Una democrazia si basa sull'informazione libera. Molti se ne dimenticano o lo danno per scontato. Ma senza conoscere i fatti, i programmi, i candidati è impossibile esprimere una preferenza sensata, che vada oltre il carisma o l'appeal del candidato.
Anche se ormai è stato pubblicato da qualche anno, "Il risveglio del guardiano" è attualissimo nel nostro paese. E sempre illuminante. Lo consiglio a tutti coloro che pensano che la qualità dell'informazione non influenzi la qualità della politica.
In Italia abbiamo indubbiamente qualche problema. Ce lo dicono tutti. Ce lo diciamo da soli, ce lo dicono gli osservatori internazionali (per "Freedom House" siamo un paese "semilibero", al pari degli stati dell'Ex Unione Sovietica ). Ce lo dice anche El Pais, quando pubblica in esclusiva delle foto che da noi nessuno si sarebbe sognato di pubblicare (e ci strizza l'occhio traducendo gli articoli anche in italiano).
Ma non è solo una questione di mancanza di censura. Alcune informazioni ovviamente vengono taciute. Altre vengono date in modo distorto, impedendo al pubblico di farsi un'opinione chiara e precisa. Questo è amplificato nel caso della televisione: è nelle nostre case al pari di un forno o di una lavatrice, ma condiziona le nostre scelte di voto. A differenza della stampa e di internet è un mezzo pigro (non richiede sforzi, né di lettura, né di ricerca) e per sfortuna degli italiani è il mass media meno libero. Segue le regole dell'auditel (per cui una giornalista, all'indomani del terremoto in Abruzzo, si mette a snocciolare dati di share per vantarsi dei propri risultati) e quelle della politica. Può non dare una notizia (come nel caso del divorzio Lario-Berlusconi, tamponato poi quando la news si era diffusa grazie alla stampa con servizi in cui si forniva solo il punto di vista del premier e si dava della psicolabile alla donna, manipolata dai comunisti) oppure darla fornendo l'interpretazione prima dei fatti. E fregandosene del pluralismo e della par-condicio.
Questo non sarebbe grave se la televisione avesse 3 spettatori. Ma se "La televisione resta il principale mezzo utilizzato dagli italiani per formarsi un'opinione sull'offerta politica" come sostiene il Censis, allora il risultato è praticamente scontato...
Vi segnalo anche "I GIORNALI, FATTORI O DEMOLITORI DI DEMOCRAZIA" di Beppe Lopez e Internet, pluralismo e ridondanza dell’informazione . Forse il futuro della politica ripartirà da internet...
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