2 marzo 2009

Sbatti il mostro in prima pagina

Chi come me ha vissuto nelle zone più colpite da Unabomber, sa bene cosa voglia dire aver paura di aprire una scatola di uova o di pelati. Poi con la paura si riesce a convivere, fino alla nuova tragica vicenda che la rinnova.
In questa disperata ricerca del colpevole, dopo anni in cui si brancolava nel buio, le vittime sono tante: chi è rimasto sfregiato, chi ha riportato ustioni, chi ha perso in parte degli altri e chi si è visto distruggere la vita.
E' il caso dell'ingegnere a lungo ritenuto l'unico artefice degli ordigni seminati nel Nord Est.
Peccato solo che fosse innocente.
Non è la prima volta che un innocente viene messo in croce prima che una sentenza definitiva sia stata pronunciata. E la lentezza disarmante e insostenibile della giustizia non aiuta chi vorrebbe riconosciuta quanto prima la propria estraneità ai fatti contestati.
Complici i mass media e la loro tendenza a sbattere "il mostro" in prima pagina, complice il desiderio della popolazione di riacquistare la serenità perduta, troppo spesso si cerca un capro espiatorio (arrivando addirittura a inquinare le prove come in questo caso) anziché cercare IL colpevole. E le sofferenze patite da Zornitta in questi anni hanno lasciato evidenti tracce sul suo volto, che appare molto più invecchiato e sofferente di come si mostrava all'inizio della sua epopea giudiziaria. Sull'Espresso un'interessante intervista che spiega il calvario di quest'uomo e della sua famiglia: Zornitta: così è cambiata la mia vita.
L'altra sera, vedendo uno speciale sul delitto Garlasco in una tv locale, mi sono domandata cosa dovesse passare nella testa della gente che urlava "assassino" a un ragazzo che fino a prova del contrario andrebbe considerato innocente.
E che in tutta questa vicenda, oltre alle proprie sofferenze per la perdita di una persona cara, potrebbe anche vedersi costretto a difendersi da un'accusa pesantissima come quella di omicidio, e da altre meno gravi penalmente ma che comunque ti rovinano la reputazione, come quelle di detenzione di materiale pedo-pornografico.
Gli "assassino", se proprio fanno stare meglio, teniamoceli per dopo la sentenza...

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