11 maggio 2013

Come dare nuova vita a un vecchio arazzo

Come dicevo adoro gli oggetti usati e con una loro storia da raccontare.
Quindi quando ho dovuto cercare un oggetto (o più di uno) che decorasse la parete della mia camera, ho subito pensato a un quadro usato. Però una tela da 3 metri per 2 non si trova facilmente in giro. Poi mi è venuta l'idea di appenderci un arazzo che per sua natura tende ad avere delle notevoli dimensioni. Ho cercato per mesi tra gli annunci di ebay ma trovavo solo i classici arazzi di fine Ottocento tipo questo:
Un po' troppo agreste per i miei gusti.
Poi, dopo mesi e mesi, ho trovato questo:
Non c'erano scene di caccia e non c'erano scene di corteggiamento tra donne civettuole e omini col mantello. Ero appena tornata dalla Scozia dove mi ero data come missione (fallita) quella di acquistare una statuetta di cervo da tenere in casa (come souvernir visto che assieme agli scottish terrier, alle mucche delle highlands, ai biscotti al burro e al gelo nelle ossa resterà tra i ricordi indelebili della vacanza) quindi mi è sembrato un segno. Non è un arazzo, è uno di quei tappeti leggeri e cinigliosi che andavano di moda negli anni credo Sessanta. Le misure erano perfette (i famosi 3 metri per 2 di cui sopra), il prezzo accettabile, il soggetto mi piaceva davvero tanto.
Dal vivo mi è piaciuto ancora di più, anche se avevo notato delle imperfezioni e la cornice era ridotta davvero male. Dalla foto non si vede ma c'erano due giri di decorazioni in rilievo fatte con dei tassellini affiancati: quella più interna era ancora in condizioni accettabili e si poteva sistemare, quella esterna era completamente da rifare.
Il proprietario ci ha raccontato che apparteneva alla suocera e che per questioni di spazio era finito da molti anni in garage. In effetti in foto non mi ero resa conto delle dimensioni, è davvero gigantesco e non in tutti gli appartamenti ci sono spazi liberi così ampi. Risolto il problema del trasporto (che non è stato per niente semplice) alla fine l'abbiamo portato a casa.
Gli interventi sono stati di due tipo: uno di bricolage sulla cornice e l'altro estenuante di pulizia sull'arazzo.

Partiamo dalla noiosissima pulizia.
Come dicevo l'arazzo è rimasto per anni in garage, quindi aveva uno strato di smog e polvere degno di nota che si abbinava a quell'odore di stantio che chiamo affettuosamente "aroma da rigattiere".
Appena arrivato a casa sono stata un'ora a pulire fronte e retro con l'aspirapolvere. Ogni volta che lo giravo trovato uno strato di polvere sul pavimento. Quando lo strato ha cominciato a essere trascurabile sono passata alla pulizia vera e propria. Comunque già aveva cambiato aspetto. Per qualche settimana ha vagabondato di stanza di stanza, con varie capatine in terrazzo e davanti a delle finestre aperte, perché doveva prendere aria.
Mia madre, maniaca dell'igiene e assidua frequentatrice di "Acqua e sapone", nel frattempo mi ha procurato un antibatterico per tappeti e moquettes di questa linea.
Ho fatto vari passaggi sia sul fronte che sul retro (si spruzza, si lascia agire, si spazzola con una spazzola umida, si lascia agire e poi si tolgono i residui con l'aspirapolvere) e ho continuato finché trovavo dello sporco sulla spazzola. Alla fine dopo un mese e mezzo di torture (ma quanto è noioso passare l'aspirapolvere e la spazzola?) era pulitissimo, igienizzato e - visto che il pulitore era anche profumato - senza l'aroma di rigattiere. Ero anche riuscita a sistemare i punti in cui la ciniglia risultava tirata o danneggiata. Bisognava solo riattaccare il telaio alla cornice.

Passiamo quindi all'intervento sulla cornice. Visto che era danneggiata in vari punti e visto che ho un arredamento moderno, ho deciso di stuccare e dipingere tutto di bianco. Mi piangeva il cuore perché quando ho scartavetrato è comparso un legno di noce così bello che se avessi potuto avrei dato una mano di vernicetta opaca e avrei lasciato le venature a vista. Ma putroppo c'erano troppe parti non ripristinabili - tra le quali il famoso giro di decorazione esterno. In quel caso dopo varie riflessioni ho deciso di prendere la classica spina di legno (quella piccola, da 5mm):
L'ho scartavetrata un po' per renderla meno tonda nella parte in cui l'avrei attaccata al resto della cornice e coprire i dislivelli con un po' di stucco.
Dopo la mano di fondo e di smalto bianco il risultato è stato questo:
Notare le fantastiche spiegazioni aggiunte con un poderoso Paint... Purtroppo non ho programmi di grafica seri sul pc da cui sto scrivendo. Comunque rende l'idea.
Una volta recuperata la cornice - che a rifarla mi veniva a costare ben più dei 2 euro spesi per le spine - l'arazzo era pronto per essere appeso. Due tasselloni sul muro e via.
Alla fine il risultato è stato questo:
Se pensate che la differenza di colore tra la prima e la seconda foto sia dovuta alla luce vi sbagliate: a rendere sbiaditi i colori era la famosa polvere che mi ha richiesto un mese e mezzo di trattamenti di pulizia!
Eccolo sopra la testiera del letto (matrimoniale), così rende meglio le dimensioni dell'oggettino:
Certo, avrei potuto puntare su un quadro più moderno e in linea col mio arredamento, ma sarebbe stato molto meno stimolante. E poi non avrei la soddisfazione di aver ridato una nuova giovinezza a un oggetto che era stato amato da qualcuno molto prima che io nascessi!

3 commenti:

Giorgio ha detto...

Complimenti per la pulizia accurata,dalla quale vedrò di sistemare un mio vecchio arazzo che è stato abbandonato da ben 14 anni e ormai privo di colore.Prima di procedere in vari interventi, inizierò a lavorare come ha fatto Lei, perchè vedo che ha ottenuto un ottimo risultato.La ringrazio per la sua gentile testimonianza e Le auguro un buon proseguimento.

๓คקเ ha detto...

Articolo illuminante, grazie.
Io ho ricevuto in dono da uno zio anziano (ormai deceduto) un arazzo dipinto, anziché intessuto.
Come pulirlo dalla polvere senza rovinare la pittura?
Grazie!

Gio ha detto...

Buongiorno,
Ho un arazzo praticamente identico e vorrei scoprirne il valore. Me lo sa indicare? È in ottimo stato.