secondo Tim Caro dell'Università della California, sappiamo ancora troppo poco sulla colorazione del manto degli animali (o della pelle, in alcuni casi).
Anche il co-scopritore della selezione naturale di Charles Darwin, Alfred Russel Wallace, si pose il problema della ragione evolutiva delle strisce delle zebre.
Per lui le zebre vivono costantemente in condizioni di grande pericolo, circondate come sono da leoni e predatori vari. Secondo Wallace però la notte, in occasione dell'abbeveramento, sono ancora più a rischio. Le strisce servirebbero alle zebre a mimetizzarsi al chiaro di luna, a non farsi notare a distanza e ad apparire meno numerose qualora intraviste.
Darwin però non era d'accordo. Le striscie nella savana totalmente aperta allo sguardo, non servono proprio a nulla: addirittura, nelle parti bianche, arrivano a riflettere la luce. Un'altra teoria, che conoscevo anch'io prima di questo articolo, considera le striscie un mezzo per disorientare il predatore: in mucchio le zebre corrono in tutte le direzioni, le striscie diventano quasi ipnotiche e soprattutto non è possibile, nel trambusto generale, capire la direzione dei fuggitivi. Sembrerebbe inoltre utile a evitare le mosche tse tse (ma ignoro la motivazione concreta).
Le zebre sono un vero mistero. Altri animali invece sembrano dare meno problemi. Particolari colorazioni del muso sono frequenti negli animali che hanno raggiunto una posizione eretta, e hanno principalmente uno scopo intimidatorio.
Nel caso del panda, nessuno scopo comunicativo invece. Se fosse stato tutto bianco la luce si sarebbe riflessa sul pelo, rendendo più difficoltosa la visione.
Ecco la splendida gallery del Guardian, alla scoperta delle più strane colorazioni (e di alcune ipotesi che le spiegano)
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