27 marzo 2008

Pigiamini tossici

Roma, 26 mar. - (Adnkronos/Ign) - Troppe sostanze chimiche negli indumenti per bimbi: un pigiama su quindici, sottoposti ai test di laboratorio sono infatti risultati positivi a composti che, a lungo termine, possono essere nocivi per la salute. L'allarme arriva da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, che ha condotto gli esami riscontrando quantità eccessive di ftalati, sostanze già bandite nella produzione di oggetti e vestiti destinati all'infanzia, e anche di un colorante azoico che rilascia un'ammina (la 4-methyl-m-fenilenediamina) cancerogena e limitata dalla Direttiva europea 2002/61/CE.

I pigiamini esaminati - riporta una nota - sono stati scelti tra i più comuni destinati ai bimbi da zero a tre anni, venduti nella grande distribuzione, nei negozi per l'infanzia, in catene d'abbigliamento e di intimo. Obiettivo dell'indagine era verificare presenza e concentrazione di sostanze chimiche nei tessuti e nelle stampe spesso presenti su questi pigiami. Queste sostanze possono 'migrare' dal tessuto all'organismo per l'intensa sudorazione, l'inalazione o succhiando l'indumento, come spesso fanno i piccoli. I tre capi con problemi di sicurezza, segnalati al ministero dello Sviluppo economico e alla Camera di Commercio di Milano, luogo dell'acquisto, sono il pigiamino Blukids di Upim, per la quantità di rilascio di colorante azoico superiore al limite consentito; pigiamino Texbasic di Carrefour e pigiamino Tezenis, per presenza di ftalati in misura superiore rispetto ai limiti della normativa europea; anche in due pigiamini acquistati presso negozi specializzati per l'infanzia (Prénatal e Chicco) è stata riscontrata una presenza rilevante di ftalati. In seguito alle nostre segnalazioni - precisa Altroconsumo - Upim e Carrefour hanno deciso di ritirare i loro prodotti dal mercato, mentre Tezenis si è riservata di svolgere degli accertamenti, anche se il prodotto non è più in vendita perché appartiene alla collezione autunno-inverno 2007.

Secondo Altroconsumo, esiste un vuoto legislativo in materia: il settore della produzione tessile in Italia è privo di paletti normativi e regole che tutelino la sicurezza del consumatore. In altri Paesi europei, come in Germania, le stesse multinazionali ammettono di doversi adeguare a standard più elevati di garanzia di tutela della salute per il consumatore finale. Ma altri paesi europei, come Spagna e Belgio, hanno problemi simili ai nostri. E il consiglio è di non associare sempre il pericolo al luogo di provenienza del capo: la realtà è più variegata e il 'made in China'non è di per sé sinonimo di rischio. Il pigiama Disney baby at Oviesse, prodotto in Cina, ha superato infatti tutte le verifiche del test, il pigiama Blukids di Upim, prodotto in India, è stato invece bocciato.
E' il caso di rispolverare il buon vecchio consiglio delle mamme: lavare sempre gli indumenti appena comprati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche sul nostro blog pubblicheremo un articolo in merito ad un'interrogazione fatta dai nostri consiglieri.
http://unitipercastelmella.blogspot.com/