I neonati sono creature incredibili, che impersonano milioni d’anni di evoluzione. Dispongono di una serie di riflessi primitivi,
detti anche arcaici o neonatali, che è bene conoscere per saperli
gestire al meglio in un mondo, quello moderno, che spesso è molto
lontano dalle condizioni che li hanno originati. A volte ci fanno
sorridere, come quello di suzione (per cui appena
sfiori la guancia col dito te lo vedi fagocitato), ma se pensiamo al
ruolo che hanno nella sopravvivenza di questi esserini così fragili e
delicati c’è da restarne affascinati.
(Qui l’elenco dei riflessi neonatali).
Quello che mi aveva colpita maggiormente è il riflesso di Moro, che si scatena quando il neonato ha la sensazione di cadere nel vuoto: s’irrigidisce, spalanca le braccia e le mani, ti guarda con gli occhi sbarrati o piange per la paura. Insomma, è terrore allo stato puro. A contatto col corpo materno non si verifica se non durante gli spostamenti, ma quando è lasciato da solo in culla, specialmente in assenza di riduttori, il sonno si fa molto disturbato.
Ecco perché fasciare mio figlio dal primo giorno di vita mi è sembrata una buona idea. Lui dal canto suo non si è mai lamentato, anzi. Col passare dei mesi, quando il riflesso di Moro si è attenuato, ha comunque continuato ad apprezzare di essere avvolto nel telo di mussola, che è diventato il rituale della nanna. E per me una carta da giocarmi quando proprio non c’era verso di calmarlo (come durante le famigerate “coliche”, che poi coliche non sono… ma questa è un’altra storia).
La fasciatura è un rituale facile ed economico: basta munirsi di alcune mussole di cotone e imparare la tecnica che più si adatta al proprio bambino. Nelle prime settimane aiuta a prenderlo più facilmente in braccio, dal momento che impedisce il ciondolamento libero di testa e arti, dando l’idea di un abbraccio più sicuro;
Per i primi mesi consiglio un formato 100×100 (mio figlio è nato di 44 centimetri ed è stato ben avvolto dal telo 80×80 per almeno un mese e mezzo), per poi passare al 120×120.
Ci sono varie modalità per fasciare un neonato, la mia preferita consiste nel:
- prendere un angolo della mussola e ripiegarlo verso il basso;
- adagiare il neonato con schiena sul lato ripiegato;
- prendere l’angolo di sinistra e passarlo dietro la schiena coprendo il braccio sinistro;
- sollevare l’angolo opposto a quello ripiegato e portarlo verso l’alto senza bloccare eccessivamente i movimenti delle gambe;
- piegare il braccio destro e fasciarlo come da punto 3.
In altre parole, questo:
In estate se fa molto caldo è possibile continuare questo rituale: si potrà usare la mussola al posto del body o del pagliaccetto (è importante però che il bimbo non sia già in grado di liberarsi da solo). Si può anche lasciare libere le gambe, omettendo il punto 4.
Quando interrompere la fasciatura? Il riflesso di Moro si attenua fino a sparire nel corso dei mesi. Già a 6 dovrebbe essere archiviato. Potrebbe però succedere che a un certo punto siano i bambini stessi a far capire che non è più gradita: si ribelleranno, urleranno cercando di svincolarsi, li troverete liberi come Houdini al mattino. Il rituale a quel punto avrà fatto il suo tempo e andrà sostituito con uno nuovo.
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