24 febbraio 2008

Alberto Sordi, il ricordo a 5 anni dalla morte

Il 25 febbraio di cinque anni fa moriva, a 82 anni, Alberto Sordi. Il re della commedia italiana se ne andava stringendo le mani della sorella Aurelia, dopo una grave malattia durata sei mesi.

Ai funerali, celebrati nella Basilica di San Giovanni, presero parte centinaia di migliaia di persone. Gigi Proietti, dal palco allestito davanti alla Basilica, gli dedicò un commosso saluto in versi. Nel dicembre dello stesso anno, la restaurata Galleria Colonna prese il nome di 'Galleria Alberto Sordi'.
Cinque anni fa la scomparsa di Alberto Sordi mi ha colta di sorpresa. I film garantiscono una sorta d'immortalità e stupisce vedere che anche gli attori, come tutti i comuni mortali, invecchiano e muoiono. Mi piaceva la sua ironia, la sua umiltà, il suo "essere alla mano" nonostante fosse uno degli ultimi mostri sacri del nostro cinema. E mi piacevano anche i suoi personaggi: quell'italiano ciarlatano e fifone che alla fine alzava la testa (come nella Grande Guerra) o che diventava vittima della sua presunzione (come nel Vedovo) o di un sistema decisamente malato (Il medico della mutua). Che fosse vittima o che fosse carnefice, il personaggio interpretato da Sordi riusciva a mettere a nudo alcuni difetti della nostra società. Ancora oggi molti dei suoi film sono attualissimi: era Sordi che aveva visto lontano o l'Italia in 50 anni non si è rinnovata? Forse, più semplicemente, certi atteggiamenti e certe debolezze contraddistinguono un popolo, nel bene e nel male, e ci vuole più di mezzo secolo per cambiarli.
E l'italiano fanfarone ma intimamente onesto è la figura che preferisco nella variegata fauna nostrana.

Avrei potuto inserire il video che vede il suo celebre personaggio Nando Moriconi, il protagonista di "Un amicano a Roma", alle prese un panino a base di marmellata, yogurt e mostarda, a suo giudizio un perfetto esempio di pasto americano. Alla fine il povero Nando ricade nel piatto di maccheroni preparati da mammà, al grido di "maccaroni m'hai provocato, e io te distruggo". Nando è un perfetto esempio di quello che si può sopportare per moda o per esterofilia. E in questo il film è oggi attualissimo.
Potevo anche inserire il video del gesto dell'ombrello (e successiva punizione divina per l'oltraggio recato ai lavoratori) che compare ne I Vitelloni o, perché no, il motto che sintetizza il personaggio del Marchese del Grillo: "mi dispiace ma io so' io e voi non siete un cazzo".
Avrei potuto. Ma invece ho preferito un filmato tratto da un film molto meno noto, per giunta a episodi, dal titolo I Complessi. Perché proprio questo? Perché Sordi dimostra tutta la sua abilità di speaker (gli anni di doppiaggio e di radio non perdonano) e, stranamente, alla fine trionfa. C'è poi un motivo prettamente "sentimentale": è il film che mi ha fatto scoprire questo incredibile artista.
Ecco il mio tributo ad Alberto:

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