Chi come me ha vissuto nelle zone più colpite da Unabomber, sa bene cosa voglia dire aver paura di aprire una scatola di uova o di pelati. Poi con la paura si riesce a convivere, fino alla nuova tragica vicenda che la rinnova.
In questa disperata ricerca del colpevole, dopo anni in cui si brancolava nel buio, le vittime sono tante: chi è rimasto sfregiato, chi ha riportato ustioni, chi ha perso in parte degli altri e chi si è visto distruggere la vita.
E' il caso dell'ingegnere a lungo ritenuto l'unico artefice degli ordigni seminati nel Nord Est.
Peccato solo che fosse innocente.
Non è la prima volta che un innocente viene messo in croce prima che una sentenza definitiva sia stata pronunciata. E la lentezza disarmante e insostenibile della giustizia non aiuta chi vorrebbe riconosciuta quanto prima la propria estraneità ai fatti contestati.
Complici i mass media e la loro tendenza a sbattere "il mostro" in prima pagina, complice il desiderio della popolazione di riacquistare la serenità perduta, troppo spesso si cerca un capro espiatorio (arrivando addirittura a inquinare le prove come in questo caso) anziché cercare IL colpevole. E le sofferenze patite da Zornitta in questi anni hanno lasciato evidenti tracce sul suo volto, che appare molto più invecchiato e sofferente di come si mostrava all'inizio della sua epopea giudiziaria. Sull'Espresso un'interessante intervista che spiega il calvario di quest'uomo e della sua famiglia: Zornitta: così è cambiata la mia vita.
L'altra sera, vedendo uno speciale sul delitto Garlasco in una tv locale, mi sono domandata cosa dovesse passare nella testa della gente che urlava "assassino" a un ragazzo che fino a prova del contrario andrebbe considerato innocente.
E che in tutta questa vicenda, oltre alle proprie sofferenze per la perdita di una persona cara, potrebbe anche vedersi costretto a difendersi da un'accusa pesantissima come quella di omicidio, e da altre meno gravi penalmente ma che comunque ti rovinano la reputazione, come quelle di detenzione di materiale pedo-pornografico.
Gli "assassino", se proprio fanno stare meglio, teniamoceli per dopo la sentenza...
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