19 marzo 2009

Auditel, dubbi vecchi e nuovi

In questi giorni c'è un gran vociare sull'ormai datato sistema Auditel per la rilevazione dei dati di ascolto della televisione italiana. Sky ha innescato la bufera dichiarando che il sistema riflette un mercato vecchio di 15 anni e che l'Auditel è controllata al 60% da Rai e Mediaset.
Una polemica tutta nuova? Mica tanto. Già nel 2004 c'era chi titolava "L'auditel è vecchio, fallace e per redditi bassi. Le alternative".
A breve, con il diffondersi del digitale, molto probabilmente l'Auditel passerà di moda. I pubblicitari vogliono strumenti sempre più precisi e dettagliati per conoscere gli spettatori, e le nuove tecnologie sono in grado di fornirli. L'Auditel no. Per troppi motivi, primo fra i quali il fatto di essere "volontario". Io so che le mie preferenze vengono monitorate. E questo mi condiziona, nel bene e nel male.
E c'è anche chi, come segnalato su Repubblica.it, ha pensato bene di beffare il sistema. Con buona pace di tutti gli italiani.
La famiglia Capelli, residente in un paesino vicino Roma
racconta la sua esperienza di "nucleo-campione"
"L'Auditel era il nostro incubo
così lo abbiamo imbrogliato"...

Svelati i trucchi per orientare le rilevazioni
"Mi divertivo ad aggiungere e togliere spettatori"
di ROBERTA GISOTTI

[...]
Ma non avete pensato di uscire dal campione?
"Certo che sì, mio padre lo andava ripetendo al tecnico, un ragazzo di Viterbo, che ogni tre mesi circa tornava in casa nostra e armeggiava con un computer portatile collegato ai nostri meter".

Siete rimasti nel campione vostro malgrado per oltre 3 anni?
"Sì ogni volta papà insisteva di togliere i meter ma il tecnico ce li lasciava e allora sono rimasti del tutto incustoditi, soprattutto dopo che un anno e mezzo fa sono andata via di casa e mi sono trasferita a Roma".

Avete avvertito l'Auditel di questo trasferimento?
"No, ormai l'Auditel lo subivamo e basta."

Che giudizio dai di questa esperienza?
"Assolutamente negativa, e pensare che io ero partita con le migliori intenzioni, ma questo rilevamento è proprio inaffidabile. Noi tutti in casa, volontariamente o no, siano stati dei mistificatori. Ma ora con l'Auditel abbiamo chiuso".

Certo, l'Auditel si può ingannare, ma intanto la televisione si è adeguata alle richieste di un pubblico che probabilmente non è realmente rappresentativo degli interessi collettivi e la qualità dei programmi in un ventennio è precipitata. Basti pensare ai contenitori domenicali degli anni Ottanta (e la domenica non ha mai brillato per la qualità del pubblico) e quelli attuali, pieni di risse, insulti e pseudofamosi raccattati da varie edizioni e tipologie di reality. E il pubblico rimane inebetito ad ammirare un grazioso trenino.
Ma com'è il campione dell'Auditel? E' davvero così esteso e rappresentativo? Beh, vale la pena sottolineare che il meter è utilizzato solo da 5.163 famiglie. In altre parole, circa 14mila individui decidono i programmi e i palinsesti di un paese di 60milioni di abitanti. Certo, è normale che con simili cifre si usino dei campionamenti. Ma si potrebbe discutere sulla rappresentatività del campione e sulla reale valenza dell'Auditel. Si è sentito parlare troppo spesso di programmi chiusi dopo la prima puntata causa ascolti deludenti per non accorgersi della rilevanza dell'Auditel. La televisione italiana è malata di quello stesso "mordi e fuggi" che sta rovinando altri settori economici e sociali. Ci vogliono risultati subito, altrimenti tutti a casa. Peccato che il rinnovamento e il miglioramento richiedano del tempo. La fretta non è buona consigliera.
Intanto il digitale terrestre in Sardegna sta rivelando tendenze inaspettate.
Dopo un mese di digitale terrestre, per la Sardegna arrivano i primi risultati dell´Auditel. In calo gli ascolti di Mediaset e delle televisioni locali; regge la Rai e cresce Sky
Sardegna digitale: Risultati auditel
La prima regione europea a sperimentare il passaggio dall’analogico al digitale mostra le prime reazioni dei telespettatori nello «zapping» quotidiano. Male Mediaset che ha perso ben 7,8 punti di share rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; bene la Rai e Sky. Viale Mazzini, infatti, pur soffrendo anch’essa nei canali tradizionali (meno 2 punti percentuali), recupera con la sua nuova offerta digitale (più 3,6 punti percentuali). I canali di Murdoch, invece, non conoscono battute d’arresto e si portano ad una percentuale di quasi il 10% dei telespettatori.

Con la diffusione del digitale terrestre i reali interessi degli italiani saranno ben più chiari. A questo punto non posso che augurarmi che gli italiani siano migliori di come li dipinge l'Auditel...

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