Una testimonianza estrema arriva dai passeggeri del Titanic. A salvarsi sulla nave più sventurata del secolo scorso sembra siano stati soprattutto i cafoni. E a morire gli inglesi, educatamente in fila indiana ad attendere il loro turno per salire sulle scialuppe di salvataggio. Che come ben sappiamo erano insufficienti.
Una notizia Ansa di oggi che meriterebbe qualche riflessione.
TITANIC: BRITANNICI TROPPO EDUCATI, MORIRONO IN FILA
di Mattia Bernardo Bagnoli
LONDRA - I britannici, normalmente, vanno fieri delle loro buone maniere: sempre educati e compassati - almeno per quanto riguarda la classe dirigente e le cerimonie pubbliche - raramente escono dalle righe. E quando si tratta di far la fila sono poi imbattibili: lord e muratori si mettono di buon grado in coda ad aspettare il loro turno. Comportamento esemplare. Che sul Titanic è però costato la vita a centinaia di sudditi di sua Maestà. Invece di sgomitare per conquistarsi un posto sulle poche scialuppe di salvataggio - così come facevano i 'cugini' americani, i 'fratellastri' irlandesi, e persino i vicini di casa svedesi - i britannici hanno infatti atteso pacifici in coda. E sono colati a picco.
Ecco dunque spiegata l'alta percentuale di vittime registrata tra i passeggeri della Gran Bretagna. O almeno, questa è la spiegazione data da un team di ricercatori svizzeri e australiani dopo aver passato un anno a studiare l'identità dei passeggeri del Titanic, il transatlantico finito in fondo al mare durante il suo viaggio inaugurale il 14 aprile 1912. Gli americani, dicono i ricercatori, mostrarono un tasso di sopravvivenza più alto del 15% rispetto ai britannici. Percentuali simili anche tra gli irlandesi e gli svedesi. Una sorpresa, per gli studiosi. "Ci aspettavamo - ha detto al Daily Mail Bruno Frey, ricercatore dell'università di Zurigo - che i britannici risultassero i più 'bravi' a sopravvivere visto che la nave era stata costruita nel Regno Unito, la compagnia proprietaria era britannica e l'equipaggio era britannico".
"Pensavamo - ha proseguito - che avere rapporti stretti con l'equipaggio fosse un elemento molto importante per arrivare alle scialuppe di salvataggio". Che erano pochissime: solo 20 per soddisfare le esigenze di 2.223 persone. E infatti si salvarono solo in 706. "Invece è venuto fuori che gli inglesi hanno avuto circa l'11% di possibilità in meno di essere salvati rispetto a tutte le altre nazionalità". Dato che resta uniforme anche quando le differenze di classe e di età vengono livellate. Un risultato che ha lasciato di stucco i ricercatori.
"Credevamo di poter dimostrare che quando si tratta di vita o di morte le regole culturali scompaiono e lo spirito di sopravvivenza entra in azione", ha concluso Frey. Che evidentemente non aveva fatto i conti con la forza delle tradizioni britanniche. Il detto marittimo "prima le donne e i bambini", infatti, non restò lettera morta tra le file britanniche. "A quel tempo gli americani non erano molto sofisticati - ha fatto notare Frey - mentre gli inglesi erano ancora dei gentleman: e rispettarono le norme sociali".
1 commento:
Mah,queste sono situazioni di estrema emergenza e in situazioni del genere ci può stare che,sotto la spinta dell'istinto di conservazione,ci scappino spintoni,manate ecc ecc.
Quello che è intollerabile sono gli atteggiamenti maleducati che puntualmente vedo (e purtroppo spesso subisco) nella vita quotidiana dove certo nessuno rischia la vita,dove c'e' gente (tanta,sigh) che probabilmente crede di essere la sola ad avere il diritto di usare i mezzi,i corridoi delle strade,delle stazioni del metro e gli uffici.
Ma la cosa che più mi fa inc*****e è che i bersagli di questi str*****i sono sempre le persone che,invece,sono educate e le regole le rispettano.Come diceva qualcuno "gli idiota non si danno mai noie tra loro..."
Vabbè,scusa lo sfogo ciao :)
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