10 dicembre 2008

Cosa bolle in negozio?



Arriva il Natale e milioni di italiani, fedelissimi al più sacro insegnamento di questa festa, si dedicano anima e corpo allo shopping estremo. A Milano via Torino in questi giorni è un brulicare di gente rimbecillita dalle vetrine decorate con ghirlande, cristalli di neve, luci come se piovessero... Di Babbi Natale se ne vedono pochi in giro, forse sono troppo tamarri e nazional popolari. Quest'anno il Natale è decisamente più chic.
Anche la pubblicità televisiva mi aiuta a capire le tendenze regalo di quest'anno. Le consolle di gioco la fanno da padrone. XBox, Wii e PSP3 continuano a martellare il pubblico coi loro spot, tanto da scatenare quesiti esistenziali nei giovani, come "Psp3 o X-Box 360?". C'è poco da sfottere... Io mi regalerò la WiiFit.
Alla Fnac le idee regalo spaziano da invitanti cofanetti cinematografici (da Mel Brooks a Buster Keaton passando per Jacques Tati) a novità tecnologiche o pseudotali (nel senso che circolano da tempo ma solo ora sono accessibili al grande pubblico).
Ho rivisto il mio robottino Roomba, anche nella versione lavapavimenti, e ho visto finalmente dal vivo e in funzione il coniglio Nabaztag.
Ho scoperto anche dei peluche (o qualcosa che ci si avvicina) che non conoscevo:
gli Skelanimals. Il pay-off recita "Anche gli animali morti hanno bisogno d'amore".
Pinko, brand da sempre attento a coniugare femminilità, stile e ironia, ha lanciato in italia un nuovo progetto ricco di “dark humor”. Sono loro gli skelanimals: una linea esclusiva di capi e accessori caratterizzati da dolci animaletti che - per distrazione o imprudenza- sono “passati a miglior vita” e che adesso tornano, alla ricerca di amore. Ogni personaggio ha una buffa storia legata alla propria “uscita di scena”. Creati dal disegnatore Mitchell Bernal e accompagnati dal motto “Dead Animals Need Love Too” questi personaggi hanno spopolato in america diventando un vero e proprio fenomeno di culto grazie all’incredibile mix di tenerezza e sarcasmo. Un modo simpatico per esorcizzare la negatività e riscoprire la spiritualità degli animali, il tutto con affetto e tanta ironia. Occorre essere ironici e teneri per apprezzare la collezione Skelanimals. Questi simpatici animaletti cercano una casa con qualcuno di speciale pronto a regalare loro coccole e sorrisi, amano persone con un cuore caldo e accogliente e adorano guardare con te accoccolati sul divano un film dell’ orrore; Ognuno di loro ha il suo film preferito

Dopo una simile premessa sono costretta a dire che li adoro, o un'accusa di scarso senso dello humor sarebbe scontata. In realtà li trovo un'occasione mancata. Potevano essere uno strumento per sensibilizzare su determinate questioni, come sull'abbandono o sull'uccisione degli animali. Un po' come i Giantmicrobes. Si sarebbe potuto adottare un orso "morto" per l'estrazione della sua bile in Cina. Oppure un cane investito perché un padrone lo aveva abbandonato in autostrada. Certo, le loro storie non sarebbero state più "buffe", ma avrebbero avuto un senso. Così sono solo marketing.
Insomma, i Skelanimals sono solo dei gusci vuoti, con tanta forma e poca sostanza. Molto modaioli, insomma. Ne sentivamo davvero la mancanza?

Nessun commento: