30 marzo 2013

A volte ritornano... le Tartallegre negli ovetti Kinder

Scopro ora che è passato più di un mese dal mio ultimo post dedicato alle elezioni politiche. Nel frattempo abbiamo cambiato un Papa, a Milano siamo passati dalla neve ai monsoni, abbiamo assistito a piogge di meteoriti e uomini alla deriva su lastroni di ghiaccio... ma il governo non c'è ancora! Non ci pensiamo, è quasi Pasqua!

Quest'anno sono stata particolarmente fortunata e sono riuscita a prendermi un'influenza a Natale, una a febbraio e una di nuovo a Pasqua. Visto il mio ottimo umore, mio marito di ritorno dalla spesa mi ha portato oggi un ovetto Kinder e all'interno ho trovato... una Tartallegra! Lì per lì ho pensato a un'allucinazione da virus influenzali, e invece... a volte ritornano! Vent'anni fa - parliamo del lontano 1992 - mi ero messa come molti altri bambini a collezionarle.

In principio furono loro:
Dopo qualche anno tra ippopotami, tartarughe, coccodrilli (per cui avevo un debole), elefantini, panda, gnomi, squali, pinguini e chi più ne ha più ne metta... arriviamo a questo:
Ho trovato questa foto in un annuncio di Subito.it, collezione venduta in blocco a 200 euro.
Furono un successone. Del resto prima di allora le sorpresine - tutte, anche le collection - erano meno belle anche perché dovevano essere montate interamente. E quando dico "interamente" parlo anche di attaccare gli occhietti, che i bambini di norma o perdevano, o attaccavano storti, o distruggevano in una seconda fase giocando. Ah, col passare del tempo, anche se eri stato bravo, comunque si staccavano. E ti trovavi la tristezza di personaggino che si vede a lato...
Le statuette invece erano di un altro livello. Erano già montate, lucide perché non erano di plastica opaca ed erano liscissime al tatto, non perdevano gli occhi e i pezzi... E poi c'era un altro dettaglio: visto che erano più pesanti delle altre sorpresine montabili, si riuscivano a individuare agitando l'ovetto. Negli anni '90 si sarebbe potuto fare un censimento dei bambini controllando le impronte digitali sui Kinder in vendita davanti alle casse dei supermercati...

Forte del successo di quelle collezioni, la Kinder deve aver pensato di giocare sull'effetto nostalgia, e ha riprosto le Tartallegre nel ventennale dalla loro comparsa con l'obiettivo di intercettare bambini di oggi e quelli di ieri. Sulla loro pagina Facebook ho trovato mamme che raccontano di aver fatto la collezione per i figli mosse in primis dal loro desiderio di avere questo ricordo d'infanzia.
Devo dire che con me non è che abbia proprio funzionato benissimo... Tralasciando il fatto che non ero al corrente di questo revival (quindi non c'è stata adeguata promozione nei punti vendita), ma anche una volta scoperto non è che mi abbia entusiasmato. La Tartallegra che ho trovato mi è sembrata meno simpatica di quella della mia infanzia. La mia prima reazione non è stata "evviva, sono tornate!" ma "se hanno aspettato 20 anni, potevano anche impegnarsi di più...".
Facciamo un confronto con quella che ho trovato oggi:
Generazioni di Tartallegre a confronto: a sinistra la vecchia serie, a destra la nuova.
Allarghiamo il confronto all'intera serie:
Generazioni di Tartallegre a confronto, in alto la serie 1992, in basso la riedizione 2012.

Oltre a essere meno numerose, in alcuni casi mi sembrano decisamente meno belle. Nel corso del tempo ci sono state alcune rivoluzioni che hanno riguardato gli ovetti Kinder: dal cioccolato a due strati che una volta si sfogliava (ormai non più), alla confezione gialla non più composta da due pezzi, fino alle sorpresine, che sono sempre varie, sempre meno montabili e sempre meno sorprendenti (3 pezzi, due adesivi e di solito un meccanismo che funziona con la pressione del dito). Si sono adattati alle nuove generazioni o hanno ridotto i costi per l'ideazione e la produzione delle sorpresine? Non conoscendo i dati di vendita lo ignoro anche se il "ban" imposto dagli Stati Uniti qualche tempo fa di sicuro ha creato qualche difficoltà.
Mi domando anche come andranno le vendite delle uova Gransorpresa, che nei formati maggiori arrivano quasi a costare 20 euro l'una. Il fatto alimentare gli ha fatto le pulci sottolineando che 94 euro al kg non si spendono neppure per l'aragosta.

Ecco invece il "prezzario" fatto da Altroconsumo:

 Prodotto
 Prezzo in euro
Medio al kg
Min  Max
Ferrero Kinder Gransorpresa Gigante - 320gr 57 17,69 18,59
Ferrero Kinder Gransorpresa Maxi - 220gr 64 13,99 14,90
Ferrero Kinder Gransorpresa - 150gr 62 9,25 9,59
Ferrero Kinder Gransorpresa Mini - 41gr 92 3,65 3,85

Se scorrete la lista l'uovo "gigante" della Kinder è il più costoso in assoluto. Più costoso anche del nocciolato Novi da 370gr. Perché cito il Novi? Guardatelo nella foto a sinistra... Sarà che è pensato per adulti (non ha neppure la sorpresa), ma avreste dei dubbi su quale infilare nel carrello? La prima volta che l'ho visto ho dovuto trattenermi dal tirare un morso alla confezione... Il Kinder Gransorpresa gigante costa molto di più a fronte di 50 grammi in meno di cioccolato. Ma lo sappiamo che il punto di forza è la sorpresa, quindi i confronti non reggono...

Ricordo infatti che già da piccola il Kinder Gransorpresa era particolarmente costoso rispetto alla media. Però quando lo scartavo non mi trovavo tra le mani una trottola, un ciondolo orrendo o degli oggetti "made in China" di utilizzo non precisato come mi capitava con altre marche (o sottomarche).
I miei genitori non capivano come si potesse spendere tanto per pochi grammi di cioccolato e una sorpresa costosa che avrebbe potuto non piacermi e quindi puntavano su altro. E le loro scelte mi lasciavano perplessa. Credo che la sintesi sia questa: da bambino adori le sorprese e non hai paura di rimanere deluso; da adulto hai all'attivo così tante delusioni che vuoi andare sul sicuro. E come se non bastasse gli adulti hanno anche paura di "incappare in fregature" e di non veder ripagata la propria spesa. Ricordo che tanti anni fa mia nonna mi aveva regalato un uovo della Galak, tutto in cioccolato bianco. Dentro c'era una sorpresa davvero strana, una spugna a forma di delfino stilizzato. Lei che aveva speso molto per l'uovo e si aspettava chissà cosa all'interno, c'era rimasta di sasso. A me invece era piaciuta così tanto che l'avevo usata per un sacco di tempo, finché non si era distrutta per l'usura. Ancora oggi, a distanza di decenni e decenni, quando penso alla più bella sorpresa trovata in un uovo di Pasqua, la prima cosa che mi viene in mente è quella spugnetta...